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Sempre serie le condizioni dell'imprenditore arrestato: rinviata udienza convalida

Non sono ancora migliorate le condizioni dell'imprenditore brindisino Pasquale Giurgola, che i medici del reparto di psichiatria oggi hanno dovuto sedare totalmente. Una situazione complicata anche da altri problemi. Giurgola ieri sera rifiutava le cure, incluse le medicine che assume da tempo dopo un infarto, e anche stamani era molto agitato

BRINDISI - Non sono ancora migliorate le condizioni dell'imprenditore brindisino Pasquale Giurgola, che i medici del reparto di psichiatria oggi hanno dovuto sedare totalmente. Una situazione complicata anche da altri problemi. Giurgola ieri sera rifiutava le cure, incluse le medicine che assume da tempo dopo un  infarto, e anche stamani era molto agitato. Il sostituto procuratore Raffaele Casto ed il giudice delle indagini preliminari hanno perciò concordato un rinvio dell'udienza di convalida dell'arresto dell'imprenditore, inizialmente fissata per giovedì, probabilmente a venerdì, sulla base del problema evidenziato dal difensore, Massimo Manfreda, circa l'impossibilità del suo cliente di presenziare all'udienza nelle sue piene facoltà fisiche e psichiche.

Intanto lo stesso avvocato Manfreda, assieme alla commercialista di Pasquale Giurgola, Barbara Branca, a collaboratori e ad alcuni parenti dell'imprenditore, stanno progressivamente prendendo conoscenza della situazione delle tre società da lui amministrate (Bis Srl, Nettuno Srl e la Brindisi Mare), per garantirne la continuità. Da queste società dipendono 36 lavoratori e le loro famiglie, e occorre prepararsi ad un periodo di gestione dell'emergenza. Ieri Giurgola è crollato, dopo aver ceduto le armi, due pistole, con le quali aveva fatto ingresso nella sede dell'Autorità Portuale e subito dopo nell'ufficio del presidente Iraklis Haralambidis, facendo uscire i presenti ma strattonando all'interno il segretario generale Salvatore Giuffrè, con i quali è rimasto solo per 40 minuti circa, prima che il genero lo convincesse a desistere, prendendo una delle pistole e passandola a Giuffrè, mentre l'altra arma è stata consegnata al vicequestore Salvatore De Paolis, dirigente della Polizia di Frontiera, che ha diretto l'intervento.

Pasquale Giurgola-2Ciò che Giurgola ha detto in quel drammatico, lungo isolamento nell'ufficio di presidenza con Haralambidis e Giuffrè  è materiale per le indagini e non appena sarà possibile, sarà anche materiale per la difesa. Gli episodi scatenanti sono stati gli onerosi investimenti in macchine attuati da Giurgola, vanificati dalla cessazione dei suoi rapporti commerciali con il Gruppo Grimaldi e dalle modalità di ciò, ma esiste una lunga storia di attriti e contenziosi con la stessa Autorità Portuale, che è un tratto del resto comune anche per altri imprenditori brindisini. Uno stato di tensione assai poco indagato dal Ministero dei Trasporti e dalla Regione Puglia, che non hanno considerato segnali come la perdita di fatturato del porto di Brindisi (delle imprese certamente, dell'authority molto probabilmente), la perdita di finanziamenti pubblici, l'autoriduzione delle tariffe dei servizi non in capo all'authority, circostanze ben documentate, e il fatto che agenti marittimi brindisini siano stati costretti a spostare altrove (Bari) le proprie navi. (Nella foto, Pasquale Giurgola)

Tutte spie di un malessere assai esteso, che nella mattinata di lunedì ha trovato un punto di rottura nella psiche di Pasquale Giurgola. Tutto sarebbe potuto accadere in quei 40 minuti, ma per fortuna l'ultima barriera non si è spezzata. Forse non tutti sanno che in quei primi minuti di diffusione della notizia della presenza di un uomo armato nell'ufficio di presidenza dell'Autorità Portuale qualcuno degli operatori marittimi brindisini non ha pensato a Lino Giurgola, ma anche ad altri colleghi. Cosa dire di più, ci dicono gli imprenditori portuali e gli agenti. Oggi è arrivato anche il messaggio di solidarietà dell'assessore regionale Giovanni Giannini ai vertici e al personale dell'Autorità Portuale: "Il ricorso alla violenza non è giustificabile neppure se motivato dalle difficoltà connesse alla grave crisi economica in atto. Il confronto civile, nell’ambito del quale sostenere le proprie ragioni, è l’unica strada possibile per riavviare la crescita e lo sviluppo. Quanto è accaduto è espressione di un incivile cultura dello stare insieme fondata sui disvalori dell’arroganza e della prepotenza. Mi auguro che l’Ente tutto possa superare questa drammatica esperienza e riprendere con la dovuta serenità il regolare corso del proprio lavoro”.

Per stare insieme però bisogna essere almeno in due, e la civiltà crolla se la mente che guida i comportamenti cede. Bisogna andare più indietro, per capire. I brindisini che conoscono Pasquale Giurgola, con tutti i suoi pregi e difetti, gli hanno espresso solidarietà, angosciati dalla gravità del gesto che nessuno condivide, ma anche del limite raggiunto. Chiudere solo con un messaggio di condanna la vicenda esplosa ieri mattina non è un buon segnale per la città ed il suo porto, dicono i colleghi dell'imprenditore arrestato e ricoverato in psichiatria.

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