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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Sacra Corona, inchiesta "Oltre le mura": riduzioni di pena in appello

Emesse undici condanne nell'ambito del procedimento scaturito da un'operazione della Squadra Mobile di Brindisi

Pene ridotte in appello nei confronti di gran parte degli imputati coinvolti nel procedimento scaturito dall’inchiesta “Oltre le mura”, giudicati in primo grado con rito abbreviato. La corte d’appello di Lecce, presieduta dal giudice Domenico Cucchiara, ha emesso ieri (mercoledì 9 giugno) la sentenza nei confronti di 11 persone che il 15 maggio 2018 furono arrestate dalla Squadra Mobile di Brindisi in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare. L’inchiesta fece luce su un nuovo gruppo in seno alla Scu, tenuto a battesimo e gestito dal carcere da Antonio Campana in tandem con Raffaele Martena. Lo stesso Campana nell’aprile 2019 iniziò il percorso di collaborazione con la giustizia. La pena a sei anni e otto mesi di reclusione (ridotta in conseguenza del riconoscimento delle attenuanti) inflittagli in primo grado, non è stata appellata. 

Le condanne 

Riguardo a Raffaele Martena, condannato in primo grado a 20 anni, sono stati unificati (ex articolo 81 cpv c.p.) i reati di cui al presente giudizio e quelli separatamente giudicati con la sentenza della Corte d’appello di Lecce del 7 novembre 2018, irrevocabile il 12 dicembre 2018. E’ stata dunque fissata la pena in aumento per i fatti dell’inchiesta “Oltre le mura” in 6 anni e 4 mesi di reclusione (già calcolata la diminuente per il rito abbreviato) e, per l’effetto, ridetermina la pena complessiva in 18 anni di reclusione. 

Per quanto riguarda Andrea Polito e Vincenzo Polito, sono state riconosciute le attenuanti generiche equivalenti alla aggravante di cui all’articolo 416 bis del codice penale e alla recidiva. Entrambi hanno dunque ottenuto la riduzione della pena: Andrea Polito (12 anni e 8 mesi in primo grado) è stato condannato a 8 anni e 8 mesi; Vincenzo Polito (10 anni e 8 mesi in primo grado) è stato condannato a 8 anni.  Inoltre pene ridotte nei confronti di: Jury Rosafio, 17 anni e 4 mesi (20 anni in primo grado), Ronzino De Nitto, 8 anni e 4 mesi (10 anni in primo grado); Fabio Arigliano, 11 anni e 4 mesi (12 anni e 8 mesi in primo grado); Mario Epifani, 12 anni e 8 mesi di reclusione (14 anni in primo grado); Andrea Martena, 8 anni e 8 mesi di reclusione (10 anni in primo grado).  Confermate le condanne inflitte in primo grado a carico di Igino Campana (8 anni e 8 mesi), Nicola Magli (8 anni), Enzo Sicilia (8 anni). 

Tutti gli imputati sono stati condannati alla rifusione delle spese del grado sostenute dalle parti civili, ossia i Comuni di Brindisi e Mesagne e la Provincia di Brindisi, che vengono liquidate in 1.500 euro per ciascuna.  Collegio difensivo è composto dagli avvocati: Ladislao Massari, Gianvito Lillo, Dario Budano, Pasquale Annicchiarico, Fabio Di Bello, Danilo Di Serio, Luca Leoci e Giacinto Epifani.

Il piano di fuga di Antonio Campana 

L’inchiesta permise di scoprire il piano di fuga dal carcere di Terni di Antonio Campana, per trascorrere il Natale 2018 con i suoi familiari, sulle colline della Selva di Fasano. Le istruzioni su come e quando segare le sbarre della finestra della sua cella furono intercettate, dopo che gli agenti della penitenziaria trovano il telefonino nella sua cella. Per segare le sbarre chiese allo zio, Igino Campana, fili d’angelo diamantati da nascondere nel pane che doveva essere consegnato in occasione di uno spettacolo teatrale. I fili furono effettivamente acquistati on line e trovati nell’abitazione di Igino Campana.

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