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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Studenti e lavoratori sfilano insieme contro "jobs act" e politiche sulla scuola

Più di mille lavoratori, oltre ad alcune centinaia di studenti, hanno sfilato per le vie di Brindisi manifestando il loro dissenso contro le politiche del governo in materia di lavoro e le varie problematiche che affliggono la pubblica istruzione. Iniziative analoghe hanno interessato tutte le città italiane, nell'ambito della giornata di sciopero generale indetta dai sindacati Cgil, Uil e Ugl

BRINDISI – Più di mille lavoratori, oltre ad alcune centinaia di studenti, hanno sfilato per le vie di Brindisi manifestando il loro dissenso contro le politiche del governo in materia di lavoro e le varie problematiche che affliggono la pubblica istruzione. Iniziative analoghe hanno interessato tutte le città italiane, nell’ambito della giornata di sciopero generale indetta dai sindacati Cgil, Uil e Ugl. I ragazzi dell’Unione degli studenti hanno contribuito ad abbassare l’età media dei manifestanti, per lo più pensionati e lavoratori che hanno varcato la soglia degli “anta”. La mobilitazione è stata Sciopero generale, Il corteo degli studenti 2-2accompagnata dallo slogan “Così non va”. 

Non vanno i provvedimenti adottati dal governo per uscire dalla crisi; non va il “jobs act”, la riforma del mercato del lavoro che “annulla il diritto di essere reintegrato nel proprio posto di lavoro in caso di licenziamento”; non va la legge di stabilità, nella quale non sono previste, a detta dei sindacati, risorse economiche per il contrasto alla povertà; non va la così detta legge Fornero; non vanno, infine, i tagli delle risorse destinate agli enti locali. 

Nella realtà locale, tengono banco soprattutto il nodo appalti e le incognite legate alla strategia di sviluppo economico del territorio. A tal proposito, sia il segretario provinciale della Cgil, Michela Almiento, che il suo omologo della Uil, Antonio Licchello, rimarcano come il vertice sull’emergenza occupazionale svoltosi lo scorso 20 ottobre in prefettura, non abbia ancora prodotto risultati tangibili. Le parole spese in quell’occasione da amministratori locali, parlamentari e Sciopero generale 6-2rappresentanti di associazioni di categoria, insomma, tanto per cambiare, rischiano di cadere nel vuoto. 

L’unico documento scaturito dalla sinergia fra organizzazioni sindacali e sindaci della provincia, come rimarcato dalla Almiento, è un “protocollo sul lavoro minimo di cittadinanza e cantieri di cittadinanza” sottoscritto lo scorso 30 novembre in Regione. “La Regione Puglia – spiega la Almiento – ha messo a disposizione 38 milioni di euro per favorire il reinserimento nel mondo del lavoro di disoccupati e persone in mobilità, attraverso l’apertura di nuovi cantieri cittadini. Ma quel protocollo non si è ancora tradotto in delle iniziative concrete da parte delle amministrazioni comunali”. 

Sempre nel corso del summit in prefettura, tutti concordarono sulla necessità di rilanciare il Cpel (Consiglio permanente degli enti locali) per uscire dalla fase di stallo in cui è impantanato il mercato del lavoro. Anche da questo punto di vista, però, come affermato da Antonio Licchello, nulla di concreto. 

I segretari provinciali erano alla testa di un serpentone partito da piazza Crispi, di fronte alla stazione ferroviaria, e giunto alla scalinata Virgilio. Gli Sciopero generale, Il corteo degli studenti-2studenti, invece, che si trovavano in coda al corteo, si sono fermati in piazza Santa Teresa, dove una delegazione guidata dal coordinatore provinciale di Uds, Giulio Gazzaneo, ha incontrato il presidente della Provincia, Maurizio Bruno. 

Nel novero delle rivendicazioni avanzate da Uds a livello nazionale (il rischio di asservimento della pubblica istruzione ai privati; le politiche governative che rischiano di ridurre l’accesso al diritto allo studio), si è innestata anche una problematica che sta creando grossi disagi agli studenti di tutte le scuole superiori di secondo grado della provincia: la mancanza di riscaldamento nelle scuole, a causa dei ritardi accumulati nella gara d’appalto. Ma una soluzione tampone, su questo fronte, pare sia stata trovata. “Il presidente Bruno – dichiara Gazzaneo – ci ha comunicato che è stato fatto un appalto per un servizio di 30 giorni: il tempo necessari per arrivare all’aggiudicazione dell’appalto biennale. Il servizio, già a partire da stamattina, è ripreso in alcune scuole. Nel giro di 48 ore – prosegue Gazzaneo – tutti gli istituti dovrebbero essere riscaldati”. 

IMG_3068-2Gli studenti hanno consegnato anche un documento contenente le loro proposte per ottenere una diffusione a tappeto della “green card”: tessera che garantisce agli studenti delle scuole superiori degli sconti in una serie di locali commerciali convenzionati, attivi in un contesto di crescita educativa dei ragazzi. “Ci è stato garantito – afferma ancora Gazzaneo – che entro la fine dell’anno scolastico, tutti avranno una green card. Ma serve anche la collaborazione delle scuole, che devono fornire alla provincia gli elenchi degli iscritti”. 

Altra nota dolente affrontata da Uds è quella riguardante lo stato dell’edilizia scolastica. “A gennaio – spiega il coordinatore provinciale di Uds – partiranno una serie di iniziativa unitarie di tutte le scuole della Provincia, al termine delle quali ogni singolo istituto produrrà dei documenti in cui vengono esplicati i propri problemi. Successivamente partirà un tavolo di lavoro”. 

Continua a tenere banco anche il nodo trasporti, viste le difficili condizioni in cui sono costretti a viaggiare i pendolari. “A gennaio – afferma ancora Gazzaneo – ci sarà un tavolo con Stp, Provincia e Fse (Ferrovie Sud est) in cui consegneremo un documento con le nostre nuove proposte”. 

Al centro del confronto con Maurizio Bruno c’è stato infine il destino degli studenti dell’Itis Majorana e del liceo scientifico Fermi. “Sia il Fermi che il Majorana – dichiara Gazzaneo – sono ospitati in edifici che non sono di proprietà della Provincia, la quale non può più far fronte ai rispettivi canoni di locazione”. Da quanto appreso, il problema del Fermi dovrebbe essere risolto con il trasloco nell’edificio che ospita l’istituto “Belluzzi”, a partire dal prossimo anno scolastico. La sorte del Majorana, invece, è ancora in alto mare. E proprio il Fermi e il Majorana sono fra i venti istituti della provincia in fermento, fra occupazioni e autogestioni.

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