Spari contro la palestra: tentato omicidio, condannato a sette anni e due mesi
Riconosciuto colpevole Antonio Guadalupi, 48 anni, di Brindisi: tre colpi contro la vetrata del centro Ms Fitness di via del Lavoro. L’istruttore chiede mezzo milione di euro per risarcimento danni
BRINDISI – Accusato di tentato omicidio per gli spari contro la vetrata della palestra Ms Fitness di via del Lavoro, quartiere Minnuta, e condannato a sette anni e due mesi di reclusione: Antonio Guadalupi, 45 anni, di Brindisi è stato riconosciuto colpevole dal gup di fronte al quale è stato celebrato il processo con rito abbreviato.
La sentenza
La sentenza è stata pronunciata nella giornata di martedì scorso dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Brindisi, Giuseppe Biondi (previa riduzione di un terzo legata alla scelta del rito alternativo al dibattimento). Sei anni pena base per i tre colpi di pistola calibro 6,35 più un anno e due mesi – in continuazione - in relazione alla detenzione dell’arma e al ritrovamento di droga, 120 grammi di marijuana e dieci di hashish in seguito alla perquisizione eseguita nella sua abitazione.
La parte civile e la richiesta di risarcimento
Il titolare della palestra, ritenuto bersaglio dell’azione di fuoco, Salvatore Musumeci, si è costituito in giudizio ed è stato rappresentato dall’avvocato Marco Masi del foro di Brindisi. Il penalista ha chiesto un risarcimento dei danni, anche morali, pari a mezzo milione di euro. Il gup non ha riconosciuto la provvisionale, rinviando la quantificazione in sede civile.
La difesa dell’imputato
La difesa dell’imputato, affidata all’avvocato Ladislao Massari, ha già anticipato il ricorso in Appello per ottenere la riforma della sentenza perché Guadalupi, noleggiatore di auto presso l’aeroporto del Grande Salento, subito dopo l’arresto avvenuto a distanza di poche ore dalla sparatoria, disse che non voleva uccidere nessuno.
La sparatoria
I colpi furono sparati la mattina del 13 aprile 2017, poco dopo le 9 quando nella palestra c’erano già i primi iscritti per gli allenamenti. Il pm aveva chiesto il processo immediato, saltando l’udienza preliminare, sulla base dell’evidenza della prova, esercitando l’azione penale entro i novanta giorni.
Stando ai rilievi dei carabinieri, i colpi furono sparati ad altezza uomo, a cinque metri di distanza dalla vetrata principale del centro sportivo: uno raggiunse la finestra, un altro il cornicione e il terzo andò a vuoto. Non ci furono feriti.
L’interrogatorio
L’imputato, in sede di interrogatorio davanti al gip Stefania De Angelis, spiegò il contesto in cui maturò il gesto: “Non volevo uccidere e neppure ferire il titolare della palestra, ma ero ancora arrabbiato dopo il diverbio della sera precedente in pizzeria”, disse Movente privato, da chiarire e comunque tale da non poter essere archiviato quella sera. La mattina seguente, il noleggiatore voleva solo intimidire l’altro, stando alla versione consegnata al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi. E per farlo avrebbe usato una pistola giocattolo, modificata.