“Sudditanza e timore verso Pietanza" : le intercettazioni e il secchio di pesce
Il pm: “L’atteggiamento del legale tradiva senso di sudditanza e timore reverenziale verso Pietanza e Zuccaro”. Intercettati anche un ex dirigente e un ex consigliere comunale non indagati: “Significativo che si rivolga al dipendente e non al sindaco”
BRINDISI – “Ho un secchio di pesce, lui ha detto che lo avrebbe voluto: sto chiamando Carlo (Zuccaro) ma non risponde, non lo voglio incrociare, io sto in crisi, fai tu”. La conversazione telefonica è stata intercettata come chiamata in arrivo sull'utenza di Daniele Pietanza, da oggi ristretto nella sua abitazione con l’accusa di concussione elettorale in concorso con Carlo Zuccaro. A chiamare Pietanza, un professionista brindisino, non coinvolto nell'inchiesta.
Le intercettazioni: cannoli e lutrini
Non c’è alcuna contestazione mossa dalla Procura nei confronti del professionista che contattò Pietanza, ma il suo nome è finito nelle intercettazioni che in quel periodo furono autorizzate sull’utenza telefonica in uso a Pietanza e sono state riportate nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita dagli agenti della Digos per descrivere il ruolo di fatto assunto dal dipendente della Multiservizi all’interno della partecipata del Comune di Brindisi.
In particolare, il pm ha riportato uno stralcio della telefonata ascoltata il 22 luglio 2017 alle 15,32 tra il professionista e Pietanza. A chiamare è un legale, cerca Zuccaro che non risponde. E Pietanza: “Mo’ ti faccio rispondere, ora lo chiamo io”. Intanto si sente che Pietanza cede il telefono a Pasquale Luperti, oggi destinatario di perquisizione domiciliare nell’ambito dell’inchiesta.
Ma niente sarebbe stato acquisito dagli agenti, dopo le verifiche già disposte nei confronti dell’ex assessore. “Tutto a posto’”, chiede Luperti. “Sì, lo volete questo pesce? Cannole e lutrini”, dice il professionista brindisinp. L’ex assessore, allora rieletto consigliere comunale: “Ehi, la settimana prossima andiamo a mangiare qualcosa”. “Va bene, quando vuoi”. E ancora: “Ciao, avvocato mio”.
La presunta sudditanza
Al di là dell’offerta del pesce e dell’invito a cena, quel che il pm e il gip hanno evidenziato è la “situazione di sudditanza”, evidente appunto dal contenuto della conversazione: l'avvocato precisava che "non era sua intenzione richiamare Zuccaro per non dargli fastidio, ma solo per donargli il pesce come lui aveva chiesto”. E’ scritto nell’ordinanza di arresto: “L’atteggiamento tradiva senso di sudditanza e timore reverenziale nei confronti del duo Pietanza-Zuccaro, il che lascia ritenere che il duo quell’anomala e anormale posizione di centralità nella società se la fossero procurata anche con la forza (non in senso fisico, ovviamente” che gli derivava non solo dal non essere dal punto di vista criminale due persone qualsiasi, ma dall’essere uomini di Pasquale Luperti, esponente di una famiglia criminale del Brindisino”.
Luperti ha sempre combattuto contro i pregiudizi legati alle vicende giudiziarie del padre e dello zio, entrambi vittime di regolamenti di conti in seno alla Sacra Corona Unita. Per questo ha sporto denuncia nei confronti del governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, nel periodo delle elezioni 2016, quando ottenne poco meno di mille voti.
Indiscrezioni sulla giunta Carluccio
Secondo il gip “l’abbandono della funzione di comando della Multiservizi e il suo slittamento in capo a Pietanza e quindi a Luperti, era avvenuto per un duplice ordine di ragioni: da un lato, per i buoni rapporti con il personale politico che governava il Comune di Brindisi che gli aveva attribuito tale incarico e dall’altro, per i buoni rapporti con il mondo criminale brindisino”. A conferma di questo assunto, il gip riporta anche uno stralcio della conversazione intercettata tra “Pietanza e suo cugino (c'è il nome del parente ndr) che a Pietanza si rivolgeva perché facesse da intermediario per organizzare un incontro tra Luperti e un amico (anche in questo caso c'è il nome), anche questi conosciuto agli organi di polizia”.
Va precisato che i due, cugino e amico, sono assolutamente estranei all’inchiesta, ma le relative telefonate sono state inserite nel provvedimento di arresto solo al fine di “dimostrare il legame tra Pietanza e Luperti”. Il primo sarebbe stato “uomo di fiducia o comunque saldamente legato a Luperti, a sua volta “collettare di centinaia di voti a sostegno di Angela Carluccio”, poi eletta sindaco. La Digos – in quel periodo – ha pedinato e osservato gli incontri ed evidenziava che “il cugino, per tutto il mese di luglio, era stato accreditato nella costituenda Giunta Carluccio”. Vox populi, raccolte sotto forma di indiscrezioni.
I contatti con un ex dirigente della Polizia locale
Non solo. “La centralità e la rilevanza di un personaggio come Pietanza veniva dimostrato anche da altro e cioè – scrive sempre il gip – da contatti e telefonate con un ex dirigente della polizia municipale di Brindisi, anche queste caratterizzate da manifestazione di senso di sudditanza e di timore reverenziale nei confronti di Pietanza”. Questo sempre nella lettura data dall’accusa. Il dirigente, il cui nome è riportato nell'ordinanza, ovviamente, è estraneo ai fatti.
L’inchiesta per corruzione sul parcheggio
Tra le telefonate ritenute importanti, ci sarebbe quella del 14 luglio 2016. Dalla Polizia locale viene “chiamato Pietanza perché facesse da intermediario con un componente dello staff della sindaca Angela Carluccio, quindi suo stretto collaboratore”. Nella telefonata il dirigente riferisce di aver ricevuto visita da un tizio (indicato per cognome, ndr) per l’asfalto di via Cristoforo Colombo e per una richiesta di chiusura della strada per 16 ore, di giorno, senza alcuna segnaletica”. Nella stessa conversazione si apprende anche che sarebbe stato chiamato da un ex assessore.
Il dirigente della Polizia locale lamentava una questione di responsabilità, per poi passare a parlare di “lettere”. Testualmente “le nostre lettere” – dice a Pietanza – “stanno avendo effetto”. E Pietanza: “Sì, dovrebbero, qui ogni giorno ci sono problemi con la spazzatura”. Ancora: “Comanda’, poi cosa ne è uscito per l’aeroporto? Si è saputo qualcosa?”. Risposta : No. Venerdì ti faccio arrivare la lettera in modo che tu lunedì la fai arrivare a caio (il nome è di un dirigente della società Aeroporti di Puglia, ndr) e concordate le modalità di consegna”.
Pietanza, aggiunge: “Era di partire il giorno 1, senza lasciare nessun disservizio perché il problema è che le casse dell’aeroporto ce l’hanno loro”. Prima di chiudere il dirigente della Polizia locale dice: “Ricordati quel discorso tra me e te e Trane, quella cosa della gestione, se loro la condividono non gratis”.
Risulta che ci siano un'altra inchiesta della Procura di Brindisi per corruzione nel filone relativo all’affidamento del parcheggio di Santa Maria del Casale. Il 5 aprile 2017 venne notificato ai tre l’avviso di proroga delle indagini firmato dallo stesso pm che oggi ha ottenuto l’arresto di Pietanza, Giuseppe De Nozza. Sarebbero stati contestati presunti ritardi nel passaggio del testimone da Aeroporti di Puglia in favore della partecipata Multiservizi.
I contatti con il consigliere comunale
Quanto alla vicenda di Pietanza, scrive il gip: “Risulta significativo che il comandante della polizia municipale, invece di rivolgersi al sindaco o ai suoi collaboratori, trovi più efficace passare per l’intermediazione di Pietanza”. A conferma del ruolo di “dominus della Brindisi Multiservizi rivestito da Daniele Pietanza”, nell’ordinanza sono riportati anche tratti di conversazioni tra lo stesso Pietanza e un consigliere comunale di maggioranza. Oggetto della telefonata sarebbe stata la situazione politica di quel particolare momento, perché – come si ricorderà – Impegno sociale prese subito le distanze dall’amministrazione Carluccio.
Nessuna obiezione della Procura nei confronti del consigliere, ovviamente. Il punto di rilievo è altro: il fatto che a Pietanza i consiglieri si rivolgessero per capire l’evoluzione dei fatti. “Ci sono notizie che ti vai a prendere direttamente, se effettivamente quello (con riferimento a un candidato consigliere non eletto) esce al posto di quell'altro (nel frattempo proclamato eletto), mollano il capogruppo”, dice Pietanza con riferimento alle dinamiche interne alla lista nella quale venne eletto Luperti in Assise. Vero è che, già all’epoca il consigliere comunale temeva una possibile vittoria del Movimento CinqueStelle: “Non possiamo andare avanti con quello che rompe dopo tutto quello che abbiamo fatto per vincere, che se ce ne andiamo a casa, la città si consegna ai Cinquestelle”, dice a Pietanza il quale a sua volta aggiunge “sta avendo pressioni pure, un casino” e che “quel consigliere segue Lino” (Luperti).
Rilevante, sempre secondo l’accusa, il passaggio in cui il consigliere comunale chiede se Sandro Trane sia ancora al verde: “No, lo abbiamo levato di mezzo, da quando è successo il fatto a me”, risponde Pietanza. “Dici a me, faccio tutto io, non c’è nessun responsabile, tanto alla fine gestisco tutto sempre io”. Ecco perché le intercettazioni sono state allegate.