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Cronaca

Si riaccendono i forni del petrolchimico: la torcia sfiamma per ore

Non passa inosservata la sfiammata che da ieri sera (22 giugno) viene emessa dalla torcia di Torre di Punta Cavallo dell'impianto di cracking del petrolchimico di Brindisi. Nelle ore notturne, il bagliore era talmente intenso da essere avvistato anche dai residenti di San Pietro Vernotico. A partire dalle prime luci del giorno, la sfiammata ha cominciato ad affievolirsi

BRINDISI – Non passa inosservata la sfiammata che da ieri sera (22 giugno) viene emessa dalla torcia di Torre di Punta Cavallo dell’impianto di cracking del petrolchimico di Brindisi. Nelle ore notturne, il bagliore era talmente intenso da essere avvistato anche dai residenti di San Pietro Vernotico. A partire dalle prime luci del giorno, la sfiammata ha cominciato ad affievolirsi, anche se lungo il litorale a nord di Brindisi, nei pressi della diga di Bocche di Puglia, stamani si percepiva un odore acre simile a quello del gas.

Tutto questo ha creato un certo allarmismo fra i cittadini, che ancora una volta si chiedono se l’attivazione della candela possa avere conseguenze su ambiente e salute. Da Eni Versalis, come al solito, non giungono comunicazioni ufficiali. Il direttore di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, non ha ricevuto alcuna nota sull’accaduto.

“Da inizio marzo, quando è iniziata la fase di aggiustamento produttivo del petrolchimico – dichiara Assennato a BrindisiReport – le accensioni delle torce sono molto frequenti. Non ho ricevuto comunicazioni specifiche riguardo a quest’ultimo episodio. Gli indicatori di qualità dell’aria non segnalano valori fuori dalla norma. Se così fosse, arriverebbe in tempo reale una notifica al mio telefono cellulare. La situazione cambia anche in base alla direzione del vento”.

Da quanto appreso da BrindisiReport, pare che l’ennesima accensione della torcia  sia riconducibile alla progressiva riattivazione dei forni dell’impianto di cracking, dopo 50 giorni di blocco generale dell’impianto per lavori di manutenzione straordinaria. La torcia avrebbe emesso vapore, etilene e fuel gas. Quest’ultima sostanza (la stessa prodotta da un fornello da cucina) venne immessa nell’atmosfera anche dalla torcia di Enipower, che si attivò subito dopo l’inizio della fermata (avvenuta lo scorso 14 maggio), restando accesa per settimane.

Gi interventi manutentivi eseguiti in questi mesi hanno interessato anche alcuni aspetti riguardanti la sicurezza dell’impianto, dotato di un computer collegato ad Arpa e Provincia per la trasmissione in tempo reale dei dati riguardanti i fumi di scarico. In caso di sforamento dei parametri previsti dalla legge, Eni, da quanto appreso, è tenuta a ridurre la produzione. 

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