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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Fasano

Strage sulla superstrada: il camionista torna a casa in regime di domiciliari

Torna a casa in regime di domiciliari il conducente del Tir coinvolto nella strage verificatasi sabato scorso (12 dicembre) sulla strada statale 379 che collega Brindisi a Bari,fra gli svincoli per Torre Spaccata e Torre Canne. Il 57enne Francesco De Sario, di Terlizzi, assistito dalla figlia, l’avvocato Carolina De Sario, è stato ascoltato in carcere dal gip del tribunale di Brindisi. Intanto Conftrasporto sollecita il prefetto

BRINDISI – Torna a casa in regime di domiciliari il conducente del Tir coinvolto nella strage verificatasi sabato scorso (12 dicembre) sulla strada statale 379 che collega Brindisi a Bari,fra gli svincoli per Torre Spaccata e Torre Canne. Il 57enne Francesco De Sario, di Terlizzi, assistito dalla figlia, l’avvocato Carolina De Sario, è stato ascoltato in carcere dal gip del tribunale di Brindisi Maurizio Saso, nell’ambito dell’interrogatorio di convalida dell’arresto disposto dal pm Luca Buccheri.

L’autotrasportatore ha confermato quanto già dichiarato ai poliziotti del commissariato di Ostuni e della polizia stradale poche ore dopo l’incidente. E cioè che sarebbe stata la brusca frenata di una Opel di colore giallo che lo precedeva a fargli perdere il controllo del camion, provocando il terribile incidente in cui hanno perso la vita 5 persone.

Entrambe le corsie di marcia sono state invase dall’autoarticolato, che trasportava due cisterne piene di olio alimentare ed era diretto a Bari. Nel groviglio di lamiere sono morte la piccola Viola Casili, di 3 anni, figlia del consigliere regionale Cristian Casili, Vito Muscatello di 71 anni, Rosa Minerba, Anna Maria Minerba entrambe 74enni di Tuglie, (nonni e zia della bambina) e il 21enne di Fasano Leonardo Orlandino portiere del Real Paradiso Brindisi. Ha riportato varie fratture con 40 giorni di prognosi la madre della bimba, Marta Muscatello, 45 anni, che viaggiava insieme ai genitori, una zia e la figlioletta a bordo di una Opel Zafira rimasta schiacciata fra lo spartitraffico di cemento e il mezzo pesante.

Orlandino invece era l’unico conducente di una Peugeot 107. Secondo quanto accertato dai sanitari del 118 è morto sul colpo dopo che la sua auto è stata schiacciata dall’autotreno. Francesco De Sario e tre persone che viaggiavano sulla terza vettura coinvolta, una Opel Corsa, uscirono illesi dalla collisione.

L’autotrasportatore, risultato negativo ai test dell’alcol e della droga, è accusato di omicidio colposo plurimo aggravato dalle violazioni del codice della strada per velocità e distanza di sicurezza.

Intanto sulla vicenda interviene il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggé, con una lettera in cui invita il prefetto di Brindisi a “non fermarsi a valutare esclusivamente i fatti verificatesi in strada, ma di andare a cercare di capire cosa ci fosse all’origine dei fatti”. Questo sulla base dell’articolo 51 51 della Legge 120/2010 di modifica del Codice della strada, in cui è scritto che “quando dalla violazione di disposizioni del codice della strada, di cui al d.gvo 285/1992, derivino la morte di persone o lesioni personali gravi o gravissime e la violazione sia stata commessa alla guida di uno dei veicoli per i quali è richiesta la patente di guida di categoria C, C+E, è disposta la verifica presso il vettore, il committente, nonché il caricatore ed il proprietario della merce oggetto del trasporto, del rispetto delle norme sulla sicurezza della circolazione stradale”.

Lo stesso Uggè aggiunge che, nella circolare interministeriale del 18 maggio 2011 in cui vengono spiegate le modalità operative con dare attuazione alla norma ricordata, si prevede che “l’organo che ha proceduto ai rilevamenti si attivi nei confronti del vettore, del committente e del proprietario della merce per verificare se, nella fattispecie concreta, sono state osservate le norme del c.d.s richiamate dall’art. 7 del d.lgvo 286/2005 (tra cui rientrano anche il rispetto dei limiti di velocità e dei tempi di guida e di riposo)”.

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