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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Sparatoria davanti al bar, ritorsione dopo una lite. Gli arrestati sono due

FRANCAVILLA FONTANA – Una birra non servita a due avventori già ubriachi, potrebbe essere questo il motivo della sparatoria “Via Vai Caffè”, al termine della quale restano feriti Emiliano Andriulo, 33 anni e Rocco Distante di 37 anni. Il primo, titolare dell'attività raggiunto ai glutei, il secondo un ignaro passante che si trovava in via Renato Imperiali vicino al campo sportivo, nessuno dei due fortunatamente corre pericolo di vita. E' questo il teatro di una scena da far west, scaturita da futili motivi e messa in atto da Antonio Leo 29 anni, di Francavilla Fontana, e Giovanni Caiulo 28anni di Latiano. Il primo, già noto alle alle forze dell'ordine per una serie di reati, tra cui quello di rapina e per vantare una parentela d'autore: è il figlio di Giuseppe Leo già condannato per omicidio ed è nipote del boss ergastolano Ciro Leo. Entrambi due pezzi da novanta della Scu condannati per l'omicidio Di Palmo.

FRANCAVILLA FONTANA – Una birra non servita a due avventori già ubriachi, potrebbe essere questo il motivo della sparatoria “Via Vai Caffè”, al termine della quale restano feriti Emiliano Andriulo, 33 anni e Rocco Distante di 37 anni. Il primo, titolare dell'attività raggiunto ai glutei, il secondo un ignaro passante che si trovava in via Renato Imperiali vicino al campo sportivo, nessuno dei due fortunatamente corre pericolo di vita. E' questo il teatro di una scena da Far West, scaturita da futili motivi e messa in atto da Antonio Leo 29 anni, di Francavilla Fontana, e Giovanni Caiulo 28anni di Latiano. Il primo, già noto alle  alle forze dell'ordine per una serie di reati, tra cui quello di rapina e per vantare una parentela d'autore: è il figlio di Giuseppe Leo già condannato per omicidio ed è nipote del boss ergastolano Ciro Leo. Entrambi due pezzi da novanta della Scu condannati per l'omicidio Di Palmo.

Sono le 21 quando scoppia il finimondo, dopo il rifiuto del titolare di servire da bere e lo scompiglio creato tra gli avventori del locale, scatta la minaccia: “Tu non sai chi sono io, ci vediamo tra un po’”. L'episodio mette in allarme qualcuno che segnala al 112 il parapiglia. Mentre una gazzella sta arrivando sul posto, Leo e Caiulo fanno prima: a bordo di un'Alfa 166 grigia si fermano di fronte al bar proprio mentre Andriulo stava rientrando e sparano due colpi dandosi alla fuga. I militari del nucleo operativo radiomobile però hanno già le idee chiare conoscendo i soggetti e la caccia all'uomo scatenata porta in brevissimo ai primi risultati. Le quattro pattuglie coordinate dal capitano Fabio Guglielmone e dal tenente Simone Clemente sorprendono quasi subito, in via Calamandrei, nei pressi di casa alla zona 167, vicino alla Lancia Y di colore amaranto del complice,  Antonio Leo il quale tenta la fuga ma viene bloccato subito e trovato in possesso di quattro cartucce calibro 12 (le stesse sparate davanti al bar), in auto anche un coltello a scatto con lama di 30 centimetri.

Giovanni Caiulo viene arrestato poco dopo a Latiano nella casa di via Battisti. Il fucile a canne mozze -  rubato 10 anni fa a Francavilla Fontana con matricola leggermente ritoccata – viene ritrovato in una casa di campagna in  contrada Paradiso dello stesso Caiulo: ha ancora inserite le cartucce esplose. Su disposizione del pm di turno Valeria Farina Valaori, Leo e Caiulo finiscono nel carcere di Brindisi per le accuse di tentato omicidio in concorso, ricettazione, spari in luogo pubblico. A sparare secondo gli investigatori, che hanno brillantemente chiuso il cerchio lavorando a tutto spiano nel corso della notte, sarebbe stato Antonio Leo.

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