Sulla banchina depositata ghisa, non carbone, ma il problema resta

BRINDISI – La segnalazione riguardante la presenza sulla banchina di Costa Morena di un mucchio di materiale disimile a carbone ha scatenato le ire di qualcuno, che criticando in maniera feroce (e offensiva) la redazione di BrindisiReport ha spiegato che non di carbone si trattava, ma di pietrisco di ghisa trasportato da una nave straniera, destinato a una fonderia del Sud Italia. 

Noi non sappiamo con certezza di che materiale si trattasse, ma chi ha sostenuto l’ipotesi della ghisa pare sia un addetto ai lavori. Ad ogni modo, che si tratti di carbone o di ghisa, il problema resta intatto.

La redazione ha infatti consultato gli esperti dell’Arpa, i quali hanno spiegato che tutti i materiali polverulenti (compresa quindi la polvere di ghisa) devono essere trattati nel rispetto delle medesime normative applicate alla movimentazione del carbone. “Neanche il pietrisco di ghisa – fanno sapere dall’Arpa – può essere lasciato all’aperto, esposto i venti”.

Dalla foto in possesso di BrindisiReport si percepisce chiaramente che quella collinetta nera che spuntava sulla banchina non era coperta un maniera adeguata (e quel giorno soffiava un forte vento di scirocco sul porto). Non solo. Questa impressione trova conferma in un video che in queste ore sta circolando su Facebook, in cui vengono riprese le operazioni di movimentazione del materiale.

Ebbene, a corredo dell’articolo abbiamo pubblicato un paio di fermi immagine (foto in basso), dai quali emerge nitidamente come le operazioni di prelievo del pietrisco attraverso un dispositivo sorretto da una gru sollevino una nube. E’ legittimo quindi chiedersi se siano state adottate tutte le precauzioni previste dalla legge durante le fasi di movimentazione di quel materiale.