Shopping con carta di credito clonata: brindisino assolto
Il Tribunale: “Non ha commesso il fatto”. Accolta la tesi dell’avvocato Durante. Il pm aveva chiesto la condanna a un anno. Sotto processo un cinquantenne a cui venivano contestate dieci operazioni con carta American Express nei centri commerciali di Brindisi e Mesagne
BRINDISI – Per la Procura avrebbe usato una carta di credito clonata per fare shopping nei centri commerciali di Brindisi e Mesagne, per il Tribunale con questa storia non ha nulla a che vedere: L.P, 50 anni, nato e residente nel capoluogo, è stato assolto “per non aver commesso il fatto”, come sostenuto nel corso del processo dal difensore Mauro Durante.
La sentenza è stata pronunciata al termine di un’istruttoria dibattimentale andata avanti per due anni, scaturita dall’inchiesta partita dalla polizia di Pescara su una carta dell’American Express clonata e usata in alcuni negozi. Quella carta venne usata per pagare il rifornimento di benzina in una stazione di servizio di Corato nell’estate 2012: le immagini registrate dalla telecamere di sorveglianza permisero di risalire al numero di targa di un’auto e da lì l’inchiesta è approdata a Brindisi perché il proprietario dell’utilitaria era residente in città.
A casa del cinquantenne furono trovati un televisore e uno scontrino, elementi ritenuti prima gravi indizi di colpevolezza poi prove, assieme a dieci operazioni fra acquisti e tentativi di acquisto tra il 2012 e il 2013 nei centri commerciali di Brindisi e Mesagne. Il rappresentante della pubblica accusa aveva chiesto la condanna a una pena non inferiore a un anno di reclusione.
L’avvocato Durante (nella foto), al contrario, ha sostenuto che non vi fosse alcun elemento per ricondurre all’imputato l’uso della carta risultata clonata e per questo ha invocato l’assoluzione con formula piena. Tesi a cui ha aderito il Tribunale.