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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Francavilla Fontana

Spari contro autosalone, arresto

FRANCAVILLA FONTANA – Sparò contro la saracinesca dell’autosalone D’Ambrosio Auto per vendicare un congiunto che avrebbe avuto problemi col titolare, e poi per far desistere l’imprenditore dal pretendere un credito lecito vantato nei confronti della sua famiglia. A quasi un anno da quegli spari i carabinieri del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Francavilla Fontana presentano il conto nei confronti di Crocifisso Ardito, 21enne del luogo dando esecuzione all’ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari a suo carico.

FRANCAVILLA FONTANA – Sparò contro la saracinesca  dell’autosalone D’Ambrosio Auto per vendicare un congiunto che avrebbe avuto problemi col titolare, e poi per far desistere l’imprenditore dal pretendere un credito lecito vantato nei confronti della sua famiglia. A quasi un anno da quegli spari i carabinieri del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Francavilla Fontana presentano il conto nei confronti di Crocifisso Ardito, 21enne del luogo dando esecuzione all’ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari a suo carico.

Porto di arma da fuoco e spari in luogo pubblico, danneggiamento, ricettazione i reati contestati  al termine dell’attività di polizia giudiziaria  che si è sviluppata a un anno dall’attentato. Erano ancora in atto forti preoccupazioni, soprattutto da parte dei commercianti locali, dopo i gravi fatti di sangue e gli omicidi dei mesi precedenti, quando la notte fra il 22 e il 23 gennaio 2011 ignoti esplosero sei colpi di arma da fuoco calibro 7.65 contro la saracinesca dell’autosalone D’Ambrosio Auto.

L’immediato sopralluogo permise di accertare che si trattava sicuramente di colpi di pistola e infatti sul marciapiede diametralmente opposto furono ritrovati 6 bossoli calibro 7.65. In seguito ai meticolosi rilievi tecnici eseguiti e grazie all’attività investigativa avviata dai militari dell’Arma, anche a mezzo di operazioni tecniche di intercettazione, gli investigatori – guidati dal tenente Simone Clemente – sono riusciti a stringere il cerchio su uno dei due individui che le telecamere di sorveglianza dell’autosalone avevano ripreso mentre si accucciavano dietro una pompa di benzina posta sul ciglio della strada e facevano fuoco.

Dal video è stato possibile risalire all’orario dell’atto intimidatorio, che si aggirava intorno a mezzanotte e mezza, quando la città era praticamente deserta. Subito dopo l’esplosione dei colpi, registrati anche dall’audio dello stesso impianto di sorveglianza, i soggetti si allontanavano di corsa. In seguito ai primissimi accertamenti i militari batterono tutte le piste, in primis quella della criminalità organizzata e immediatamente accertarono che non si trattava di attività estorsiva, come da più parti temuto nella società civile. Infatti, come accertato dagli investigatori, Ardito si macchiava del grave fatto per una serie di ragioni: in primis per vendetta (veniva ricostruito infatti un pregresso episodio che vedeva coinvolto il gestore dell’autosalone con un congiunto dell’arrestato) e poi per far desistere l’imprenditore dal pretendere un lecito credito vantato nei confronti della famiglia Ardito.

In ogni modo sono emersi elementi univoci che portavano inconfutabilmente alla figura di Crocifisso Ardito quale responsabile del fatto. Ad incastrarlo una conversazione intercettata tra un soggetto rimasto ignoto e l’arrestato, che si può paragonare ad una piena confessione. A un certo punto, infatti, Ardito, dialogando con un'altra persona non identificata domanda “Quando ho sparato io?... io adesso ho …” e l’altro lo interrompe affermando “No, tu a gennaio hai sparato …”. L’uomo racconta che una persona si sarebbe proposta come intermediaria per risolvere la controversia che portò alla sparatoria ai danni dell’autosalone D’Ambrosio e che bastava che Ardito ammettesse di aver sparato in modo da concludere la vicenda. Successivamente Ardito ammette di essere stato lui a causa dei debiti di un suo conoscente. Il 21enne, dopo le formalità di rito, è stato condotto presso il proprio domicilio dove è stato sottoposto alla misura cautelare in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

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