Spari e auto in un canale: inseguimento mozzafiato con due arresti
Lungo inseguimento fra la polizia e due brindisini a bordo di una Citroen che non hanno obbedito all'alt. Agenti esplodono dei colpi di pistola in aria
BRINDISI – Colpi di pistola esplosi in aria dalla polizia. Un’auto finita nel canalone. Un lungo e adrenalinico un inseguimento fra la polizia e due uomini a bordo di un’auto si è concluso con l’arresto dei due fuggitivi. Si tratta del 33enne G.L. e del 32enne G.D., entrambi di Brindisi. L’episodio si è verificato il pomeriggio di martedì (17 maggio).
Tutto ha avuto inizio fra Apani e Torre Guaceto, sulla litoranea nord di Brindisi, dove una pattuglia delle Volanti, insospettita dall’atteggiamento assunto da due uomini a bordo di una Citroen C1, ha intimato l’alt. Il conducente della Citroen, però, anziché fermarsi, ha pigiato sull’acceleratore. Ne è scaturito un inseguimento protrattosi per vari chilometri, sulla strada interna che collega Apani a San Vito dei Normanni (Ss 16). I fuggitivi hanno effettuato delle manovre a zig zag per seminare la polizia, incuranti della situazione di pericolo in cui mettevano gli altri veicoli. Del tutto vane le numerose intimazioni a fermarsi da parte delle forze dell’ordine.
La fuga è andata avanti a velocità folli anche lungo strade interponderali. A quel punto, resisi conto che quanto fatto fino a quel momento non aveva sortito alcun effetto, i poliziotti hanno esploso alcuni colpi di pistola in aria. Neanche questo, però, è servito. L’inseguimento si è interrotto solo nel momento in cui, percorrendo a razzo una strada sterrata del Canale Reale, il conducente della C1 ha tentato una disperata manovra di svolta non riuscita, tanto da provocare la perdita del controllo della vettura, andata a finire nel canale profondo circa tre metri e completamente privo d’acqua.
Non altrettanto è accaduto invece alla Volante della Polizia che, nonostante seguisse da vicino l’auto in fuga, è riuscita ad interrompere la sua corsa permettendo ai poliziotti di scendere dalla macchina di servizio e di arrestare i due giovani rimasti illesi. Successivamente G.L. è stato condotto presso la casa circondariale di Brindisi, mentre G. D. è stato accompagnato presso la sua abitazione in regime degli arresti domiciliari. Entrambi sono responsabili di resistenza aggravata a pubblico ufficiale.