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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Strasburgo rigetta ricorso Italia: no confisca se c'è prescrizione. Acque Chiare si può ora salvare

La Grande Chambre di Strasburgo ha rigettato il ricorso dell'Italia sulla sentenza Varvara, il caso gemello di Acque Chiare, e diviene quindi un principio non più contestabile quello secondo cui in caso di prescrizione non ci può essere confisca.

BRINDISI - Non ci può essere confisca in caso di prescrizione: ormai è decisione non più impugnabile, quella della Corte europea dei diritti dell’uomo, dopo che il 24 marzo scorso (proprio mentre a Brindisi si rinviava il processo Acque Chiare) la Grande Chambre ha opposto un rigetto al ricorso dell’Avvocatura dello Stato sulla sentenza “Varvara”, ricorso che non ha superato lo scoglio dell’ammissibilità nell’udienza filtro che era stata fissata proprio per valutare la “ricevibilità” dello stesso. L’Italia perde la sua battaglia e la notizia, per una volta, è proprio quella che attendeva a Brindisi il popolo di Acque Chiare.

No condanna? No confisca, ha stabilito il 28 ottobre scorso la Cedu che ha condannato l'Italia al pagamento dei danni non patrimoniali per 10mila euro e patrimoniali da concordare (la difesa ha chiesto 500mila euro) in favore di un imprenditore di Gravina in Puglia che ha attraversato i tre gradi di giudizio da imputato per lottizzazione abusiva per il Garden Village di Cassano Delle Murge, realizzato nell'1985. In Cassazione ci è arrivato quando il reato era già prescritto ma sulla confisca delle 17 villette nulla aveva potuto. "E' illegittima - sostiene la Corte Europea - la confisca di un bene se il reato di lottizzazione abusiva è prescritto".

La Finanza al villaggio Acque Chiare"La Corte contesta, alla luce dell'articolo 7 Cedu, l'illegittimità della confisca poiché autorizzata anche in assenza di una condanna". Il ricorrente aveva sostenuto il mancato rispetto di alcune disposizioni generali riguardanti il processo penale e la mancata osservanza della presunzione di innocenza oltre che il carattere "sproporzionato" della confisca. Ed ecco cosa accade quando una sentenza di Strasburgo bacchetta l'Italia: la Corte di Cassazione, nel 2011 ha stabilito che le sentenze della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo una volta divenute definitive abbiano immediata rilevanza nel nostro ordinamento.

Sussiste "l'obbligo per il giudice nazionale di applicare direttamente la norma, anche quando non sia conforme al diritto interno". Il successo di Varvara è tutto dello studio di Alfredo Gaito, ordinario di procedura penale alla Sapienza di Roma, avvocato che si è interessato anche del caso del complesso brindisino in località Case Bianche per quel che riguarda la posizione di molti promissari acquirenti che non sono coinvolti nel giudizio per concorso in lottizzazione abusiva.

Il 24 marzo scorso a Brindisi, nell’aula Metrangolo, il giudice monocratico Vittorio Testi aveva deciso il rinvio del processo Acque Chiare fissando il 3 giugno come data termine per gli imputati per revocare la propria rinuncia alla prescrizione e uscire quindi dal processo con una sentenza di non luogo a procedere. Con la garanzia della decisione di Strasburgo, ormai definitiva, probabilmente anche gli indecisi ora faranno dietrofront: sono in tutto circa 220 e non perderanno l’occasione di mettersi in tasca il jolly, in grado di evitare che il giudice metta sotto chiave le proprie abitazioni (che lo sono già, a dirla tutta, ma per un provvedimento che riguarda l’altro processo)

I difensori dei quattro che furono condannati in primo e secondo grado nel processo “madre”, il costruttore Vincenzo Romanazzi, il notaio Bruno Romano Cafaro, il progettista Severino Orsan e il dirigente dell’Utc del Comune Carlo Cioffi, insieme ai legali dei proprietari (parti civili) dovranno ora chiedere la fissazione di una nuova udienza in Cassazione, ultimo grado di giudizio anche per la confisca, l’unico nodo rimasto da sciogliere, visto e considerato che vi sarà prescrizione anche per i quattro imputati in questione. Gli Ermellini avevano deciso un rinvio proprio per attendere di conoscere l’orientamento di Strasburgo. Ora la posizione dell’Europa è chiara.

Il villaggio, probabilmente, è salvo. Sebbene bisogni comunque tenere conto che il pm Antonio Costantini avrebbe intenzione di impugnare le sentenze di non luogo a procedere che saranno emesse il 3 giugno prossimo. Che la Cassazione deve ancora esprimersi. E che, anche qualora si dovesse giungere alla restituzione degli immobili, non di case si tratta ma di stanze di albergo. 

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