rotate-mobile
Cronaca

“Sto all’hotel, se cado ci facciamo male tutti: 140mila euro con le sigarette”

Si cercano i complici, al vaglio la posizione di un commercialista di Brindisi. Bionde e vodka nei pacchi per lavatrici, caricabatterie e motore per cancelli. In carcere anche una donna, intercettate pure le mail

BRINDISI – Olanda, Inghilterra, Macedonia, Albania . Pacchi in arrivo e in partenza, “bionde”, alcool soprattutto vodka, nascosti in lavatrici, e marijuana. Tanta. Da imbottire gommoni e scafi. Al centro della ragnatela Brindisi, con sede operativa in una Lancia Musa (da qui il nome del blitz della Finanza) nella convinzione o forse nella speranza di non essere intercettati. Niente di più sbagliato perché dopo che i militari li hanno “ascoltati” in viva voce, hanno anche “letto” le mail convogliate in una casella di posta elettronica ritenuta sicura.

gdf blitz musa nera-2

Le intercettazioni

Chi parlava di più era Luciano Pagano, 43 anni, di Brindisi, arrestato all’alba di oggi, e portato in carcere, con l’accusa di essere stato al vertice delle operazioni contestate dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Stefania de Angelis, su richiesta dei pm Milto Stefano De Nozza e Francesco Carluccio. Pagano temeva di finire sotto intercettazioni, lo diceva agli altri, a partire dall’unica donna arrestata, Luisa Savoia, 48 anni, nata a San Martino Valle Caudina, in provincia di Avellino, ma residente a Lecce, la prima degli indagati a essere identificata. Ma le comunicazioni dovevano avvenire ugualmente per organizzare le spedizioni, nella consapevolezza del rischio.

Gli altri indagati e il commercialista

La conferma, considerata come importante indizio di colpevolezza, è arrivata il 30 settembre 2016, quando Pagano chiama un “tale Francesco”, ancora da identificare e dice: “Sto all’hotel con loro, tre parole mi ha detto: se casomai cado, ci facciamo male tutti”. In effetti, così è stato, visti gli arresti eseguiti. L’inchiesta non è arrivata al capolinea perché i finanzieri stanno ultimando una serie di verifiche anche all’estero per identificare altri brindisini ritenuti complici dei nove finiti in carcere. Al vaglio dei militari, ci sarebbe anche la posizione di un commercialista di Brindisi, il cui nome è leggibile per esteso nell’ordinanza di custodia cautelare, giacché finito sotto intercettazione nella Lancia Musa in uso a Pagano.

La conversazione riportata nel provvedimento è stata ascoltata la sera del 12 dicembre 2016, attorno alle 20: “Si evince – ha scritto il gip – il ruolo di primo piano rivestivo da Pagano nelle attività illecite perpetrate in ambito doganale”. In tale circostanza Pagano riferiva all’altro, il commercialista, “che sarebbero andati insieme a Bari, dove operava come spedizioniere doganale un 38enne arrestato.

Wisky e sigarette

Il professionista, non formalmente indagato, in auto riferisce di vivere a Roma da qualche tempo, di conoscere diverse persone, anche calabresi, molti avvocati e svela un particolare oggetto di approfondimento: “Stiamo facendo una cosa, fanno con il wisky, con le accise, serviva un deposito doganale da quella parte”.  A cosa si riferiva esattamente? Pagano, dal canto suo, qualcosa doveva sapere e risponde: “Mamma mamma, le chiusure telematiche faccio io lì”. Di chiusure ne avrebbe fatte diverse, una delle quali svelata sempre in auto al commercialista: “Centoquarantamila euro con le sigarette”. Con le bionde, secondo il brindisino, il guadagno sarebbe stato più elevato: “Con l’alcol non guadagni niente”. E l’interlocutore, sempre il professionista di Brindisi: “Le sigarette arrivano da Londra?”. Sì, dall’Inghilterra.

droga musa nera ter-2

La marijuana

Secondo il gip “Pagano era diventato punto di riferimento sulla piazza e per la dogana di Brindisi”. Non solo. Aveva anche “una particolare e ingegnosa modalità di comunicazione consistita nella condivisione di uno spazio web concesso dal gestore di posta elettronica”. Anche in questo caso i messaggi sono stati intercettati e sono leggibili, a stralcio, nel provvedimento di arresto.

Le intercettazioni allegate all’informativa di reato trasmessa in Procura il 29 novembre 2016, “consentivano di ritenere che Luciano Pagano fosse coinvolto, oltre che nelle attività di contrabbando e di sottrazione di merci al pagamento delle imposte, anche nel traffico di sostanze stupefacenti”. Anche in questo caso, le conversazioni sono avvenute nella sua Lancia Musa. Come quella ascoltata il 23 novembre 2016 mentre raggiunge una “masseria di Torre Santa Susanna”: “Là si sta guadagnando un sacco di soldi, ci sono tre ragazzini che all’epoca lavoravano per me che erano un poco sbandati”. E ancora: “Ora a Brindisi con due svizzeri sto lavorando”.

La droga sarebbe stata importata dall’Albania con gommoni e scafi, aspetti dei quali si sarebbe occupato Italo Loré, 42 anni, di Brindisi, arrestato oggi dai finanzieri, assieme al fratello Giuseppe, 45 anni, e  Nicola Magli, 36 anni con Luigi Spina, 37 anni, tutti di Brindisi. Secondo l’accusa, la conferma del coinvolgimento, è chiara con riferimento a quanto accaduto il 15 dicembre 2016, quando due cittadini di origine albanese, Keljant Laka e Ali Gockaj “tornavano in Italia cin un natante a bordo del quale c’era un ingente quantitativo di droga, in località Lendinuso, per uno sbarco, e ad attenderli c’erano Italo e Giuseppe Lorè, insieme ad altri, tra i quali Nicola Magli e Luigi Spina”.

scafo droga musa nera-2

Lo sbarco finito male

Lo sbarco non andò a buon fine: c’erano i finanzieri ad attendere il gruppo. I militari aspettarono che il carico fosse trasferito, in parte, nel bagagliaio di una Renault e iniziarono l’inseguimento. L’auto venne abbandonata: all’interno furono trovati 436 chili di marijuana. Sullo scafo spiaggiato, altri 41 chili. I brindisini si diedero alla fuga, qualcuno perse pure l’orientamento e fu costretto a chiamare la moglie non riuscendo a contattare gli altri.

Pensavano di aver fatta franca, anche perché nell’articolo pubblicato su BrindisiReport, nulla si diceva sul gruppo. Articolo letto e dagli indagati e commentato stando alle intercettazioni. Gli arresti sono avvenuti a distanza di un anno e un mese. Fine della corsa.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

“Sto all’hotel, se cado ci facciamo male tutti: 140mila euro con le sigarette”

BrindisiReport è in caricamento