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Cronaca

Scu, appalti e assunzioni: fine indagini

BRINDISI - La direzione distrettuale antimafia di Lecce ha chiuso le indagini a carico di venti persone, tutte del Brindisino, accusate a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso per aver fatto parte della Scu, fino al 2010.

BRINDISI - Le estorsioni per le ditte che volevano lavorare, fra cui quella che stava realizzando (su appalto pubblico) la circonvallazione di Mesagne. Le pressioni per l’assunzione all’ospedale Perrino, per conto della ditta (la Manutencoop) che si occupava all’epoca dei fatti del servizio di ausiliariato e portierato. Le minacce, le intimidazioni. Il traffico di droga. Il gioco d’azzardo. Sono gli affari della nuova Scu, quella priva di riti di affiliazioni, di apparente basso profilo, raccontata da Ercole Penna.

Su uno dei capitoli della quarta mafia, in particolare quello della Sacra corona brindisino-mesagnese che fu denominato dalla Squadra mobile di Brindisi ‘Die Hard’, il pm Alberto Santacatterina della Dda di Lecce ha chiuso le indagini preliminari a carico di 20 persone, 16 delle quali furono arrestate agli inizi dello scorso maggio per associazione per delinquere di stampo mafioso e varie altre ipotesi satelliti.

A rischiare il processo sono: Vincenzo Accolli, mesagnese di 30 anni difeso dall’avvocato Silvio Verri, Danilo Calò, Mesagne, 25, anni difeso dall’avvocato Daniela Faggiano, Rosario Capodieci, 34 anni, di Mesagne, difeso da Sandra Di Monte e Paolo D’Amico, Ivan Carriero, 31 anni di Mesagne, assistito dall’avvocato Marcello Falcone, Antonio Centonze, brindisino di 45 anni, difeso da Giuseppe Guastella e Ladislao Massari, Nicola Destino, 25 anni, di Mesagne, difeso dall’avvocato Serafino Debonis, Francesco Gravina, 53 anni, Mesagne, difeso da Marcello Falcone.

Francesco Gravina, detto Gabibbo, 34 anni, difeso dall’avvocato Elvia Belmonte, Cosimo Giovanni Guarini, alias Maradona, (collaboratore di giustizia) assistito dall’avvocato Monfredo Fiormonti, Giovanni Longo, 40 anni, difeso da Raffaele Missere e da Gianfrancesco Castrignanò, Tobia Parisi, 32 anni, difeso dall’avvocato Giancarlo Camassa, Massimo Pasimeni, alias Piccolo Dente, difeso da Rosanna Saracino e Marcello Falcone, Alessandro Perez, Mesagne, 25 anni, difeso da Giancarlo Vaglio.

Marco Petrachi, 26 anni, difeso da Ladislao Massari e Laura Beltrami, Marcello Romano, 36 anni, difeso da Paolo D’Amico, Vito Stano, 35 anni, di Mesagne, difeso dall’avvocato Raffaele Missere, Vincenzo Solazzo, 42 anni, 42 anni, difeso dagli avvocati Marcello Falcone e Rosanna Saracino, infine Massimo Pulli Taurisano, 50 anni, difeso dall’avvocato Silvio Verri del foro di Lecce.

Venti i capi di imputazione. Dal 416 bis, secondo cui: “l’associazione, avvalendosi di un capillare controllo del territorio, della disponibilità di armi e notevoli quantità di denaro, della saldezza e stabilità del vincolo tra gli associati, tutti rispettosi dei compiti loro assegnati, delle regole dell’organizzazione e delle gerarchie di essa, si avvaleva della forza intimidatrice derivante tra l’altro dal ruolo di Daniele Vicientino e Ercole Penna, quali successori di Antonio Vitale, nella posizione di vertice della frazione mesagnese e della conseguente diffusa condizione di assoggettamento e omertà sia interna che esterna, al fine di realizzare profitti e vantaggi ingiusti per sé e per altri, assumendo controllo o esigendo il rendiconto di qualsiasi attività illecita da chiunque svolta sul territorio e comportante significativi profitti, inoltre, una volta divenuta di pubblico dominio la notizia della collaborazione con la giustizia di Ercole Penna, organizzavano e comunque partecipavano a una serie di attentati volti a ribadire la permanente operatività dell’associazione e la sua immutata forza intimidatrice”.

A Mesagne, dal 2005 in poi. Quindi l’elenco dei singoli episodi: l’estorsione ai danni della ditta individuale Mingolla Giancarlo, cui furono chiesti mille euro, il tentativo di costringere Riccardo Infante, responsabile dell’area Puglia della Manutencoop Facility Management spa, all’assunzione di tre persone indicate da Penna e Centonze, mediante ‘la prospettazione anche implicita della loro notoria appartenenza alla Scu. Quindi ancora le estorsioni a danno della Daloisio Nicola per la sistemazione del canale Galina – Capece, quelle in danno della ditta Eredi Devicienti, e dell’imprenditore Pasquale Carriero, cui furono chiesti 20mila euro.

Nel mirino anche la Taf Pneumatici, Cosimo Scalera, titolare di supermercati Eurospin, contro il cui portone di casa fu sparato un colpo di fucile a scopo intimidatorio. E poi armi, droga. Gioco d’azzardo. L’inchiesta, che condusse nel maggio scorso all’esecuzione di 16 ordinanze di custodia cautelare, ha avuto un primo impulso dalle dichiarazioni di uno degli ultimi collaboratori di giustizia brindisino, Ercole Penna, che è fra gli indagati. Nell’elenco figura anche un altro pentito, Cosimo Damiano Guarini, anche lui di Mesagne. Tra i venti destinatari dell’avviso di fine indagini anche il presunto ‘capo’ della Scu mesagnese, Massimo Pasimeni, detto ‘Piccolo dente’.

Nel corso delle indagini emerse un particolare riguardante le nuove affiliazioni che, stando a quanto riferito, non venivano più effettuate con i tradizionali riti utilizzati un tempo per entrare a far parte della Sacra corona unita.

 

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