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Cronaca

Stalking all’ex fidanzata: brindisino condannato a un anno

Il pm aveva chiesto tre anni: "Non accettava la fine della storia, ha pedinato, minacciato e aggredito la ragazza. Tentò anche di entrare a casa sua dalla finestra". La giovane denunciò, ritirò la querela dopo averlo perdonato nonostante una sigaretta che lui spense sulle sue labbra

BRINDISI – Prima i pedinamenti alla ex fidanzata, poi le minacce e l’aggressione con schiaffi e pugni. Una volta tentò persino di entrare a casa della ragazza dalla finestra e la ustionò spegnendole la sigaretta sulle labbra. Atti persecutori, stalking, con condanna a un anno di reclusione a fronte dei tre chiesti dal pubblico ministero.

Il Tribunale di Brindisi ha affermato la colpevolezza di un ragazzo di 29 anni, nato e residente nel capoluogo, F.A, le iniziali del nome e del cognome (per evitare di identificare la vittima delle condotte), finito sotto processo dopo la denuncia della giovane risalente al mese di gennaio 2013. Lei, brindisina, nonostante tutto decise di perdonarlo tanto è vero che quando gli agenti della Squadra Mobile, bussarono alla porta dell’abitazione del ragazzo per eseguire l’arresto, li trovarono assieme. Era una mattina di maggio 2014. Avevano fatto pace. Stavano ricucendo il rapporto. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere venne eseguita e l’indagato in sede di interrogatorio di garanzia, alla presenza del suo difensore, Luca Leoci, spiegò la situazione.

Il giovane tornò in libertà il 24 febbraio 2015, su ricorso che il penalista presentò al Riesame per decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare. Da allora il procedimento penale è andato avanti. C’è stata la richiesta di rinvio al giudizio del Tribunale con l’accusa di “atti persecutori” ai sensi dell’articolo 612 bis del Codice penale essendo state riconosciute condotte reiterate, minacce o molestie con un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero tali  da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria e da costringere la vittima ad alterare le proprie abitudini di vita.

Dai capi di imputazione sono stati stralciati quelli per i quali è stata possibile la remissione della querela, legati a lesioni personali, compresa l’ustione provocata dalla ragazza da una sigaretta che F.A le spense sulle labbra. Lei perdonò anche questo per amore. Stralcio anche per l’accusa di aver sottratto alla giovane donna il telefonino cellulare e di averla aggredita in un’altra occasione procurandole ferite giudicate guaribili in otto giorni.

Il processo è andato avanti d’ufficio per stalking con azione penale esercitata dal procuratore capo Marco Dinapoli: “Non accettando l’interruzione della relazione sentimentale, con condotte reiterate, insistenti e durature, molestava la ragazza”, si legge. “La minacciava, si appostava quotidianamente sotto la sua abitazione, la pedinava ovunque in auto o a piedi, la minacciava al telefono, tentò anche di entrare in casa della donna dalla finestra nel mese di novembre 2012”.

L’imputato, inoltre, è stato accusato di aver danneggiato l’auto della ragazza il 15 gennaio 2013 e, qualche giorno dopo, di averla costretta a salire nella sua vettura per portarla in “un luogo isolato dove l’ha aggredita”.

Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna alla pena di tre anni di reclusione. Il difensore, Luca Leoci, ha chiesto al Tribunale di tenere in considerazione il pentimento dell’imputato. Un anno la pena inflitta al termine del processo. Le motivazioni della sentenza saranno depositate fra 60 giorni.

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