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Cronaca

Soffia la bufera anche sull'estate cegliese

CEGLIE MESSAPICA - Quello che più colpisce, oltre ai dettagli tecnici, è che si parli di analogie con “caso Brindisi” nel paventare l’ipotesi di mandare tutte le carte in procura. Si tratta dell'affidamento dell’estate cegliese a una associazione di Martina Franca, incarico che ha incassato una nota di ammonimento del collegio dei revisori dei conti.

CEGLIE MESSAPICA - Quello che più colpisce, oltre ai dettagli tecnici, è che si parli di analogie con “caso Brindisi” nel paventare l’ipotesi di mandare tutte le carte in procura. Di che si parla? Dell’affidamento diretto dell’organizzazione dell’estate cegliese a una associazione di Martina Franca, incarico che ha destato lo sconcerto e la pioggia di interrogazioni di centrodestra e centrosinistra a Ceglie Messapica, ma soprattutto ha incassato una nota di ammonimento del collegio dei revisori con tanto di invito a rimettere a posto gli atti, le determine e le delibere già approvati.

Tra banchi del centrodestra (con il consigliere Giovanni Gianfreda) e del centrosinistra (con l’interrogazione di Rocco Argentiero, Tommaso Argentiero, Donato Gianfreda e Nicola Trinchera) si registrano le stesse reazioni e si fanno le medesime obiezioni. “Ritirate tutto o portiamo le carte in Procura”. Perché la scelta dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Caroli, di rivolgersi all’associazione “La Ghironda” senza valutare la presenza di offerte più convenienti per gli stessi concerti (tra cui Vinicio Capossela e Simona Molinari), offerte effettivamente pervenute, somiglia parecchio a quella che lo scorso anno ha visto come protagonista l’amministrazione comunale di Brindisi, con Culturamiamo e i vari cartelloni estivi e natalizi affidati alla Motumus di Maurizio Ciccolella. L’inchiesta è affidata ai pm Giuseppe De Nozza e Savina Toscani, è delegata alla Digos, e conta sei persone indagate tra cui il sindaco di Brindisi Mimmo Consales. Abuso d’ufficio il reato contestato anche per l’affidamento dei servizi di rassegna stampa e di comunicazione, dati alla News che fu di Consales.

Cosa accade a Ceglie? Che i revisori dei conti, dopo aver preso visione di una nota firmata da Gianfreda intervengono a gamba tesa a tutela dell’Ente municipale.Due le delibere “sotto accusa”. Entrambe relative al calendario “Ceglie Estate 2013”.Perché non c’è stata una procedura aperta? Il Comune non ha adeguatamente motivato l’affidamento diretto di un appalto che può avvenire, anche in ambito artistico, qualora vi siano motivazioni particolari. Si parla di “tutela di diritti esclusivi”, insomma quando l’incarico può essere affidato a un solo operatore commerciale, l’unico a poter garantire quel determinato servizio, con quel marchio e quella qualità.

Non è questo il caso. O comunque, anche qualora lo fosse, non è esplicitata una ragione per l’affidamento diretto (l’ammontare dell’appalto non è roba da poco, si parla di cifre a più zeri. Più di 100 mila euro alla Ghironda, altri 200 mila per il resto delle manifestazione, per un totale di 310mila).“Si invita – scrivono i revisori – a indicare i motivi che non consentono l’apertura di un confronto concorrenziale tra operatori”. Un perché “che giustifichi l’adozione di tale particolare sistema che rappresenta una procedura di carattere eccezionale”. Quindi la richiesta, bipartisan, di ritirare la delibera, di valutare offerte migliori (ce n’è una arrivata dalla capitale che par’essere davvero più conveniente, pur offrendo gli stessi servizi) e di procedere così come prevede la normativa, puntando al massimo risparmio. Perché di soldi della collettività si sta trattando.

 

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