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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Sentenza operazione Calypso: aula bunker evacuata per allarme bomba

Tensione alle stelle, nella tarda mattinata di oggi, per una telefonata anonima giunta presso il centralino del posto fisso di polizia penitenziaria del carcere di Borgo San Nicola (Lecce). Un uomo, che non s'è qualificato, ha segnalato all'agente la presenza di un ordigno nei pressi dell'aula bunker, plesso nelle vicinanze del penitenziario di Lecce

LECCE - Tensione alle stelle, nella tarda mattinata di oggi, per una telefonata anonima giunta presso il centralino del posto fisso di polizia penitenziaria del carcere di Borgo San Nicola (Lecce). Un uomo, che non s’è qualificato, ha segnalato all’agente la presenza di un ordigno nei pressi dell’aula bunker, plesso nelle vicinanze del penitenziario di Lecce.

In quel momento si era in attesa della sentenza d’appello per l’operazione “Calypso”, una vicenda che tocca la Scu brindisina, per una presunta associazione per delinquere di stampo mafioso, finalizzata al gioco d'azzardo, al contrabbando, alla detenzione di armi e al traffico di droga. In quell’operazione, portata a termine dal Ros a fine settembre del 2010, fu catturato il noto boss (oggi collaboratore di giustizia) Ercole Penna, di Mesagne, che un paio di mesi dopo si sarebbe pentito svelando retroscena della mala brindisina degli ultimi anni. Fra gli altri personaggi di spicco, anche l’ostunese Albino Prudentino.      

Una bufala: nessun ordigno è stato scovato. Sul posto si sono diretti i carabinieri del comando provinciale, con il reparto artificieri per bonificare l'area, e le volanti di polizia in supporto. L'aula è stata fatta evacuare e i controlli sono iniziati dal parcheggio, per poi verificare nell'interno. Nulla di anomalo, niente che sembrasse vicino anche solo come forma a un ordigno.

Non per questo è un segnale da sottovalutare. La vicenda potrebbe essere uno scherzo di pessimo gusto (fra l’altro, il secondo nel giro di poco tempo, dopo la telefonata per la presenza di una bomba nel tribunale di Lecce, rivelatasi anche quella un falso), ma anche avere una correlazione con altri episodi, come le recenti maxi-retate nel Leccese.

Insomma, tutto potrebbe far parte di una precisa strategia della tensione, considerando la vicinanza temporale fra gli avvenimenti. E’ chiaro che gli investigatori non si sbilanciano e, anzi, tendono a minimizzare per l'ovvio motivo di non suscitare panico, ma, al netto del clima attuale che si respira in città e in provincia, nulla è da escludere.  

Come ben noto, negli ultimi giorni fra Lecce e Squinzano si sono accavallate due operazioni di vasta portata. In ordine cronologico inverso, la più recente è quella ribattezzata “Eclissi”, portata a termine dalla squadra mobile e dalla Dda del capoluogo salentino, che hanno inferto un colpo micidiale alle mire espansionistiche al boss Pasquale Briganti.

Questi, dopo il declino del suo ex alleato Roberto Nisi e la rottura “ufficiale” sancita da un pestaggio in carcere, così come dopo il ridimensionamento di un altro clan, quello dei “Vernel”, aveva iniziato un percorso di rimodulazione delle strategie criminali (estorsioni e traffico di droga in primis), sancendo alleanze in carcere con i fratelli Pepe e trascinando verso di sé le nuove leve rimaste ancora in circolazione. Una vicenda per la quale anche oggi erano previsti interrogatori.  

Non meno importante è stata l’operazione precedente, “Vortice – Déjà Vu”, dei carabinieri del reparto provinciale di Lecce e del Ros, che hanno sgominato un giro di droga, estorsioni e usura nel Nord Salento, con possibili infiltrazioni anche nella pubblica amministrazione.

Una vicenda che ha generato un vero e proprio terremoto, e non solo per nomi storici quali quelli legati al clan Pellegrino o al boss Giovanni De Tommasi, ma – ovviamente – anche nel mondo politico locale. In ultimo, non va dimenticato l’ordigno (a basso potenziale, ma reale) collocato proprio ieri mattina nei pressi dello studio legale dell’avvocato Francesca Conte, in via Parini, a Lecce. Il legale, in questo processo, segue Fernanda Metrangolo, dimissionaria dal ruolo di presidente del Consiglio comunale di Squinzano, poiché risucchiata nell’inchiesta e indagata per corruzione. 

Tutto questo, arriva a poco meno di un mese dall'episodio della mattina del 28 ottobre scorso, quando l'intero tribunale di Lecce è stato fatto evacuare perché era stata segnalata una bomba. Avvocati e clienti, giudici e pubblici ministeri si erano ritrovati così tutti in strada. Pochi minuti dopo, un'altra segnalazione, questa volta dal liceo scientifico "Banzi Bazoli". In entrambi i casi, nulla da rilevare.  (Fonte www.lecceprima.it)

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