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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Suicidio in carcere: detenuto tunisino si impicca in cella

BRINDISI- Un detenuto tunisino si toglie la vita nel carcere di Brindisi, ed è immediatamente polemica sullo stato delle galere nostrane e dei problemi che riguardano i reclusi. Il detenuto, di 43 anni, è stato trovato impiccato nella sua cella dagli agenti della polizia penitenziaria della casa circondariale di via Appia: l’uomo, che avrebbe finito di scontare la sua pena nel maggio 2012, si è stretto al collo una maglietta legandola alle sbarre della finestra del bagno della sua cella. Nonostante l’immediatezza dei soccorsi, per il cittadino di nazionalità tunisina non c’è stato niente da fare.

BRINDISI- Un detenuto tunisino si toglie la vita nel carcere di Brindisi, ed è immediatamente polemica sullo stato delle galere nostrane e dei problemi che riguardano i reclusi. Il detenuto, di 43 anni, è stato trovato impiccato nella sua cella dagli agenti della polizia penitenziaria della casa circondariale di via Appia: l’uomo, che avrebbe finito di scontare la sua pena nel maggio 2012, si è stretto al collo una maglietta legandola alle sbarre della finestra del bagno della sua cella. Nonostante l’immediatezza dei soccorsi, per il cittadino di nazionalità tunisina non c’è stato niente da fare.

A Brindisi non si verificava un suicidio in carcere da 11 anni, ma considerando che dall’inizio di quest’anno si tratta del 40esimo caso (come rilevato dall’Osservatorio permanente sulle morti in carcere), è inevitabilmente polemica. Con quest’ultimo episodio sono già quattro i detenuti che, nelle carceri della Puglia, si sono tolti la vita: prima del detenuto tunisino si erano impiccati Luigi Colucello di 55 anni, nel carcere di Lecce (12 giugno 2010) e un detenuto straniero di 30 anni, sempre nel carcere di Lecce (28 maggio 2010), mentre Pierpaolo Ciullo, che aveva 39 anni, si era ucciso con il gas ad Altamura (Bari) il 2 gennaio 2010.

Tra suicidi, malattie e cause “da accertare” le morti in Italia nel 2010 sono stati 112. Negli ultimi dieci anni, invece, i "morti di carcere" sono stati 1.710, di cui 596 per suicidio. Secondo quanto segnalato dagli stessi medici che effettuano visite nei penitenziari, una delle patologie più diffuse all’interno è sicuramente la depressione.

Per il segretario nazionale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), Federico Pilagatti, “sovraffollamento e carenze” di organico sono, le condizioni a rischio esistenti nelle carceri italiane. “Quello del 2010 - afferma Pilagatti - è l'anno record dei suicidi in carcere e con la morte del tunisino si è raddoppiato il già drammatico bilancio dei morti in carcere registrato nel 2009”. “Ormai non sappiamo cosa e se voglia fare qualcosa la politica per le carceri, ma quel che è certo è che così non si può andare avanti”, gli fa eco il segretario generale dell’Osapp Leo Beneduci.

“Mi auguro di tutto cuore che il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Franco Ionta, possano trascorrere ferie serene. Ma, se appena appena ne trovassero il tempo mi auguro che considerino il seguente dato: questa notte si è suicidato, a Brindisi, l’ennesimo recluso del 2010”, osserva infine Luigi Manconi, presidente dell'associazione “A buon diritto”. “Se l’autolesionismo continuasse con questo ritmo, a fine anno avremmo un numero di suicidi come mai nella storia della Repubblica” e - aggiunge Manconi – all’elevato numero di detenuti che si sono tolti la vita “vanno aggiunti almeno quattro agenti di polizia penitenziaria e un alto dirigente dell'amministrazione. Parlare di strage forse non è eccessivo”.

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