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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Fasano

Un caso "Acque Chiare" pure a Fasano: sequestri a Parco Mileto, 8 indagati

Ora anche Fasano ha il suo caso "Acque Chiare". Lo scenario giuridico della vicenda della "Residenza Parco di Mileto Srl" di Pozzo Faceto è infatti del tutto simile a quella del villaggio sulla costa a nord di Brindisi, sotto confisca e al centro di un complesso intreccio di procedure

FASANO – Ora anche Fasano ha il suo caso “Acque Chiare”. Lo scenario giuridico della vicenda della “Residenza Parco di Mileto Srl” di Pozzo Faceto è infatti del tutto simile a quella del villaggio sulla costa a nord di Brindisi, sotto confisca e al centro di un complesso intreccio di procedure. Ma a Fasano le opere erano ancora allo stato embrionale: qui l’intervento odierno della magistratura era stato preceduto alla fine del maggio del 2012 da un sopralluogo della polizia municipale, e sulla base di quella relazione il dirigente protempore dell’Ufficio tecnico, l’architetto Antonello Carrieri, aveva emesso un’ordinanza di sospensione dei lavori, subito notificata all’amministratore unico della Parco Mileto Srl, l’architetto olandese Wilhem Frederick Maarten Van Gelderen, e al direttore dei lavori Claudio Convertino e alle due aziende locali titolari dei lavori.

E oggi personale della sezione di polizia giudiziaria del Corpo Forestale dello Stato presso la procura di Brindisi, assieme alla stessa polizia municipale di Fasano,  ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso gip brindisino Tea Verderosa, su richiesta del sostituto procuratore Antonio Costantini, riguardante un lotto di proprietà della Parco Mileto Srl della superficie di circa 8 ettari ubicato nella frazione fasanese. Sul lotto in questione sono state realizzate 4 unità immobiliari denominate Villa Solar, Villa AA, Villa Pompeiana e Villa plurifamiliare Ibisco (secondo le tipologie del progetto del lussuoso residence), “con la previsione di edificazione di nuove case e appartamenti per vacanze, unità abitative uni o plurifamiliari, composte da più vani arredati, dotati di servizi igienici, cucina autonoma”.

L'area di parco Mileto-2Ci sono al momento otto indagati (legali rappresentanti dalla Parco Mileto, tecnici progettisti, legali rappresentanti delle società esecutrici delle opere e tecnici comunali) che a vario titolo avrebbero realizzato immobili in assenza di titolo abilitativo e di autorizzazione paesaggistica, e nei confti dei quali si procede anche per il reato di lottizzazione abusiva (mutazione della destinazione urbanistica della zona oggetto di intervento da turistico/alberghiera e residenziale).

Il progetto Residenza Parco di Mileto, che sarebbe diventato un complesso di alto livello riservato soprattutto ad acquirenti esteri, e nel cuore di un territorio lanciatissimo sul mercato turistico di fascia alta, prevedeva infatti 55 blocchi immobiliari progettati dall’architetto Hanns Mommersteegh, “numerosi dei quali residenziali ai quali è prevista la annessione di strutture ad interesse collettivo come una piazza mercato, un albergo con 32 camere, con servizi e galleria commerciale, nonché  un centro benessere con piscina e centro benessere (si sarebbero così potuto edificare 68 appartamenti, 16 case e 9 ville)”, riepiloga la sezione di pg della Forestale nella sua nota sull’operazione odierna, .

La storia. Tutto parte da un controllo della Polizia Municipale di Fasano effettuato nel 2011, dal quale emergevano alcune difformità progettuali (innescato, pare da un esposto). Il pm designava un consulente tecnico per verificare la corrispondenza del progetto e delle opere alle normative ed alle autorizzazioni. Apparve subito chiaro che l’intervento edilizio era stato effettuato su di un terreno con destinazione agricola, mai variata nonostante quanto sostenuto in diversi atti sia dalla società che dirigente dell’Ufficio tecnico comunale. Infatti la procedura di variazione della destinazione d’uso non era mai avvenuta perché, malgrado due deliberazioni del consiglio comunale ai sensi delle leggi regionali 3 e 8 del 1998 (poi decadute), “non si era pervenuti alla sottoscrizione dell’accordo di programma da parte dei soggetti interessati (Regione, Comune e privato lottizzante)”.

E qui siamo già in piena similitudine con il caso Acque Chiare di Brindisi. “Nelle  indagini è stato dimostrato come la normativa regionale che ebbe a costituire stimolo all’allora progetto  di qualificazione era venuta meno ed aveva esclusiva attinenza alla possibilità di accedere alla procura per la realizzazione di progetti imprenditoriali con positivo impatto sotto il profilo occupazionale esclusivamente per la realizzazione di strutture turistico ricettive e, non anche, per la realizzazione di residenze prive di tali connotazioni oggettive”, si legge nel comunicato della Forestale. Le autorizzazioni in possesso della società Parco Mileto consentivano la realizzazione di opere turistico alberghiere che potessero avere un impatto positivo sull’occupazione, e non di unità abitative ad uso privato.

Quindi, tutto ciò che è stato poi realizzato è, secondo gli inquirenti, in contrasto rispetto alla destinazione urbanistica della zona che permane agricola, e non può risultare collegabile a quella ricettiva-alberghiera, “né tanto meno a quella residenziale per civile abitazione, come ampi riferimenti pubblicitari/commerciali sembravano far apparire (cartelloni pubblicitari collocati a ridosso del realizzando complesso e pubblicità realizzata mezzo web)”. Inoltre l’intervento, rilevata il consulente del pm, era in contrasto con la legge regionale che disciplinava le strutture alberghiere (n. 11/99), “in quanto le abitazioni realizzate e da realizzarsi avevano una superficie fino a 140-150 metri quadrati, a fronte di una superficie netta che non doveva superare i 70 metri quadrati”.

Pattuglia Forestale-2Non è affatto trascurabile poi “l’imponente opera di trasformazione urbanistica ed edilizia” realizzata  in parte senza verifica di assoggettabilità alla Valutazione di impatto ambientale (prevista per strutture che superino la superficie territoriale di cinque ettari), e di Valutazione Ambientale Strategica, quest’ultima avviata solo l’11 settembre del 2013. E, ad aggravare il tutto, l’area su  cui e stato eseguito l’intervento edilizio è oggetto di vari vincoli paesaggistici “derivanti da normativa di rango primario sulle Acque pubbliche in virtù dell’attraversamento della stessa dal torrente Bianche e di rango secondario secondo il Putt/Puglia, che la colloca in Ambiti Territoriali estesi di tipo C ed  E ed in parte di tipo B”. Questi vicnoli paesaggistici, hanno rilevato perito e polizia giudiziaria, nonch+ pm e gip, “prevedevano la necessità di realizzare diversi interventi edilizi (varianti in corso d’opera) secondo titolo a costruire (Permesso di costruire) e non mediante illegittimi riferimenti a procedure semplificate effettuate tramite Dia”.     

In conclusione, dato che l’area interessata dal progetto del Residence Parco Mileto era soggetta a tali vincoli, qualsiasi trasformazione era soggetta ad autorizzazione paesaggistica preliminare: i quattro edifici già realizzati risultano edificati in assenza di questi titoli. Ma non solo, una parte delle costruzioni in progetto erano collocate a strapiombo delle due lame presenti, “una delle quali (torrente Bianchi) qualificata a tutti gli effetti torrente (con valore di Acqua pubblica), laddove per le fasce pari a m 150 del medesimo torrente risulta inibita qualsiasi edificazione”. Nei sopralluoghi effettuati all’interno del complesso dal consulente tecnico, dalla Forestale e dai vigili urbani, le costruzioni edificate “erano tutte poste ai margini dei cigli delle due lame, ad una distanza variabile dai m 2,5 della Villa Solar ai m 0,50 dalla Villa Pompeiana, rispetto ai 150 previsti dalla normativa di settore”.

“In sintesi era stato eseguito un intervento di rilevante trasformazione urbanistica ed edilizia in violazione della destinazione urbanistica dell’area secondo l’allora ed attuale vigente strumento urbanistico, in contrasto con la normativa urbanistica per quanto concerne gli standard urbanistici ed i vincoli idrogeologici ed in assenza di autorizzazione paesistica”.

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