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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Sequenze di una rapina. Uno preso

BRINDISI - Hanno picchiato la titolare di una gioielleria. Le sono saltati addosso, l'hanno calpestata, trascinata per i piedi. E’ accaduto il 22 febbraio scorso, all'interno dell'oreficeria "Il tempio dell'oro" di Ceglie Messapica.

BRINDISI - Hanno picchiato una donna, la titolare di una gioielleria, usandole violenza inaudita quanto inutile. Le sono saltati addosso, l'hanno spinta per terra, calpestata, trascinata per i piedi al solo fine di compiere una rapina, il 22 febbraio scorso, all'interno dell'oreficeria "Il tempio dell'oro" di Ceglie Messapica. Sono stati identificati entrambi, immortalati dalle telecamere del sistema di videosorveglianza del negozio all'interno del quale si sono intrufolati con il volto scoperto, fingendosi clienti.

Si tratta di Alessio Rametta, 24 anni, sottoposto a custodia cautelare su ordinanza e interrogato già stamani dal gip Giuseppe Licci al fianco del suo avvocato difensore, Angela De Cristofaro, e di un'altro giovane che è sfuggito alla cattura, un brindisino ben noto alle forze dell'ordine, che i carabinieri che hanno eseguito le ordinanze stanno ancora cercando.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Giuseppe De Nozza, sono il frutto di una efficacissima attività di collaborazione tra i carabinieri e gli uomini della questura di Brindisi che hanno materialmente riconosciuto i due giovani che risiedono al Sant'Elia, entrambi vecchie conoscenze dei poliziotti della Mobile e della sezione Volanti.

La scena, immortalata dalle telecamere del Tempio dell'Oro, assaltato attorno alle 20 di quel terribile 22 febbraio, fa rabbrividire. I due entrano, mentre la proprietaria è intenta a sistemare i gioielli sul bancone. Uno soltanto indossa un cappellino, l'altro neanche quello. Si avvicinano alla donna, le avanzano una richiesta precisa. Sono gentili, sorridono. A un certo punto, il terrore. La aggrediscono, la pestano. Lei si stende per terra, la trascinano per le gambe. Cerca di difendersi, protende le braccia per ripararsi il volto.

Loro continuano, poi vanno via con un bottino (non assicurato) che secondo le stime ammonta a circa 110mila euro. La donna chiama i carabinieri di Ceglie Messapica. La segnalazione viene smistata. In questura c'è chi è in grado di dare un nome e un cognome ai due volti. Il caso è risolto. A distanza di un paio di settimane dall'accaduto il pm chiede al gip la misura cautelare in carcere. Ieri l'esecuzione, solo per Rametta. L'altro, A.R, ben noto alle forze dell'ordine, è sfuggito ed è al momento ricercato. Rametta, dinanzi al gip, ha confessato tutto. Lo assiste da sempre l'avvocato Angela De Cristofaro che, molto probabilmente, a chiusura delle indagini chiederà che il giudizio venga celebrato con un rito alternativo.

 

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