"Signor presidente della Multiservizi, non si faccia incastrare e si svincoli"
Credo che ci voglia ben altro ancora. Come era ampiamente prevedibile, non è stata sufficiente la nomina del nuovo presidente della Multiservizi, per quanto di grandi capacità, per mettere a posto la pratica. Lo sapevano tutti, anche se facevano e fanno finta di ignoralo tuttora. Lo impediscono i dati economici, che per l’ennesimo anno volgeranno al rosso vivo
BRINDISI - Credo che ci voglia ben altro ancora. Come era ampiamente prevedibile, non è stata sufficiente la nomina del nuovo presidente della Multiservizi, per quanto di grandi capacità, per mettere a posto la pratica. Lo sapevano tutti, anche se facevano e fanno finta di ignoralo tuttora. Lo impediscono i dati economici, che per l’ennesimo anno volgeranno al rosso vivo.
Si è semplicemente trovata la persona per bene sulla quale scaricare le responsabilità. Alla quale affidare le rogne, che si presentano tutti i giorni. A combattere con i lavoratori, con i cittadini, con i creditori e con il comune debitore. A fare i salti mortali ogni mese per pagare gli stipendi. A cercare di versare l’Irpef, che bussa ormai alla porta, per evitare una condanna penale. Con la cassa sempre miseramente vuota.
L’amministrazione comunale ha l’obbligo mettere mano finalmente a questa e ad altre partecipazioni comunali, come il porticciolo, ma anche a quelle in perenne liquidazione, vissute da sempre come una sorta di esternalizzazione delle responsabilità, quasi un impiccio da affidare ad altri, ma anche per collocare qualcuno in astinenza di poltrone. Una pratica di cui diventava fastidioso occuparsi solo in occasione del ripiano dei debiti o delle ricapitalizzazioni, che pure sono stati numerosi e consistenti in tutti questi anni.
Invece di procedere alla razionalizzazione complessiva del settore, ad interpretare al meglio, come si aveva l’obbligo di fare, compiti, obiettivi, sistemi di valutazione, di direzione e controllo adeguati, a cercare di non sprecare denaro dei cittadini, ha sempre prevalso l’ansia di mettere una pezza alle situazioni, che non apparivano più sostenibili, accantonandone altre, che pure richiedevano un intervento, una decisione. Si è preferito rinviare sempre a dopo.
Probabilmente a causa di una congenita fragilità politica e programmatica, che ha caratterizzato la stagione politica di questi ultimi dieci anni. O forse più. Si è smarrita per strada l’idea originale, che aveva individuato nell’esternalizzazione una straordinaria occasione di stimolo dell’ente locale per la crescita del territorio e l’efficientamento dei servizi.
Invece dopo averle create, le società sono state abbandonate a se stesse, determinando lo spreco di diversi milioni di euro di denaro pubblico, sul quale incombe la possibile valutazione della Procura della Corte dei Conti sulla razionalità economica della destinazione delle risorse pubbliche, che da sempre ha giudicato irrazionale, contrario alla diligenza ordinaria, ingiustamente dannoso per l’ente pubblico e dunque risarcibile, il rifinanziamento alle società partecipate o in house, che non si accompagni ad un’analisi delle cause e ad un contemporaneo programma di risanamento della società finanziata.
Una responsabilità, che investe il consiglio comunale, cui spetta la responsabilità di gestire al meglio le risorse pubbliche, per evitare gli sprechi, ma anche per soddisfare le esigenze, sempre crescenti, dei nostri concittadini sul tradizionale versante dello stato sociale, della gestione del territorio, dello sviluppo socio economico, dell’ambiente, della cultura e di quant’altro rientra nelle prerogative vecchie e nuove dell’amministrazione comunale. A meno che non si scelga di aumentare le tasse, le tariffe ed ogni altra diavoleria, inventata per impoverire la gente, già stremata dalla crisi. Come sembra possa avvenire.
Non mi sembra che ci siamo troppe opzioni sulle quali lavorare per la Multiservizi o qualche altra società. Ci vorrebbe solo un pò di sano realismo e mettere a confronto gli orizzonti possibili, per trovare le misure ed adottare i provvedimenti, che possano essere efficaci e dispiegare effetti positivi. Ora, non domani, né dopodomani. Altrimenti, signor presidente della Multiservizi, prenda atto della mancanza di prospettive. Si svincoli da questo abbraccio nefasto, ritorni a tempo pieno alla sua
professione. Non tentenni. Non si faccia ammaliare da false prospettive. Le avvisaglie per farla diventare il capro espiatorio di tutti i mali della società ci sono già. Hanno già trovato chi additare all’opinione pubblica come unico responsabile della irregolare concessione dei pass ai residenti del centro, nonostante il sistema risalga a molti anni addietro, in una stagione in cui sono state regalate per anni centinaia di tessere di parcheggio gratis, per motivi mai chiariti, con un danno di diverse centinaia di migliaia di euro l’anno .
Ma hanno anche trovato a chi appioppare la responsabilità dell’affossamento definitivo della società, del suo spacchettamento. E’ una persona troppo per bene per meritare le sofferenze che ogni giorno le propinano, per mantenere in piedi la società. Non si affidi alla provvidenza, che è impegnata in ben altri importanti i problemi. Abbia rispetto della sua integrità professionale e intellettuale. Li metta di fronte alle loro responsabilità. Rinunci all’incarico. Si dimetta. Per il suo bene, ma anche per quello della Multiservizi e della città. Con simpatia.