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Cronaca

Scatta il sequestro antimafia per la ex masseria-bunker di "Armandone"

CEGLIE MESSAPICA – E dopo il blitz dei poliziotti del commissariato di Ostuni, nella notte tra il 26 ed il 27 agosto scorsi, che condusse alla scoperta di un laboratorio della droga e all’arresto di Armando Bellanova e famiglia, più un “lavorante”, arriva adesso anche il sequestro anticipato della masseria di contrada Pisciacalze in agro di Ceglie Messapica, teatro dell’operazione di tre mesi addietro e del terreno annesso. Ne ha dato notizia oggi pomeriggio la questura di Brindisi, al termine degli accertamenti patrimoniali condotti dalla Divisione anticrimine diretta dal vicequestore Angelo Loconte e a notifica agli interessati conclusa.

CEGLIE MESSAPICA – E dopo il blitz dei poliziotti del commissariato di Ostuni, nella notte tra il 26 ed il 27 agosto scorsi, che condusse alla scoperta di un laboratorio della droga e all’arresto di Armando Bellanova e famiglia, più un “lavorante”, arriva adesso anche il sequestro anticipato della masseria di contrada Pisciacalze in agro di Ceglie Messapica, teatro dell’operazione di tre mesi addietro e del terreno annesso. Ne ha dato notizia oggi pomeriggio la questura di Brindisi, al termine degli accertamenti patrimoniali condotti dalla Divisione anticrimine diretta dal vicequestore Angelo Loconte e a notifica agli interessati conclusa.

Il patrimonio immobiliare sequestrato, precisa una nota della polizia, è costituito da “un’abitazione al piano terra, un locale deposito al piano seminterrato ed una autorimessa al piano terra” del valore commerciale stimato di oltre 400 mila euro. “Peraltro, l’intero plesso, che insiste su di un terreno agricolo di 40,39 are” era totalmente privo di concessione edilizia ed era oggetto di una pratica di sanatoria presso il Comune di Ceglie Messapica. Il presidente del tribunale delle misure di prevenzione, Gabriele Perna, annota nel provvedimento di sequestro anticipato di bene che “dall’esame delle dichiarazione dei redditi dell’interessato è risultato che il reddito complessivo del nucleo familiare è stato esiguo ed a stento sufficiente a soddisfare i bisogni primari dello stesso. Cosicché la disponibilità degli immobili appare del tutto incompatibile con le disponibilità finanziarie lecite”.

Il nucleo di investigatori coordinato dal vicequestore aggiunto Alberto Somma si era messo al lavoro sul caso “Armandone” subito dopo la convalida degli arresti dello stesso Bellanova, 51 anni, della moglie Maria Carmela Masciali di 48 anni, del figlio Daniele di 24 anni e di Cosimo Lamarra di 31 anni. La polizia considera Armando Bellanova un elemento che orbita nell’area della Sacra corona unita, e a suo tempo collegato ai fratelli Giuseppe e Cosimo Leo. Ora il provvedimento presidenziale dovrà essere convalidato dal collegio al completo del tribunale delle misure di prevenzione.

Per fare irruzione nella blindatissima masseria di Armandone, in quella notte di agosto gli agenti del commissariato di Ostuni attesero che due clienti a bordo di una Fiat Punto si allontanassero dal cancello di ingresso, dopo aver acquistato la sostanza stupefacente di cui aveva bisogno, per poi bloccarli a debita distanza facendosi consegnare l’auto. A bordo della stessa, alcuni investigatori tornarono indietro e diedero i due colpi di clacson convenzionali davanti al cancello chiuso. Daniele Bellanova fu tratto in inganno: attraverso il monitor del sistema di videosorveglianza riconobbe l’auto e pensò che i clienti volessero altra roba, o avessero qualche problema. Così aprì e la polizia fece ingresso nel perimetro della masseria prima che “Armandone” e congiunti riuscissero a togliere di mezzo il chilo di eroina brown sugar che stavano tagliando e dividendo in dosi nella cucina della casa.

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