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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Carovigno

Schede telefoniche clonate: indagato consigliere comunale

Secondo l’accusa Francesco Leoci, il più suffragato a Carovigno, esponente di maggioranza eletto nella civica Ripartiamo dal futuro, avrebbe ricevuto 40 euro per ogni attivazione. Il difensore: “Assolutamente estraneo ai fatti, chiesto incontro con il pm”

CAROVIGNO – Due giorni dopo la proclamazione dei consiglieri comunali eletti a Carovigno, il fulmine giudiziario conseguente all’inchiesta sullo spaccio di droga in provincia: il più suffragato, Francesco Leoci, 39 anni, eletto nella lista civica Ripartiamo dal futuro, è indagato a piede libero in relazione all’intestazione di schede telefoniche a cittadini extracomunitari, in cambio di 40 euro. Somma che, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto da Salvatore e Nicholas Lanzillotti, il primo ai domiciliari, l’altro in carcere perché impegnati nella “cessione quasi quotidiana di sostanza stupefacente”.

Il consigliere comunale

Gianvito LilloLeoci non ha ricevuto avviso di garanzia. Non c’è stata alcuna notifica formale, ma è pronto a chiarire ogni aspetto, tanto è vero che il suo avvocato di fiducia, Gianvito Lillo (nella foto al lato), ha già chiesto un incontro con il pubblico ministero Simona Rizzo. “Purtroppo, come talvolta accade, gli indagati apprendono delle inchieste dalla stampa”, dice il penalista. “Ad ogni modo, con serenità, aspettiamo di rendere dichiarazioni al magistrato titolare del fascicolo: in quella sede chiariremo ogni aspetto”.

Leoci è indagato unicamente per l’intestazione delle schede telefoniche di alcune compagnie ed è l’unico nei cui confronti il pubblico ministero non ha chiesto alcuna misura essendo contestato un unico capo di imputazione in concorso con i due Lanzillotti, in qualità di titolare del negozio: “Al fine di procurare a sé e ad altri un profitto, procedendo al trattamento dei dati personali” di due cittadini (i cui nomi indagati nel provvedimento del gip) in violazione di disposizioni di legge, “inducevano in errore le compagnie telefoniche Tim e Wind, attribuendo un falso nome”.

Le schede telefoniche

Secondo quanto contestato, “Leoci in particolare” in qualità di titolare di un negozio con sede a Carovigno, “attivava varie schede intestate a ignari cittadini extracomunitari che poi provvedeva a consegnare a Nicholas Lanzillotti al costo di 40 euro ciascuna e a Salvatore Lanzillotti”, in data anteriore e prossima al primo settembre 2017.

Lo stesso giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Tea Verderosa, ha sottolineato che “in relazione al tale capo di imputazione, non viene chiesta alcuna misura cautelare”. Rileva unicamente – si legge – “per suffragare le esigenze cautelari alla base degli arresti per i due Lanzillotti.

La motivazione è la seguente: “Nicholas Lanzillotti, allo scopo di impedire o comunque di rendere difficoltoso la riconducibilità a lui e ai suoi complici delle schede telefoniche usate per svolgere illecite attività acquisiva tre sin card telefoniche presso il negozio il cui titolare è Francesco Leoci”. Il nome di quest’ultimo, quindi, compare nell’inchiesta. Nome che a Carovigno è noto non solo per l’attività commerciale, ma anche per l’impegno politico riconosciuto alle recenti elezioni: Leoci, infatti, è stato candidato nella civica che ha portato alla vittoria del sindaco, ottenendo il maggior numero di consensi.

“Le schede – scrive sempre il gip – veniva indicate dagli stessi indagati come clonate, intendendo dire che erano intestate non a loro, ma a terze persone ignare. Leoci per la fornitura chiedeva un corrispettivo più altro rispetto al prezzo ordinario”.

Intercettazioni ambientali

Va precisato che le intercettazioni riportate nell’ordinanza di custodia cautelare non riguardano il neo eletto consigliere comunale. Le conversazioni sono state ascoltate in ambientale, nell’auto in uso a Nicholas Lanzillotti tra questi e un altro indagato accusato di spaccio, Leonardo Di Latte. Quella ritenuta rilevante è del primo settembre dello scorso anno, attorno alle 22, quando Lanzillotti riferisce all’altra “di passare dal negozio di Leoci per saldargli quanto ancora in sospeso per tre schede telefoniche, che questi gli ha ceduto per un ammontare complessivo pari a 120 euro”. Dall’attivazione avrebbero garantito mille minuti di traffico telefonico.

Le verifiche hanno permesso di accertare che al momento dell’attivazione era stato indicato il nome di un filippino la cui residenza risultava essere a Brindisi in via Costa. Strada non esistente nella toponomastica. Un altro intestatario era un senegalese residente in via Appia, a un numero civico non esistente.

Le reazioni politiche

Dalla sede del Municipio, i consiglieri di opposizione chiedono al primo cittadino  Massimo Lanzillotti e al Pd quali decisioni intendano assumere, fermo restando la presunzione di innocenza del consigliere indagato: "Premesso che tutti sono innocenti sino all'ultimo grado di giudizio ci chiediamo qual è la posizione che il sindaco , co-fondatore della lista Ripartiamo dal Futuro unitamente allo stesso Leoci, ed il Partito Democratico di Carovigno intendano prendere in merito a questa brutta vicenda", si legge nella nota. "Crediamo che la trasparenza, tanto sbandierata sui palchi dal Sindaco e dalla sua maggioranza, sia alla base di ogni rapporto, soprattutto con i cittadini dalla stessa rappresentati". A firmarla sono stati gli esponenti delle civiche Carovigno Nuova, Carovigno Impegno civico, Pagliara sindaco e Noi con Carovigno.

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