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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Strage/ Parato non ce la fa a deporre

BRINDISI – Cosimo Parato questa volta si presenta in aula, per la ottava udienza del processo collegato alla strage del 19 maggio del 2012 davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, ma anche all’attentato in cui egli stesso doveva morire, secondo il progetto di Giovanni Vantaggiato. Tuttavia è una comparizione quasi di cortesia, perché il teste e parte lesa dice al pm che non può trattenersi oltre, proprio a causa delle conseguenze fisiche dovute a quella vicenda, saluta e se ne torna a casa.

BRINDISI – Cosimo Parato questa volta si presenta in aula, per la ottava udienza del processo collegato alla strage del 19 maggio del 2012 davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, ma anche all’attentato in cui egli stesso doveva morire, secondo il progetto di Giovanni Vantaggiato. Tuttavia è una comparizione quasi di cortesia, perché il teste e parte lesa dice al pm che non può trattenersi oltre, proprio a causa delle conseguenze fisiche dovute a quella vicenda, saluta e se ne torna a casa.

Pochi secondi prima il sostituto procuratore Guglielmo Cataldi gli aveva chiesto cosa era accaduto la mattina del 24 febbraio 2008 a Torre Santa Susanna, nel piazzale interno del condominio dove Parato vive tutt’ora. Fu lì che Vantaggiato, proprio come poi ha fatto davanti all’Istituto professionale Morvillo, azionò una bomba con un telecomando mentre Parato passava a piedi davanti alla bici in cui l’imputato aveva nascosto una micidiale pipe-bomb che squarciò l’addome della vittima designata.

"Non riesco. Devo andare in bagno. Se vengo alla prossima vengo tutto attrezzato, non riesco a parlare. Non riesco, ho bisogno di tutta l'attrezzatura per la mia nutrizione. La prossima volta vengo con tutto l'occorrente”, ha risposto Parato al pubblico ministero, sottolineando come  le conseguenze fisiche permanenti non gli consentissero oggi di restare a lungo in udienza (dopo aver saltato le due precedenti sempre per ragioni fisiche. L’uomo che Vantaggiato non riuscì ad uccidere, e che continua ad essere indicato dal bomber di Copertino come la causa della rabbia e della follia che il 9 maggio 2012 ha scaricato contro innocenti ragazze, si è quindi congedato dalla Corte d’Assise, con  il permesso del presidente Domenico Cucchiara.

Lui, Parato, già dopo alcuni giorni di ricovero nel 2008, e più recentemente dopo la strage davanti alla Morvillo Falcone (con l’assistenza del suo avvocato di fiducia, Raffaele Missere), ha smentito la tesi di Vantaggiato dicendo che il commerciante di carburanti non voleva ucciderlo perché truffato da lui, ma perché invece avendo perpetrato varie sottrazioni di gasolio a forniture pubbliche, per piazzare i quantitativi in nero presso utenti occasionali, e avendo utilizzato lo stesso Parato per tali operazioni di reimpiego del gasolio, e allorché la Guardia di Finanza si stava per avvicinare alla verità tentò di tappare la bocca ad un testimone pericoloso, che invece doveva fungere da capro espiatorio.

In aula oggi ci sono come sempre le sorelle Veronica e Vanessa Capodieci, due delle ragazze ferite, una delle quali a lungo ricoverata in fin di vita, dopo l'attentato del 19 maggio scorso davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, e assieme a loro altre due compagne che furono quel giorno sfiorate dalla morte, Selena Greco e Azzurra Camarda, passate anche loro dal Centro ustioni dell’ospedale Perrino. Nell’esplosione perse la vita la 16enne Melissa Bassi, i genitori della quale sono sempre in prima fila alle udienze. A pochi metri di distanza, la gabbia vuota riservata a Giovanni Vantaggiato, che continua a essere assente dal processo.

Dopo Parato, è stato ascoltato l’allora comandante della stazione carabinieri di Torre S.Susanna, luogotenente Francesco Lazzari. "Nel 2008 furono disposte intercettazioni sulle utenza nella disponibilità di Giovanni Vantaggiato, ma diedero all'epoca esito negativo", ha detto lazzari su domanda del pm Cataldi. Il sottufficiale ha aggiunto, rispondendo alle domande dell'avvocato Raffaele Missere e del pm Cataldi, di aver effettuato già all'epoca alcuni approfondimenti su Giovanni Vantaggiato, su indicazione di Parato.

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