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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Spaccate, gli arrestati confessano

BRINDISI - Hanno ammesso tutto, dalla prima all’ultima spaccata, i sette brindisini arrestati l’altro ieri per aver seminato il panico tra i commercianti del centro della città e i gestori di aree di servizio. Gli indagati, raggiunti l’altro ieri da una ordinanza di custodia cautelare chiesta dal pm Pierpaolo Montinaro, disposta dal gip Maurizio Saso ed eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Brindisi che hanno condotto le indagini, sono stati sottoposti stamani a interrogatorio di garanzia.

BRINDISI - Hanno ammesso tutto, dalla prima all’ultima spaccata, i sette brindisini arrestati l’altro ieri per aver seminato il panico tra i commercianti del centro della città e i gestori di aree di servizio. Gli indagati, raggiunti l’altro ieri da una ordinanza di custodia cautelare chiesta dal pm Pierpaolo Montinaro, disposta dal gip Maurizio Saso ed eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Brindisi che hanno condotto le indagini, sono stati sottoposti stamani a interrogatorio di garanzia.

Sono tutti nuove leve, il più vecchio ha trent’anni, e accanto ai rispettivi avvocati non hanno potuto far altro che un mea culpa. Ha riconosciuto le proprie responsabilità Antonio Leo, ritenuto dagli inquirenti la “mente” del gruppo. Lo stesso ha fatto Domenico Disantantonio, 22 anni, altro soggetto dal ruolo di rilievo all’interno della combriccola, uno degli “organizzatori” degli assalti compiuti con una mazza ferrata in danno degli esercenti brindisini, soprattutto i proprietari di negozi di merce griffata.

Confessione piena, sebbene in relazione ad accuse di minor rilievo, dunque per singoli episodi, è stata resa dagli altri, Stefano Romano, 24 anni, Pietro Colucci, 23 anni, Francesco Raia, 30 anni, Renato Cosimo Simonetti, 25 anni e Antonio Chiarella, 20 anni,  i quali sarebbero stati reclutati di volta in volta per partecipare all’una o all’altra irruzione lampo, in grado di fruttare anche alcune migliaia di euro. “Meglio che una rapina”, insomma, in considerazione del rischio.

Tutti coloro che sono stati condotti in carcere lunedì all’alba sono accusati di concorso in furto pluriaggravato, tentato furto pluriaggravato e istigazione a commettere un reato. Sono sette gli episodi ricostruiti, in tutto: il primo è il furto all’interno di una ricevitoria, compiuto con la complicità di un dipendente, costretto, secondo l’accusa, a compiere un reato.

Poi il colpo all’interno dell’area di servizio Q8 di Brindisi, quindi due irruzioni fallite in altrettanti negozi di pelletteria griffata (Fluxa e Taitu del centro di Brindisi) e due andati a segno in una boutique per bambini (Monellerie, di Brindisi) e nel negozio “Guess” di Lecce. Ultimo della lista il tentativo di furto e danneggiamento all’interno di una stazione di rifornimento già ‘visitata’ un mese prima, conclusosi con una sparatoria.

La comitiva era stata incastrata attraverso indagini tradizionali, ma anche con intercettazioni ambientali e videoriprese. Viste le ammissioni, il collegio difensivo, composto dagli avvocati Gianvito Lillo, Antonio Maurino, Marcello Tamburini e Livio Di Noi, potrebbero procedere subito con richieste di attenuazione della misura. Si profilano, in tutta probabilità, anche istanze di patteggiamento, o in alternativa, più in là, di rito abbreviato.

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