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Cronaca

Strage Morvillo: Veronica e Vanessa

BRINDISI – E’ Vanessa Capodieci che apre la quarta udienza del processo per la strage della scuola Morvillo Falcone. L’attentatore è assente anche oggi, a Vanessa e Veronica viene risparmiato l’impatto con l’uomo che ha tentato di uccidere loro e altre compagne, e che ha ucciso invece Melissa Bassi. Vanessa, che come la sorella non consente di essere ripresa e fotografata, ricorda tutto perfettamente. E ricostruisce i terribili secondi dell’esplosione avvenuta alle 07,42 del 19 maggio 2012.

BRINDISI – E’ Vanessa Capodieci che apre la quarta udienza del processo per la strage della scuola Morvillo Falcone. L’attentatore è assente anche oggi, a Vanessa e Veronica viene risparmiato l’impatto con l’uomo che ha tentato di uccidere loro e altre compagne, e che ha ucciso invece Melissa Bassi. Vanessa, che come la sorella non consente di essere ripresa e fotografata, ricorda tutto perfettamente. E ricostruisce i terribili secondi dell’esplosione avvenuta alle 07,42 del 19 maggio 2012.

La maggiore delle sorelle Capodieci frequentava la IV classe. “Prendevamo il pullman a Mesagne alle 7,20 e arrivavamo alle 7,39. La fermata era davanti al tribunale. Io e Veronica arrivammo a piedi sino all’angolo della scuola. Incontrammo lì Selena, Azzurra, Sabrina e Melissa che arrivavano dalla parte opposta. Ho visto il cassonetto blu, era sistemato tra i due pali di supporto di un cartellone pubblicitario. Mi sembrò strano che fosse lì, perché noi a scuola non facevamo la differenziata. Controllai l’ora sul telefonino, il tempo di rimetterlo in tasca e ci fu lo scoppio”.

Vanessa spiega che lei e la sorella avevano appena superato il cassonetto, e che Veronica la precedeva di pochissimo. Descrive il rumore assordante (“pensavo fosse saltata un’auto”), e la fiammata che investì lei e la sorella da dietro. “Caddi a terra. Quando mi rialzai era tutto nero, Veronica non era più davanti a me, ma era dietro. Vidi che aveva il torace squarciato. La presi per mano e la portai all’interno del cancello della scuola. La feci sedere a terra, le misi il giubbino sulla ferita e comprimevo. Le dicevo che non era nulla. Lei piangeva, singhiozzava e non riusciva a respirare bene. C’era molta gente ma quasi nessuno ci aiutava, tranne un bidello, Mimino, e il mio insegnante di inglese”.

Vanessa Capodieci rimase in ospedale dal 19 al 29 maggio 2012. Veronica molto più a lungo, e per settimane in pericolo di vita. Un calvario che non è ancora finito. La più giovane delle sorelle Capodieci frequentava la prima classe della Morvillo Falcone, indirizzo socio-sanitario. Il pm Guglielmo Cataldi le ha chiesto cosa ricorda dell’esplosione: “Pensavo che stessi sognando, e che mi sarei svegliata, invece ricordo mia sorella che mi prendeva per mano e mi portava all’interno del cortile della foto, che mi copriva la pancia con un giubbino”. Veronica risponde al pm di essere stata ricoverata a Brindisi, Lecce e Pisa, di avere subito otto o nove interventi chirurgici, e che dovrà subirne ancora alla mano sinistra (dove ha subìto amputazioni), e all’orecchio sinistro.

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