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Cronaca

Stuprò la figlioletta di quattro anni, torna in carcere per scontare sentenza definitiva

LATIANO - Stuprò la figlioletta di quattro anni, patrigno torna in carcere per effetto di una sentenza definitiva che lo ha condannato a circa nove anni di detenzione per violenza sessuale. L’uomo, un operaio 68enne di Latiano, aveva trascorso gli ultimi sei mesi ai domiciliari. La vita in cella lo aveva gettato in uno stato di gravissima prostrazione psicologica, per cui aveva chiesto e ottenuto dal Riesame di tornare a casa. Scaduto il termine concesso, rientra adesso in carcere, dove rimarrà fino al 2018.

LATIANO - Stuprò la figlioletta di quattro anni, patrigno torna in carcere per effetto di una sentenza definitiva che lo ha condannato a circa nove anni di detenzione per violenza sessuale. L’uomo, un operaio 68enne di Latiano, aveva trascorso gli ultimi sei mesi ai domiciliari. La vita in cella lo aveva gettato in uno stato di gravissima prostrazione psicologica, per cui aveva chiesto e ottenuto dal Riesame di tornare a casa. Scaduto il termine concesso, rientra adesso in carcere, dove rimarrà fino al 2018.

Quella bambina che oggi ha sedici anni, era la figlia della seconda moglie, ma i fatti risalgono al lontano 1998. I due si sposano e l’uomo manifesta fin da subito uno straordinario attaccamento alla piccola, che la mamma-moglie confonde con un naturale istinto paterno del quale è persino contenta. Le prime avvisaglie della realtà, quella vera, arrivano dagli improvvisi cambiamenti nell’umore della bambina. Il temperamento allegro, vivace, malgrado sia cresciuta senza nemmeno conoscere il  padre naturale, si trasforma in un mutismo improvviso e inspiegabile.

Silenzi interrotti a tratti da altrettanto improvvisi accessi di violenza. E’ un allarme che la mamma non trascura, fino alla prova, agghiacciante, sul corpo della figlia. Quando interroga la bambina, fra orrore e tremore di scoprire fino in fondo la verità, la bambina confusamente consapevole delle oscenità subite, rivela l’identità dello stupratore. E' il patrigno. Le violenze, come accerteranno le indagini, si consumano da un pezzo, fra le mura casalinghe. L'uomo approfitta dei momenti in cui la moglie è assente, per consumare violenze irripetibili sul corpo della piccola. Le perizie disposte dalla procura prima, dal tribunale poi, confermano quei racconti agghiaccianti. Un ginecologo e uno psicologo confermano i racconti agghiaccianti della bambina, che parlano non solo di molestie, ma di stupro.

Le indagini dei carabinieri della stazione di Latiano volgono rapidamente al termine, le accuse si rivelano del tutto fondate e l’uomo finisce in manette. Il giudice per le indagini preliminari Paola Liaci firma la prima ordinanza che dispone la misura cautelare dell’indagato, per i gravi indizi di colpevolezza a suo carico ma anche, se non soprattutto, per scongiurare il pericolo di reiterazione delle violenze. L’uomo si difende con quanta forza ha in corpo. Ricusa, si dispera. L’accusa verrà confermata in tutti i gradi di giudizio, l’uomo viene condannato a quasi nove anni di detenzione, sentenza che diventa definitiva a gennaio di due anni fa. Quando uscirà dal carcere avrà 76 anni.

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