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Cronaca

Segnale contro la scelta del sindaco: "Il Comune sia parte civile contro racket e usura"

SAN VITO DEI NORMANNI - Il centrosinistra di San Vito dei Normanni chiede la costituzione di parte civile del Comune nei processi “contro le attività criminose di stampo mafioso, racket e usura consumate nel proprio territorio comunale”, e sull’argomento chiede la convocazione urgente di un consiglio comunale straordinario. La questione, quella vera, nemmeno menzionata nella proposta di delibera, è fra le righe. C’entra con la difesa assunta da parte del sindaco di centrodestra Alberto Magli, in qualità di legale, del presunto usuraio Francesco Bello, 76enne arrestato in flagranza dai carabinieri nei giorni scorsi. Delle due l’una, secondo la più elementare delle regole processuali: se il percorso virtuoso indicato dalle forze di opposizione dovesse trovare accoglimento nel consiglio, comporterebbe l’incompatibilità della costituzione di parte civile con gli incarichi professionali assunti in qualità di liberi professionisti da parte di chiunque occupi un ruolo istituzionale. Sindaco compreso.

SAN VITO DEI NORMANNI - Il centrosinistra di San Vito dei Normanni chiede la costituzione di parte civile del Comune nei processi “contro le attività criminose di stampo mafioso, racket e usura consumate nel proprio territorio comunale”, e sull’argomento chiede la convocazione urgente di un consiglio comunale straordinario. La questione, quella vera, nemmeno menzionata nella proposta di delibera, è fra le righe. C’entra con la difesa assunta da parte del sindaco di centrodestra Alberto Magli, in qualità di legale, del presunto usuraio Francesco Bello, 76enne arrestato in flagranza dai carabinieri nei giorni scorsi. Delle due l’una, secondo la più elementare delle regole processuali: se il percorso virtuoso indicato dalle forze di opposizione dovesse trovare accoglimento nel consiglio, comporterebbe l’incompatibilità della costituzione di parte civile con gli incarichi professionali assunti in qualità di liberi professionisti da parte di chiunque occupi un ruolo istituzionale. Sindaco compreso.

La questione sollevata dalle forze politiche di minoranza a San Vito fa il paio con una vicenda gemella a Cellino San Marco, dove il sindaco-avvocato Francesco Cascione è anche difensore dei principali imputati nel processo contro la Scu di ultima generazione, attiva nei comuni fra San Pietro Vernotico e Cellino. I giovani imputati per 416 bis sarebbero autori, secondo la procura, anche di un inquietante gesto intimidatorio ai danni dell’allora sindaco di S.Pietro, Giampiero Rollo e del consigliere comunale Sergio Palma. Entrambi furono destinatari di due teste di coniglio mozzate, recapitate ai rispettivi indirizzi privati, esattamente il giorno successivo alla convocazione di un consiglio straordinario sulla legalità che si tenne a San Pietro al culmine di un lungo anno di attentati incendiari, poco meno di trenta episodi addebitati agli stessi imputati.

All’alba dei processo contro i nipotini di Totò Riina, la città di San Pietro Vernotico ha scelto nettamente: si sono costituiti parte civile sia l’ex sindaco Rollo che il primo cittadino neo-eletto, Pasquale Rizzo, che ha rinunciato per l’occasione alla difesa di alcuni degli imputati, rappresentando il Comune nelle schiere opposte. Del tutto altrimenti è andata a Cellino, dove Cascione, in nome del diritto alla difesa, non ha rinunciato all’incarico in qualità di privato professionista. Da più parti si sono levate le voci di chi chiede a nome di chi il primo cittadino cellinese siederà un domani qualunque, ai futuri tavoli della legalità, quesito consegnato anche al prefetto di Brindisi Nicola Prete dalle associazioni antiracket di tutto il Brindisino. Val la pena di precisare che, sia nel caso di Cascione che nel caso di Magli, la Camera penale ha ribadito senza esitazione  la sacralità del diritto alla difesa di chiunque. Presunti usurai e presunti mafiosi compresi.

In attesa che il prefetto assuma posizione sull’argomento, divampa nuovamente la polemica a San Vito dei Normanni. Ma l’opposizione, al netto di ogni attacco frontale al primo cittadino o chi per lui, propone un percorso istituzionale che costituirebbe una scelta di campo a priori. La proposta, formalizzata nella richiesta di convocazione del consiglio comunale straordinario, porta la firma di Giuseppe Masiello, Cataldo Greco, Valerio Longo, Vincenzo Sardelli, Alessandro Argentieri, Silvana Errico, Angelo Raffaele Piccigallo e Michele Greco. I consiglieri muovono da un assunto necessario “occorre che il Comune di San Vito dei Normanni continui a dare un segnale concreto di impegno nella lotta e contrasto alla criminalità organizzata in tutte le sue forme”, schierandosi nelle fila dei Comuni invitati dall’Associazione nazionale comuni italiani che “negli ultimi anni ha più volte e in diverse maniere espresso il proprio impegno nella lotta alle mafie, al racket e all’usura”.

Impegno assunto anche in occasione della seconda assemblea programmatica nazionale di Anci giovane, che si è tenuta a Taormina a maggio scorso, chiedendo agli enti locali di fare fronte comune “politicamente e con atti amministrativi contro le mafie, il racket e l’usura”. I consiglieri sanvitesi vanno anche oltre, proponendo oltre alla costituzione di parte civile, di destinare “l’eventuale risarcimento a un fondo a sostegno delle vittime del racket e dell’usura e al sostegno delle realtà associative come l’Acias (la locale associazione antiracket, ndr)e quelle assegnatarie di immobili confiscati alla criminalità organizzata”. La parola spetta adesso al presidente del consiglio comunale, in quota Pdl, Francesco Cavaliere, che entro venti giorni, a partire dal 5 gennaio (data di deposito della richiesta) dovrà decidere se convocare le assise o respingere la richiesta al mittente.

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