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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Vantaggiato sempre lucido": rigettata dalla Corte la richiesta di perizia psichiatrica

La Corte d’Assise d’Appello di Lecce ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica formulata dal difensore di Giovanni Vantaggiato, Franco Orlando. Nell’ordinanza, letta in aula dal presidente Rodolfo Boselli, si specifica che relativamente all’imputabilità la corte “condivide l’itinerario tracciato dal primo giudice”

LECCE - La  Corte d’Assise d’Appello di Lecce ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica formulata dal difensore di Giovanni Vantaggiato, Franco Orlando. Nell’ordinanza, letta in aula dal presidente Rodolfo Boselli, si specifica che relativamente all’imputabilità la corte “condivide l’itinerario tracciato dal primo giudice” che porta a ritenere che Vantaggiato, già condannato all’ergastolo in primo grado per la strage di Brindisi, avesse “piena capacità di intendere e volere” nelle varie fasi dell’attentato.

“La rinnovazione in sede di appello – ha sostenuto la Corte – è un provvedimento di carattere eccezionale” da adottare nel caso in cui non vi siano gli strumenti per poter decidere allo stato degli atti. In questo caso il giudice può “determinare il proprio convincimento” anche senza perizia e senza quindi procedere ad alcuna rinnovazione dibattimentale. “Non si può concludere per un vizio totale di mente o discutere di un vizio parziale di mente” per Vantaggiato. 

L'attentatore Giovanni Vantaggiato ripreso dalle videocamere L’autore della strage era animato “da lucida professionalità, tanto nella predisposizione dei mezzi per procurare morte e sofferenza, quanto nella scelta luoghi e nella consapevolezza di potersi sottrarre all’identificazione. In sede di esame è stato lucido e in grado di rispondere alle domande poste, oltre che di valutare le conseguenze delle proprie condotte”.

Un’altra prova di tale lucidità deriva dal fatto che Vantaggiato ha ricostruito in varie circostanze “l’intero contesto, le precise dinamiche delle azioni che non ha negato di aver posto in essere, indicandone le modalità, dando piena contezza di quanto egli fosse stato perfettamente lucido e cosciente”, ha rilevato nell’ordinanza di rigetto la Corte d’Assise di Appello di Lecce.

Ci sono poi i contenuti delle intercettazioni ambientali in carcere dei colloqui tra l’imputato e alcuni congiunti, effettuate nell’autunno del 2012: “Aveva inoltre lucidamente elaborato una strategia difensiva per apparire nelle condizioni psichiche per far dubitare che avesse un disturbo della personalità”, rimarcano i giudici,  “Aveva – inoltre - posto in essere uno sciopero della fame del tutto controllato”. Il processo è stato quindi aggiornato. 

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