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Spiagge libere sporche a Brindisi. Ecco come vengono curate altrove

Gli errori a ripetizione della precedente amministrazione comunale nella gestione del problema dell'igiene urbana - su cui esistono vari filone di indagine della magistratura - sono la causa prima della condizione delle spiagge libere di Brindisi

BRINDISI – Gli errori a ripetizione della precedente amministrazione comunale nella gestione del problema dell’igiene urbana – su cui esistono vari filone di indagine della magistratura – sono la causa prima della condizione delle spiagge libere di Brindisi in questo inizio di stagione, non ancora sottoposte a pulizia radicale di rifiuti accumulati dalle mareggiate, che qualcuno l’altro ieri, ad Acque Chiare, si è anche divertito a incendiare.

Discarica abusiva vicino l'ex Lido Poste-2

E il problema non si risolverà subito, si teme, perché non solo la città si trova in una fase di transizione dal punto di vista politico ed amministrativo, ma anche del passaggio tra il precedente gestore giunto a scadenza anche del secondo mandato provvisorio, Ecologica Pugliese, ed il subentrante Amiu. Eppure il capitolato prevedeva la pulizia delle spiagge non certo in questi giorni, ma in tempi compatibili con l’avvio della stagione estiva.

incendio spiaggia  sbitri bis-2

Brindisini dunque – e soprattutto i bambini – costretti a frequentare spiagge sporche, mentre in altri comuni della provincia la vocazione turistica se la sanno difendere, con servizi specifici affidati alle società titolari dell’appalto di igiene urbana, come ad Ostuni, dove Comune e le due società in associazione temporanea di impresa che effettuano la raccolta rifiuti, Gialplast e Bianco, hanno non solo garantito la pulizia radicale degli arenili, ma anche l’installazione dei contenitori per la raccolta differenziata in spiaggia (vedi foto).

Discarica abusiva vicino l'ex Lido Poste 2-2

Da qualche anno l’inizio della stagione estiva a Brindisi è segnata da condizioni di indecenza della litoranea, dove pesa molto l’inciviltà di non pochi abitanti delle abitazioni estive che trasformano in discarica la strada Brindisi-Apani, dai soliti ricorsi al Tar di alcuni stabilimenti balneari, e dai ritardi – o dalla assenza -  di interventi di pulizia delle spiagge libere.

I divieti di accesso alla falesia pericolante vengono violati, la rete dei cantieri di messa in sicurezza della stessa falesia è stata abbattuta in più punti. All’altezza del porticciolo turistico i ruderi di ex locali famosi sono ancora lì. L’intervento di recupero di Cala Materdomini non è cominciato. Non cambia nulla sotto questo sole. Di quale turismo si vuole parlare a Brindisi? Tutto chiacchiere, sequestri e spazzatura.

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