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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Strage Morvillo, sentenza nel pomeriggio

BRINDISI - E' iniziata attorno alle 12 la camera di consiglio della Corte d'Assise di Brindisi e terminerà molto probabilmente tra le 16 e le 17 con la sentenza a carico di Giovanni Vantaggiato, imputato per la strage del 19 maggio davanti alla scuola Morvillo Falcone e per un precedente attentato del 2008.

BRINDISI - E' iniziata attorno alle 12 di questa mattina la camera di consiglio della Corte d'Assise di Brindisi e terminerà molto probabilmente tra le 16 e le 17 con la sentenza a carico di Giovanni Vantaggiato, imputato per la strage del 19 maggio davanti alla scuola Morvillo Falcone e per un precedente attentato del 2008. L'accusa ha chiesto l'ergastolo con isolamento diurno senza la continuazione fra i due reati.

Oggi, Cataldo Motta, procuratore capo della Dda, ha quantificato (non essendovi la continuazione) la pena per il tentato omicidio, con l'aggravante della premeditazione, ai danni di Cosimo Parato, confessato dal bombarolo e compiuto con una bici bomba il 25 febbraio del 2008: 20 anni, 18 per il tentato omicidio più due per una continuazione con altri fatti.

Quanto all'arringa difensiva di Franco Orlando, difensore dell'imprenditore di Copertino, egli ha chiesto la riqualificazione dell'accusa di strage, ritenendo che sia un omicidio, puntando tutto sul dolo eventuale. Non voleva uccidere, Vantaggiato. Non voleva ferire nessuno. "Nessuna finalità terroristica - ha detto - non fu un atto eversivo, perché Vantaggiato non voleva arrecare un grave danno al Paese, il suo atto non era finalizzato a creare allarme sociale, ma era guidato da un desiderio di vendetta'' per una ingiustizia che riteneva di avere subito.

"Le valutazioni dell'accusa sull'aggravante della finalità terroristica tengono conto di aspetti emozionali'' ha detto ancora il legale sostenendo, in sostanza, che la Procura si sia fatta influenzare dagli articoli di giornale che, nei giorni precedenti all'arresto di Vantaggiato, parlavano di atto terroristico. Secondo il difensore, invece, ''bisogna ragionare facendo riferimento a quello che è accaduto dopo il 6 giugno, dopo l'arresto, non prima''.

''Vantaggiato, l'ho descritto, - ha detto ancora - non aveva un obiettivo determinato. Era mosso dall'astio, dal proprio risentimento. Ma non aveva alcun fine destabilizzante. Il suo era solo un insano tentativo di vendetta". Sulla riqualificazione: "Vantaggiato - ha sostenuto Orlando - non può essere ritenuto responsabile del reato di strage perché non voleva uccidere, anche se non escludeva che il suo gesto causasse delle vittime". Quanto all'aggravante, ha puntualizzato Orlando, il suo riconoscimento non sarebbe ininfluente ma provocherebbe mutazioni del regime sanzionatorio.

Per Orlando, infine, Vantaggiato ''non ha percepito la gravità del suo gesto'' e la perizia psichiatrica (chiesta dalla difesa e non concessa dalla Corte) sarebbe stata necessaria per comprendere in quale situazione emotiva e psicologica ''di onnipotenza e di delirio'' l'imputato abbia agito. Orlando si è quindi chiesto, perché la Corte ''abbia avuto quasi paura'' di disporre la perizia.

In aula c'era solo Massimo Bassi, il padre di Melissa e non la madre Rita, che presenzierà alla lettura del dispositivo. C'erano inoltre tre delle ragazze ferite, Selena, Sabrina e Azzurra, oltre ad Anna Canoci. Assente Vantaggiato. In merito alla richiesta di esclusione dell'aggravante terroristica formulata da Orlando, il procuratore Motta ha ribadito la sussistenza, soffermandosi sulla volontà stragista di Vantaggiato e puntualizzando che la competenza assegnata alla Dda, non sarebbe comunque tornata alla procura di Brindisi, in caso di non contestazione dell'aggravante. "Il giudice naturale, non è il magistrato inquirente".

 

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