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Cronaca

Scu, Omega Bis: in appello 14 assoluzioni e pene ridotte

Dopo 12 ore di camera di consiglio nella tarda serata di ieri, mercoledì 29 gennaio, è stata emessa la sentenza della Corte d’Appello di Lecce sull’inchiesta Omega bis della Dda

BRINDISI – Dopo 12 ore di camera di consiglio nella tarda serata di ieri, mercoledì 29 gennaio, è stata emessa la sentenza della Corte d’Appello di Lecce nel processo nato dall'inchiesta Omega bis della Dda, riguardante la presunta esistenza di una frangia della Sacra Corona Unita nella zona a sud di Brindisi, attiva nel traffico di droga del 20 settembre del 2017. Nel processo di primo grado in 53 furono condannati, quattro assolti. Le pene più severe furono inflitte ai brindisini ritenuti a capo del sodalizio di stampo mafioso, a partire da Carlo Solazzo, condannato a 25 anni; e dal fratello  Pietro 24 anni e due mesi. Con la nuova sentenza sono 14 le assoluzioni. Rideterminate le pene di 24 imputati.

L'operazione Omega bis

La sentenza di primo grado del 27 giugno 2018 è stata appellata da: Salvatore Arseni 45 anni di San Pietro Vernotico, Claudio Bagordo, Vito Braccio 37 anni di Mesagne, Gianni Caputo, Giuseppe Chiriatti, Floriano Chirivì 36 anni, di Mesagne, Benito Clemente 40 anni, di San Pietro Vernotico, Vito Conversano, Gabriele Cucci, Daniele D’Amato 41 anni, di San Donaci, Giuseppe D’Errico, Saverio Elia Saverio Elia, 41 anni, di San Pietro Vernotico, Marco Ferulli, Francesco Francavilla, Cosimo Fullone 40 anni di Mesagne, Cristian Gennari 32 anni, di Mesagne, Giuseppe Giordano 48 anni, di San Pietro Vernotico, Luca Goffredo, Paolo Golia 36 anni, di San Pietro Vernotico, Leonarda Greco, Hajdari Gennaro, Stefano Immorlano, Fausto Lamberti 40 anni, di Campi Salentina, Gabriele Leuzzi. 

Roberto Longo 52 anni, di Nardò, Antonio Brando Lutrino, Cosimo Mazzotta, 56 anni, di Cellino San Marco, Umberto Nicoletti 42 anni, di Lecce, Massimiliano Pagliara 42 anni di San Pietro Vernotico, Marco Pecoraro 39 anni residente in Germania, Cosimo Perrone, Giuseppe Perrone, Daniele Rizzo 42 anni di San Pietro Vernotico, Giuseppe Saponaro, Antonio Saracino 43 anni di Mesagne, Valtere Scalinci 44 anni di Albstad-Ebingen (Gernamia), Giuseppe Luigi Screti 32 anni di Mesagne, Carlo Solazzo 43 anni di San Pietro Vernotico, Pietro Solazzo 40 anni San Pietro, Pietro Soleti 54 anni, Nicola Taurino, Francesco Trinchera 46 anni di Nardò, Andrea Vacca, Cosimo Vitale.  Dal procuratore presso il tribunale di Lecce nei confronti di Antonio Corbascio, Onofrio Corbascio, Saverio Rizzo, e dal procuratore generale presso la Corte d’Appello di Lecce nei confronti di Floriano Chirivì e Pietro Soleti.

Gli assolti

Giuseppe Chiriatti, Vito Conversano, Gabriele Cucci e Luca Goffredo dai reati ritenuti in sentenza per non aver commesso il fatto. Stefano Immorlano dei reati in sentenza perché il fatto non sussiste. Saverio Elia dai capi 38 e 39 perché il fatto non sussiste. Cosimo Fullone dal capo 6  e dal capo 49.3 per non aver commesso il fatto. Fausto Lamberti dal capo 7 per non aver commesso il fatto, Massimiliano Pagliara dal capo 24 per non aver commesso il fatto, Marco Pecoraro dal capo 39 perché il fatto non sussiste, Valtere Scalinci per non aver commesso il fatto, Carlo Solazzo dal capo 39 perché il fatto non sussiste e Pietro Solazzo dal capo 39 perché il fatto non sussiste.

Le pene rideterminate

Rideterminata la pena per Salvatore Arseni: 4 anni di reclusione e 18mila euro di multa. Era stato condannato a sei anni e otto mesi più 30mila euro (richiesta di condanna a dieci anni di reclusione). Vito Braccio: riconosciuto il vincolo della continuazione con i reati giudicati con la sentenza irrevocabile del Gip presso il tribunale di Brindisi in data 23 ottobre 2014, 7 anni 10 mesi di reclusione e 35mila euro di multa, in essa ricompresa la pena relativa alla citata sentenza che si determina in un anno di reclusione e 3mila euro di multa. Era stato condannato a sei anni e dieci mesi più 32mila euro (richiesta dieci anni). Floriano Chirivì: cinque anni e 4 mesi di reclusione, era stato condannato a sei anni, due mesi e venti giorni (richiesta 20 anni). Benito Clemente: 20 anni di reclusione, era stato condannato a 20 anni e dieci mesi (richiesta venti anni).

Daniele D’Amato: riconosciuto il vincolo della continuazione con i reati giudicati con la sentenza irrevocabile della corte d’Appello di Lecce in data 14.02.2003, in due anni e sei mesi di reclusione in aumento, così determinando quella complessiva in 7 anni e sei mesi di reclusione. Era stato condannato a cinque anni, sei mesi e 26mila euro di multa (richiesta 15 anni). Saverio Elia: quattro anni di reclusione e 17.734 di multa per la residua imputazione. Era stato condannato a quattro anni e quattro mesi più 18mila euro di multa (richiesta 10 anni).

Cosimo Fullone: tre anni e sei mesi di reclusione e 10mila euro di multa. Era stato condannato a sei anni e quattro mesi più 28mila (richiesta 12 anni). Cristian Gennari: esclusa la contestata recidiva, sette anni un mese e 10 giorni di reclusione. Era stato condannato a nove anni e quattro mesi (richiesta 12 anni).

Giuseppe Giordano: riconosciuto il vincolo della continuazione con i reati giudicati con la sentenza irrevocabile della Corte D’Appello di Lecce in data 29.5.2015, in tre anni di reclusione in aumento, così determinando quella complessiva in 13 anni e 8 mesi di reclusione. Era stato condannato a sei anni, due mesi e venti giorni (richiesta sette anni). Paolo Golia: riconosciuto il vincolo della continuazione con i reati giudicati con la sentenza irrevocabile della Corte di Appello di Lecce in data 25.9.2914, in due anni di reclusione ed euro 9mila di multa, così determinando quella complessiva in 7 anni di reclusione e 39mila euro di multa. Leonarda Greco: due anni di reclusione e 700 euro di multa.  Era stata condannata a due anni e quattro mesi più 800 euro.

Fausto Lamberti: due anni e quattro mesi di reclusione e 4200 euro di multa per la residua imputazione. Era stato condannato a sei anni e dieci mesi (richiesta nove anni). Roberto Longo: sei mesi di reclusione e 2mila euro di multa. Era stato condannato a un anno e quattro mesi più quattromila euro. Cosimo Mazzotta: ritenuta la continuazione con i reati delle sentenze richiamate nella ordinanza della Corte di Appello di lecce in data 6.7.2011, in un anno e sette mesi di reclusione in aumento, così determinando la pena complessiva in 20 anni di reclusione e 3.450, 83 di multa. Era stato condannato a sette anni, nove mesi e dieci giorni (richiesta sette anni).

Umberto Nicoletti: sei anni, due mesi di reclusione e 28mila euro di multa. Era stato condannato a sei anni, dieci mesi e 32mila euro (richiesta di pena a dieci anni). Massimiliano Pagliara: 6 anni e 8 mesi di reclusione e 30mila euro di multa per le residue imputazioni. Era stato condannato a nove anni e quattro mesi (richiesta 12 anni). Marco Pecoraro: 20 anni di reclusione per le residue imputazioni. Era stato condannato a venti anni, dieci mesi e venti giorni (richiesta 20 anni).

Daniele Rizzo: ritenuta la continuazione con i reati giudicati con la sentenza della Corte di Appello di Lecce in data 8.10.2003, in due anni e quattro mesi di reclusione ina aumento, così determinando la pena complessiva in 13 anni e quattro mesi di reclusione. Era stato condannato a sette anni, nove mesi e dieci giorni (richiesta sei anni). Antonio Saracino: 15 anni, dieci mesi e 20 giorni di reclusione. Era stato condannato a 20 anni e quattro mesi (richiesta venti anni).

Valtere Scalinci: tre anni e quattro mesi di reclusione e 14mila euro di multa. Era stato condannato a quattro anni e due mesi più 18mila euro (richiesta otto anni). Giuseppe Luigi Screti: un anno e 8 mesi di reclusione e 500 euro di multa. Era stato condannato a due anni e 600 euro.

Carlo Solazzo: riconosciute le circostanze attenuanti generiche equivalenti alla contestata recidiva e la continuazione con reati giudicati con la sentenza irrevocabile della Corte di Appello di Lecce in data 14.2.2003, nella pena complessiva di 18 anni e sette mesi di reclusione. Era stato condannato a 25 anni e quattro mesi (richiesta 20 anni di reclusione). Pietro Solazzo: riconosciuta la continuazione con i reati giudicati con la sentenza irrevocabile della Corte di Appello di Lecce in data 14.2.2003 nella complessiva pena di 20 anni di reclusione. Era stato condannato a 24 anni e due mesi (richiesta 20 anni). Francesco Trinchera: sei mesi di reclusione e 2mila euro di multa. Era stato condannato a un anno e quattro mesi più quattromila euro di multa.

Confermata nel resto la sentenza impugnata. Claudio Bagordo, Gianni Caputo, Giuseppe D’Errico, Marco Ferulli, Francesco Francavilla, Gennaro Hajadari, Gabriele Leuzzi, Antonio Lutrino Brando, Cosimo Perrone, Giuseppe Perrone, Giuseppe Saponaro, Pietro Soleti, Nicola Taurino, Andrea Vacca e Cosimo Vitale sono stati condannati al pagamento delle spese processuali. La sentenza della Corte D’Appello, inoltre, sostituisce la pena accessoria della interdizione perpetua dai pubblici uffici con quella temporanea per cinque anni nei confronti di Salvatore Arseni, Cosimo Fullone e la elimina nei confronti di Fausto Lamberti.

Antonio Saracino e Benito Clemente sono stati condannati al pagamento del presente grado di giudizio in favore della costituita parte civile Francesco Lazzari. Cessata la misura cautelare in corso nei confronti di Stefano Immorlano. Fissato in 90 giorni il termine per il deposito della motivazione e dichiarati sospesi, per la stessa durata, i termini di custodia cautelare nei confronti degli imputati detenuti per questa causa.

Il collegio difensivo è composto da: Ladislao Massari, Dario Budano, Francesco Cascione, Giuseppe Presicce, Anna Centonze, Gino Gioffredi, Pasquale Di Natale, Pasquale Annicchiarico, Marcello Pennetta, Giovanni Barba, Giancarlo Camassa, Rosalba Gatto, Marcello Pennetta, Raffaele Missere, Rocco Vincenti.

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