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Cronaca

Scarpe Nike made in China, sequestro da mezzo milione nel porto di Brindisi

Trovate 15.096 paia in un autoarticolato sbarcato da una motonave proveniente dalla Grecia: tre persone denunciate

BRINDISI - Scarpe Nike false, made in China, sono state scoperte e sequestrate nell'ambito di controlli nel porto di Brindisi: i sigilli sono stati apposti a 15.096 paia, del valore di mezzo milione di euro,  trovate in un autoarticolato sbarcato da una motonave proveniente dalla Grecia. Tre persone sono state denunciate.

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I controlli

L'operazione è stata condotta nell’ambito dei servizi di vigilanza operati all’interno dell’area portuale di Brindisi, finalizzati al contrasto alla contraffazione ed alla tutela del “Made in Italy”, delle regole del mercato e della sicurezza dei consumatori, dai militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Brindisi, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane.

Il valore delle scarpe

All’interno del mezzo sono stati rinvenute complessivamente 15.096 scarpe sportive recanti i segni distintivi della nota multinazionale statunitense “Nike”, risultate tutte contraffatte e destinate ad una ditta riconducibile a un soggetto di nazionalità cinese con sede in Spagna. La verifica dell’intero carico stipato a bordo del tir ha dimostrato che le scarpe, simili al modello “Air Max 270”, erano introdotte nel territorio comunitario per essere poi destinate alla commercializzazione come prodotto originale. Le perizie tecniche effettuate a cura della Nike hanno certificato la contraffazione delle calzature rinvenute. La merce contraffatta illecitamente introdotta nel territorio nazionale se venduta avrebbe fruttato un ricavo pari ad almeno  500 mila euro. Il carico  è stato sottoposto a sequestro penale.

Le denunce

I due rappresentanti legali delle società interessate alla transazione commerciale (entrambi cittadini di nazionalità cinese) e un autotrasportatore bulgaro, sono stati deferiti in stato di libertà alla locale Procura della Repubblica per il reato di “introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi” (stando agli articoli  473 e 474 del Codice penale).

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