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Il Pertusillo è inquinato? Dovrà indagare la Regione

Forti sospetti circa una contaminazione da idrocarburi dell'acqua dell'invaso del Pertusillo, da cui si diparte l'omonomo acquedotto che serve anche una parte della provincia di Brindisi, incluso il capoluogo e Tuturano. Un regalo alle popolazioni pugliese e lucane dello sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas della Basilicata?

Forti sospetti circa una contaminazione da idrocarburi dell’acqua dell’invaso del Pertusillo, da cui si diparte l’omonomo acquedotto che serve anche una parte della provincia di Brindisi, incluso il capoluogo e Tuturano. Un regalo alle popolazioni pugliesi e lucane dello sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas della Basilicata? Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la mozione urgente a firma dei consiglieri di Forza Italia  Marmo, Caroppo e Damascelli e del M5S Conca e Casili, con cui si chiede l’accertamento urgente della presenza di idrocarburi e metalli pesanti nelle acque del bacino di Pietra di Pertusillo sul fiume Agri..

Con questo provvedimento si impegna il governo regionale della Puglia ad “avviare ogni utile iniziativa, in sede regionale, nazionale e comunitaria, per poter accertare e verificare, in tempi brevi, anche attraverso controlli dell'Arpa Puglia, congiuntamente all'organismo omologo della Regione Basilicata, se la diga del Pertusillo costituisca o meno un invaso fonte di elementi fortemente tossici e gravemente nocivi per la salute delle migliaia di famiglie pugliesi che acquistano ed utilizzano quell’acqua come potabile”.

La mozione impegna anche il presidente della giunta regionale Michele Emiliano a fornire una prima relazione al Consiglio regionale, con i dati acquisiti, entro 90 giorni dall'approvazione della mozione stessa, augurandosi che le risultanze scientifiche possano eliminare ogni dubbio sulla questione sollevata, che in verità è oggetto di polemiche e di richieste di indagini già da alcuni anni, soprattutto in Basilicata.

L'acquedotto del Pertusillo è alimentato dall'invaso omonimo le cui acque sono potabilizzate nell'impianto di Missanello. In corrispondenza del nodo idraulico di Parco del Marchese, si interconnette con quello idrico potabile del Sinni, alimentato dall'invaso di Senise, sempre in Basilicata, con potabilizzatore in agro di Laterza nel Tarantino.

Nel nodo di Parco del Marchese l'acquedotto si biforca in due rami: quello meridionale che, a gravità, alimenta le provincie di Taranto, Brindisi e Lecce; quello settentrionale che, mediante il sollevamento di Parco del Marchese, il più grande di Europa, alimenta prevalentemente le aree del Barese, attraverso la diramazione primaria denominata Gioia - Bari. In corrispondenza nel nodo idraulico di Gioia del Colle, il ramo nord è interconnesso con il canale principale dello schema Sele - Calore.

Il tronco che giunge nel Brindisino, dopo aver alimentato alcuni abitati della provincia di Taranto, arriva al torrino di Monte Ciminiello e da questo al partitore di S. Pancrazio Salentino per Brindisi e Lecce. Sono interessati dalle forniture dell’acquedotto del Pertusillo anche gli abitati di Oria, Mesagne, Latiano, Cellino S. Marco, Sandonaci, S. Pancrazio, Erchie e Torre Santa Susanna.

Secondo uno studio condotto da un docente dell’Università della Basilicata, nelle acque del bacino – dove si erano registrate nel tempo anche morie di carpe – sarebbero presenti bario, manganese, alluminio, ferro, piombo, nichel, quindi anche metalli pesanti e cancerogeni in percentuali inquietanti, oltre che idrocarburi nella msura di 6400 microgrammi per litro, mentre il limite ammesso è di 200 microgrammi (lo studio fu reso noto nella puntata del 29 aprile 2015 della trasmissione La Gabbia, de La7).

Una delle cause potrebbe essere, secondo una denuncia presentata all’Unione Europea, che ha avviato una indagine, la particolare tecnologia di ricerca dei giacimenti petroliferi con l’immissione a pressione di miscele di acqua acido per la frantumazione delle rocce. Tuttavia la magistratura competenze non ha mai aperto un fascicolo. Ora si chiede che l’indagine la conduca la Regione Puglia.

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