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Cronaca

Scandalo appalti nel Barese. Si dimette l'assessore regionale Giannini

C'è anche l'assessore ai Lavori Pubblici della Regione Puglia, Giovanni Giannini (Pd), tra le persone indagate a piede libero nell'indagine della Procura di Bari su presunte tangenti in cambio di appalti in alcuni Comuni della provincia di Bari

BARI - C'è anche l'assessore ai Lavori Pubblici della Regione Puglia, Giovanni Giannini (Pd), tra le persone indagate a piede libero nell'indagine della Procura di Bari su presunte tangenti in cambio di appalti in alcuni Comuni della provincia di Bari, che ha portato oggi all'arresto di 11 persone, tra i quali il sindaco di Altamura Giacinto Forte (ai domiciliari) e il vicesegretario del Pd di Acquaviva delle Fonti Roberto Ottorino Tisci (in carcere). Agli atti delle indagini di Gdf e Carabinieri c'è anche un presunto episodio di corruzione che avrebbe coinvolto Giannini, il quale si è prontamente dimesso dalla giunta consegnando le proprie deleghe al presidiente Michele Emiliano.

In particolare, un imprenditore di Polignano a Mare, Modesto Scagliusi, titolare del noto ristorante 'Grotta Palazzese' e del salottificio Soft Line srl di Modugno - secondo quanto emerso dalle indagini - avrebbe corrotto Giannini con arredi domestici per la figlia dell'assessore regionale, in cambio del suo interessamento per agevolare pratiche in corso con la Regione a beneficio del ristorante, riguardanti un finanziamento pari ad oltre 2 milioni di euro.

Erano già divisi presumibilmente 'in mazzette' i circa 300mila euro in contanti trovati in casa della sorella e della madre dell'imprenditore albanese residente ad Altamura Bertin Salakku, in carcere da stamattina su disposizione della magistratura barese per corruzione. Contestualmente all'esecuzione delle misure cautelari nei confronti di imprenditori, tecnici, funzionari e amministratori pubblici, la Guardia di Finanza ha infatti eseguito perquisizioni domiciliari a casa di alcuni indagati e dei loro parenti.

Nelle abitazioni dei familiari di Salakku è stato trovato denaro che, secondo gli inquirenti baresi, era già pronto per esser utilizzato per pagare tangenti. L'indagine, chiamata 'Pura Defluit' che ha portato oggi all'arresto di 11 persone (2 in carcere e 9 ai domiciliari) e un obbligo di dimora per presunte tangenti in cambio di appalti, è partita dalla denuncia dell' ex vicesindaco di Acquaviva delle Fonti, Austacio Domenico Busto, ora assessore comunale ai Lavori Pubblici, al quale l'imprenditore albanese aveva promesso denaro in cambio dell'aggiudicazione di alcuni appalti.

Intercettando Salakku, titolare della Besa Costruzioni Srl  e altri imprenditori, gli investigatori hanno poi scoperto ulteriori episodi correttivi, tutti distinti e autonomi fra loro, riguardanti altre amministrazioni comunali (Altamura e Castellana Grotte) e anche l'assessorato regionale ai Lavori Pubblici. Gli appalti al centro delle indagini sono la ristrutturazione del teatro di Acquaviva delle Fonti (bando del 2015 da oltre 3 milioni di euro), quello per la progettazione e la reralizzazione del depuratore di Acquaviva e di  quello di Altamura, la ristrutturazione di una scuola media di Castellana Grotte.

Nel primo caso si ipotizzano due turbative d'asta e l'istigazione alla corruzione dell'ex vicesindaco di Acquaviva delle Fonti,  Austacio Domenico Busto, al quale sarebbero stati consegnati 5mila euro respinti dallo stesso Busto, che poi sporse denuncia, e promessi altri 20mila euro da parte degli imprenditori Salvatore Fatigati e Tommaso Procino della Apulia Srl, su istigazione del progettista Antonello Zampiello, tutti ora ai domiciliari, per garantirsi l'appalto della ristrutturazione del teatro comunale.

Altre due turbative d'asta poi sono contestate per la composizione della commissione aggiudicatrice dell'appalto per il teatro concordata dagli imprenditori con i dirigenti degli uffici tecnici di Acquaviva e Gioia del Colle, Marco Cuffaro e Vito Raffaele Lassandro, pure arrestati, e per la procedura negoziata per l'affidamento allo studio di Giovanni Francesco Boscia, arresti domiciliari, della progettazione per il depuratore di Acquaviva, con la mediazione del costruttore Nicola Valerio Lamanna, nei confronti del quale il gip ha disposto l'obbligo di dimora.

Infine, un dirigente del Comune di Castellana avrebbe ricevuto e intascato 6mila euro da Sallaku per i lavori di ristrutturazione della scuola media "Silvia Viterbo". Al vicesindaco protempore di Acquaviva delle Fonti, che ha innescato le indagini denunciando i tentativi di corruzione, sono stati dati da Sallaku altri 2mila euro e promessi ulteriori 15mila, tutti rifiutati, per i lavori al depuratore di Acquaviva.

In conseguenza del coinvolgimento nelle indagini, l’assessore Gianni Giannini ha rimesso come già detto le deleghe al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Allo stato il presidente ha deciso di trattenere per sé le deleghe suddette. Tale decisione è motivata esclusivamente dall’intento di tutelare l’amministrazione regionale e di consentire una serena prosecuzione delle indagini.  "Ringrazio Gianni Giannini per la sensibilità dimostrata, qualità lo contraddistingue da sempre. Conosco bene la sua competenza e la sua onestà  e per questo sono fiducioso che egli saprà dimostrare la sua totale estraneità alle accuse contestate", ha dichiarato Emiliano.

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