rotate-mobile
Cronaca

Sfrattati dalla crisi e dal tribunale

BRINDISI – “Perché proprio noi dobbiamo lasciare l'abitazione abusiva? Brindisi è piena di alloggi occupati in modo illegittimo e nessuno si è mai preso la briga di controllare che tutto fosse in regola. Noi, invece, dobbiamo sparire entro domani. Perchè?”. Se lo chiedono Mauro Raffaelli e Stefania Corsano, genitori di due bambini di sei anni e sei mesi, che oggi sono stati raggiunti da un'ingiunzione di sfratto emessa dal tribunale di Brindisi.

BRINDISI – “Perché proprio noi dobbiamo lasciare l'abitazione abusiva? Brindisi è piena di alloggi occupati in modo illegittimo e nessuno si è mai preso la briga di controllare che tutto fosse in regola. Noi, invece, dobbiamo sparire entro domani. Perchè?”. Se lo chiedono Mauro Raffaelli e Stefania Corsano, genitori di due bambini di sei anni e sei mesi, che oggi sono stati raggiunti da un'ingiunzione di sfratto emessa dal tribunale di Brindisi.

Entro domani mattina la famigliola deve lasciare l'alloggio di trenta metri quadri del palazzo di via Lanzillotti al quartiere Sant'Angelo perchè lo hanno occupato abusivamente. Gli agenti della polizia municipale che avrebbero dovuto eseguire l'ordinanza nella giornata di oggi hanno lasciato qualche ora di tempo ai due per trovare un nuovo alloggio e organizzare il trasloco.

Mauro Raffaelli e Stefania Corsano, però, non vogliono saperne nulla, semplicemente perché non hanno un posto dove andare e soprattutto perché si ritengono vittime di un sistema che funziona in modo sbagliato. “Ci rendiamo perfettamente conto di essere nel torto, quella piccola casa l'abbiamo occupata in modo illegittimo ma non siamo gli unici, perché proprio noi dobbiamo andare via? Cosa abbiamo fatto noi di diverso rispetto a tutte le altre famiglie che hanno occupato in modo abusivo gli alloggi comunali?”

I due fino a un anno e mezzo fa vivevano a Brescia, lavoravano entrambi e avevano una casa tutta loro. “Poi è arrivata la crisi, siamo stati licenziati e non abbiamo più potuto permetterci di pagare il mutuo. La banca ci ha venduto la casa e siamo stati costretti a tornare a Brindisi”. Stefania con la figlia di sei anni si è sistemata dalla madre, il suo compagno Mauro è rimasto a Brescia dai suoi genitori.

“Avevo trovato un lavoro anche a Brindisi, guadagnavo settecento euro al mese, poi sono stata licenziata per mancanza di lavoro – racconta la donna – il mio compagno è rimasto a Brescia dai suoi genitori e quando racimolava qualche soldo in più me lo inviava. Siamo andati avanti i così fino a quando a febbraio scorso non sono venuta a conoscenza che si era liberato un piccolo appartamento all'edificio popolare di via Lanzillotti. Nel frattempo ero rimasta incinta. Ho preso la mia bambina e ho occupato abusivamente quel minuscolo alloggio”.

“Ho telefonato ai vigili urbani per comunicare quello che avevo fatto chiedendo di poter avviare le pratiche per diventarne proprietaria. Volevo a tutti i costi dare un tetto ai miei figli. A casa di mia madre vivono altre cinque persone e non si può stare. Sapevo di essere nel torto ma non avevo altra scelta. Quell'alloggio era in pessime condizioni, mi sono fatta prestare dei soldi per rimetterlo a nuovo, ho anche ricavato una cameretta per la mia piccola. Di pochissimi metri quadrati ma su misura per lei. Oggi l'ordinanza di sfratto, un fulmine  a ciel sereno. Avevo già ricevuto visite dei vigili urbani e ingiunzioni dal tribunale ma ero sempre riuscita a ottenere delle proroghe”.

Ora il tempo è scaduto e Stefania e Mauro devono lasciare quell'alloggio. “Cosa diremo domani mattina alla nostra piccola quando verranno a sbatterci fuori?”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sfrattati dalla crisi e dal tribunale

BrindisiReport è in caricamento