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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Sequestrato villaggio di Punta Grossa

PORTO CESAREO - Il complesso turistico di "Punta Grossa", del valore di 50 milioni di euro sequestrato, con 129 indagati costituiscono il bilancio di una delle maggiori operazioni compiute in Puglia dalla guardia di finanza contro l'abusivismo edilizio. Il villaggio della Fgci Srl si trova tra Porto Cesareo e il territorio di Manduria, è vasto sei ettari con 156 unità abitative (bi e tri-locali, tra i 40 e i 50 mq di ampiezza), un albergo, un centro direzionale e commerciale, reception, uffici amministrativi, un bar, un'edicola, un ristorante, una lavanderia, una piscina, una discoteca, una sala bowling, due campi da tennis e uno da calcio a 5; un impianto di depurazione; ma anche un dissalatore e competenze varie.

PORTO CESAREO - Il complesso turistico di "Punta Grossa", del valore di 50 milioni di euro sequestrato, con 129 indagati costituiscono il bilancio di una delle maggiori operazioni compiute in Puglia dalla guardia di finanza contro l'abusivismo edilizio. Il villaggio della Fgci Srl si trova tra Porto Cesareo e il territorio di Manduria, è vasto sei ettari con 156 unità abitative (bi e tri-locali, tra i 40 e i 50 mq di ampiezza), un albergo, un centro direzionale e commerciale, reception, uffici amministrativi, un bar, un'edicola, un ristorante, una lavanderia, una piscina, una discoteca, una sala bowling, due campi da tennis e uno da calcio a 5; un impianto di depurazione;  ma anche un dissalatore e competenze varie.

L'area era destinata ad uso agricolo e non poteva essere riconvertita a destinazione d'uso turistico-residienziale perchè l'apposita variante estata stata congelata dal Tar e poi anche dal Consiglio di Stato, su ricorso di Legambiente. Perciò i 129 indagati, che includono molti propritari (120), sono stati denunciati per lottizzazione abusiva. Gli altri soggetti coinvolti sono l'ex sindaco di Porto Cesareo, Vito Foscarini, il legale rappresentante delle due società Fgci Srl e Punta Grossa Srl, Fernando Iaconisi, i funzionari dell'Ufficio tecnico comunale Cosimo Coppola e Giovanni Ratta, i progettisti dei lavori Claudio Conversano e Cosimo Nestola, i funzionari della Regione Puglia, Giuseppe Lazazzera e Luigi Ampolo, e il dirigente regionale Luca Limongelli, attuale direttore della Protezione civile regionale e consigliere delegato della società della Regione Puglia Innova Puglia Spa.

Dalle indagini della guardia di finanza è emerso che sono stati lottizzati abusivamente a scopo edilizio terreni in aree protette che, per le loro caratteristiche paesaggistiche, sono state dichiarate di notevole interesse pubblico (la Palude del Conte, la Duna di Punta Prosciutto e la stessa Riserva marina di Porto Cesareo) e sono per questo sottoposte a vincoli ambientali e paesaggistici. La realizzazione della residenza turistica alberghiera "Punta Grossa" sarebbe avvenuta anche in assenza delle autorizzazioni ambientali.

La costruzione dell'intero complesso immobiliare avrebbe causato una rilevante trasformazione urbanistica delle aree interessate, anche in violazione delle prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti e delle normative edilizia, urbanistica ed ambientalIl villaggio, come già detto,  sarebbe stato costruito grazie a una variante urbanistica al Prg di Porto Cesareo approvata senza tener conto delle prescrizioni di non alterazione del paesaggio regionale esistente, previste dal Piano Urbanistico Territoriale Tematico (Putt Puglia) vigente dal 2000.

Ma non è tutto. C'è anche una parte prettamente fiscale: al termine delle indagini sui profili di violazione delle norme urbanistiche, gli investigatori delle "fiamme gialle" hanno registrato nei confronti delle due società coinvolte evasioni per elementi positivi di reddito per 7,2 milioni di euro, base imponibile ai fini Irap pari a circa 6,5 milioni di euro e Iva non versata per 2 milioni di euro.

Il sequestro del villaggio di Punta Grossa presenta alcune analogie con il caso - sin qui isolato nell'area ionico salentina - del villaggio di Acque Chiare, al centro di quattro procedimenti penali connessi, sotto sigilli da tre anni e recentemente teatro di un colpo di scena: il pignoramento di tutte le aree sequestrate, eccetto le ville già vendute, da parte di una società forte del risultato di un arbitrato avvenuto a L'Aquila, ma di fatto controllata dalla stessa famiglia che ha costruito il complesso. Il sequestro preventivo del villaggio di Punta Grossa è avvenuto su indagini della compagnia della Guardia di Finanza di Gallipoli, ed è stato disposto dal gip Cinzia Vergine del tribnale di Lecce.

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