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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Snim, vele e kayak-simbolo

BRINDISI – Cose dell’altro porto. Il mare del lavoro, il mare dei cantieri, il mare delle vacanze: tutto in banchina o nelle immediate pertinenze. Esibizioni di sommozzatori, visite sulle barche in mostra, i mezzi delle forze dell’ordine e dei servizi di soccorso. Questo è lo Snim da girare a piedi. Poi, come ieri pomeriggio, c’è anche il mare dello sport: un po’ di spettacolo tra le boe con gli agonisti e gli appassionati del Laser Team, il gruppo sportivo del Circolo della Vela Brindisi che partecipa per ora al Campionato VIII Zona Fiv, ma lavora per portare qualche timoniere nel giro del Campionato nazionale (alle prove in Puglia, comunque, si sono affacciati).

BRINDISI – Cose dell’altro porto. Il mare del lavoro, il mare dei cantieri, il mare delle vacanze: tutto in banchina o nelle immediate pertinenze. Esibizioni di sommozzatori, visite sulle barche in mostra, i mezzi delle forze dell’ordine e dei servizi di soccorso. Questo è lo Snim da girare a piedi. Poi, come ieri pomeriggio, c’è anche il mare dello sport: un po’ di spettacolo tra le boe con gli agonisti e gli appassionati del Laser Team, il gruppo sportivo del Circolo della Vela Brindisi che partecipa per ora al Campionato VIII Zona Fiv, ma lavora per portare qualche timoniere nel giro del Campionato nazionale (alle prove in Puglia, comunque, si sono affacciati).

E gira che ti rigira, tra il pontile pubblico del Marina di Brindisi e il Castello Alfonsino, ecco l’apparizione che non ti aspetti (cosa da non dire, perché in mare in realtà bisogna aspettarsi sempre di tutto): due ragazzi greci in kayak reduci chissà da quale lungo giro in Mediterraneo, che si avvicinano pagaiando e ti chiedono a che ora partono quei due traghetti là in fondo, perché devono tornare a casa e non possono certo fare la traversata con quel pezzo di plastica giallo, senza alcuna assistenza al seguito. E chiedono se possono tirare su la loro canoa presso le navi, per imbarcarla.

No che non si può, perché la security portuale non lo permetterebbe. Insomma, bisogna uscire dall’acqua nei pressi del terminal, scendere, trovare il modo di portarsi dietro il kayak e andare a fare il check-in. Indichiamo la banchina di Fiume Grande, una delle più vicine, ma scuotono la testa. La barchetta con tutto l’equipaggiamento pesa troppo e non se la possono portare a spalla. E come si fa? Non sai cosa consigliare loro. Saluti, e buona fortuna. Loro pagaiano verso il centro del porto.

Chissà, se li avessimo spediti al marina, allo Snim, forse avrebbero trovato qualcuno di buon cuore con un carrello. Ma non potendo dare certezze, non lo abbiamo fatto. Colpisce il fatto che sulla minuscola poppa del kayak svetti una bandierona ellenica: è il simbolo dell’orgoglio nazionale in un’Europa che sta chiedendo al popolo greco un sacrificio quasi disumano, trattando la culla della storia e della cultura occidentale come un qualsiasi staterello appena nato dalla scissione di un colosso pre - caduta del Muro. Cose dell’altro porto e dell’altro mondo. In tutta confidenza, tra Standard & Poor’s e i due canoisti greci, non abbiamo dubbi: ci piacciono di più quelli col bandierone. Good luck.

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