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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Sicurezza, dura denuncia dai poliziotti

BRINDISI – “Assistiamo giorno dopo giorno al declino della politica, perché non riesce a recepire, come mandato impone, i disagi reali della gente sul territorio. Mancanza di strutture nel martoriato Meridione, treni soppressi e città private di collegamenti. Industriali che non investono più in Puglia per l’alto rischio criminalità accresce, ancor più, il divario Nord-Sud. La società civile con redditi medio - bassi è senza risorse economiche e si sente vittima di una politica senza idee, inconcludente, che diventa presente esclusivamente durante le campagne delle tornate elettorali. Che pena”. E’ duro il preambolo di un documento diffuso oggi a Brindisi dai tre maggiori sindacati della Polizia di Stato, ma è necessario per dire che ormai “la sicurezza nella provincia di Brindisi è nelle mani di poche unità operative”.

BRINDISI – “Assistiamo giorno dopo giorno al declino della politica, perché non riesce a recepire, come mandato impone, i disagi reali della gente sul territorio. Mancanza di strutture nel martoriato Meridione, treni soppressi e città private di collegamenti. Industriali che non investono più in Puglia per l’alto rischio criminalità accresce, ancor più, il divario Nord-Sud. La società civile con redditi medio - bassi è senza risorse economiche e si sente vittima di una politica senza idee, inconcludente, che diventa presente esclusivamente durante le campagne delle tornate elettorali. Che pena”. E’ duro il preambolo di un documento diffuso oggi a Brindisi dai tre maggiori sindacati della Polizia di Stato, ma è necessario per dire che ormai “la sicurezza nella provincia di Brindisi è nelle mani di poche unità operative”.

“Si assiste quotidianamente all’escalation di reati, dalla microcriminalità ai sequestri di intere famiglie a scopo di rapina, sparatorie nei quartieri popolari e attentati incendiari. Da tempo i magistrati antimafia hanno messo in guardia per la recrudescenza nella spartizione del territorio da parte delle consorterie criminose di alto livello”, rilevano Siulp, Sap e Silp. “Intanto, le istituzioni nicchiano, appaiono cieche e sorde ai continui appelli degli addetti al settore. Inascoltato anche il vice capo della Polizia circa le difficoltà nell'ospitare gli arrestati in attesa del rito direttissimo”, denunciano i tre sindacati brindisini.

"La problematica delle celle dismesse anni fa perché non assicuravano standard di dignità agli ospiti e distoglievano personale da altri servizi istituzionali si ripropone più aggravata che mai. Il personale è sempre meno e i soldi sempre più contati. Oltre alle spese da sostenere nel re-istituire le celle di sicurezza, ci si chiede se sia più ponderato sospendere il controllo del territorio per impiegare quel personale nella vigilanza all'arrestato. Altre risorse umane non ci sono, come non ci sono soldi per lo svolgimento delle ordinarie attività; figuriamoci per quelle extra. Non solo. Mentre le istituzioni si preoccupano di garantire dignità ai detenuti in carcere, concetto pienamente condiviso, in sede locale mancano risorse umane e strumentali”.

Ma la questione va inquadrata anche in un contesto di forti tagli ai servizi e alle strutture delle questure, come quella di Brindisi: “Da anni si attende che vengano inviati un funzionario contabile e un medico della Polizia di Stato; le pulizie degli uffici, a seguito dell’ennesima decurtazione delle ore dal capitolato d’appalto sono ormai insignificanti. Gli ambienti aperti al pubblico e alle autorità devono essere sempre impeccabili mentre, negli uffici si è sommersi dalla spazzatura e i bagni sono maleodoranti. Manca di tutto: benzina, auto, carta e risorse di ogni genere”, fanno sapere i sindacati.

“Si continua a chiedere ai poliziotti, non solo di svuotare il cestino della propria scrivania ma, ben oltre quanto previsto dal contratto di lavoro. Pur di assicurare sicurezza ai cittadini di Brindisi, noi poliziotti abbiamo continuamente stretto i denti e lavorato. Abbiamo lavorato in servizi mirati al mantenimento dell’ordine pubblico, in servizi info-investigativi senza le adeguate condizioni di messa in sicurezza degli operatori rischiando anche l’incolumità personale. Si continua ad assicurare vigilanza ai Centri Cara - Cie senza la presenza in loco degli organi deputati al controllo amministrativo. A gratificazione di tutto questo, si tarda nella definizione delle pratiche per i compensi dovuti con giustificazioni indecorose per una pubblica amministrazione”, denunciano ancora i segretari dei tre sindacati, Domenico Conte per il Siulp, Francesco Pulli per il Sap e  Marcello Capodieci per il Silp Cgil.

“Si negano i ticket per pasti non fruiti durante l’espletamento di servizi di polizia giudiziaria, facendo appello a mere circolari interne create appositamente per il contenimento della spesa ma purtroppo sempre a discapito di chi ha lavorato in condizioni precarie, l’amministrazione chiede che i dipendenti turnisti, prevalentemente pendolari gravati dai continui aumenti di carburante, liberino gli alloggi collettivi di servizio. Sicuramente, per far fronte a tutte le carenze da lungo tempo evidenziate e mai risolte, si dovrà procedere ad una rivisitazione degli accordi in deroga, soprattutto per quanto attiene gli orari di servizio” avvertono i sindacati.

“La questura con le attuali risorse umane - la cui età anagrafica media tocca i 50 anni -, già incontra concrete difficoltà nello svolgimento degli innumerevoli servizi istituzionali, di ordine e sicurezza pubblica, problematica che investe anche tutti gli altri settori di specialità (Polizia Ferroviaria, Polizia Stradale, Polizia delle Comunicazioni e Polizia di Frontiera). Non mancherà una manifestazione congiunta con le parti sociali dell’intero territorio, sotto il Palazzo del Governo, dove verrà fatta sentire la nostra voce. Crescita, sviluppo, cultura, lavoro e benessere sono le colonne portanti della nostra civiltà concludono Siulp, Sap e Silp - ma non dobbiamo dimenticare che si ergono sulle fondamenta della sicurezza. Non mancherà neppure una richiesta di incontro al Dipartimento. Solo così echeggerà l'ennesimo grido di allarme dei sindacati di polizia per quanto sta accadendo in questa provincia”.

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