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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Se il sottopasso è una barriera

BRINDISI - I sottopassi, opere utili, ma nel caso di Brindisi vere e proprie barriere architettoniche. I disabile sembra abbiano rinunciato al loro utilizzo dopo le esperienze iniziali, per il popolo delle biciclette e dei passeggini sono un ostacolo da superare con un certo sforzo fisico. Ma non potevano essere progettati e realizzati per agevolare questo genere di transiti? Se lo chiede Anna Chiara Intini, responsabile di Cicloamici Brindisi. Una riflessione rivolta agli amministratori pubblici.

BRINDISI - I sottopassi, opere utili, ma nel caso di Brindisi vere e proprie barriere architettoniche. I disabile sembra abbiano rinunciato al loro utilizzo dopo le esperienze iniziali, per il popolo delle biciclette e dei passeggini sono un ostacolo da superare con un certo sforzo fisico. Ma non potevano essere progettati e realizzati per agevolare questo genere di transiti? Se lo chiede Anna Chiara Intini, responsabile di Cicloamici Brindisi. Una riflessione rivolta agli amministratori pubblici.

La pazienza dei brindisini è infinita. La conferma è in uno dei tanti giorni in cui ho utilizzato il sottopasso, di recente apertura, che da Via Tor Pisana conduce al Piazzale della Stazione modificando la logistica della nostra città. Nei pochi minuti di attraversamento ho incontrato almeno cinque-sei persone che con il peso della bicicletta salivano o scendevano le scale.

Ho notato anche studentesse e studenti pendolari che, dal sud al nord, sollevavano la loro valigia piena di ricordi e necessità. Ho notato anche madri, sì soprattutto madri, sollevare passeggini appesantiti dall’amorevole peso dei loro bambini. Non ho incontrato mai  diversamente abili perché per loro non si ipotizza per niente di attraversare un sottopasso. Sul volto di tutti la stessa rassegnazione.

Pare che questa città tolga i pensieri o li addormenti, perché non comprendo come mai si possa passare da un punto all’altro di quel sottopasso senza che l’espressione del viaggiatore urbano non dimostri almeno un po’ di rabbia per ciò che ogni ingegnere di buon senso avrebbe dovuto realizzare: semplici scivoli per permettere il trasporto di bici, di bagagli e passeggini.

Come in un film, ho rivisto le stesse scene spostandomi verso l’altro sottopasso distante pochi metri. Ogni sottopasso moderno, almeno in un contesto di architettura moderna e di civile utilità, dovrebbe prevedere il superamento delle barriere architettoniche. Ci sono persone che, viaggiando quotidianamente per lavoro, preferirebbero usare il treno con la bici al seguito per una sorta di alleanza fra bicicletta e treno per contrastare lo strapotere delle auto.

Se questa preferenza, tuttavia, deve comportare traumi da sforzo per sollevamento pesi, è facile supporre una sua conseguente rinuncia. Non mi è dato conoscere le competenze della gestione di entrambi i sottopassi. I responsabili, chiunque siano, darebbero una risposta di civiltà a basso costo posizionando, almeno, delle semplici canaline per fare scorrere le biciclette e magari anche le valige o i passeggini. Sarebbe già qualcosa. (anna chiara intini)

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