rotate-mobile
Cronaca

Gli albergatori: "Il Wine Festival? O si cambia o si finisce nella sagra"

“Lavoriamo insieme: si può e si deve fare di più per il Negroamaro Wine Festival, per dare a Brindisi la vetrina che merita: non più quella locale, ma una dimensione interregionale e poi nazionale. Perché le possibilità di guardare in alto ci sono, basta volerlo”

BRINDISI – “Lavoriamo insieme: si può e si deve fare di più per il Negroamaro Wine Festival, per dare a Brindisi la vetrina che merita: non più quella locale, ma una dimensione interregionale e poi nazionale. Perché le possibilità di guardare in alto ci sono, basta volerlo”. E lo vogliono eccome gli albergatori della città, ancora lontani dal realizzare il tutto esaurito, ma fiduciosi nel futuro, tanto che lanciano un appello agli organizzatori della manifestazione che vale come scommessa da vincere già in occasione della prossima edizione.

La proposta per un tavolo allargato, tale cioè da aggiungere sedie a sufficienza per ospitare i titolari delle strutture turistico-ricettive parte da un gruppo di brindisini a un passo dall’entrare nell’Associazione degli industriali, sezione Turismo: si sono incontrati per fare il punto della situazione, all’indomani della chiusura del Festival e sono arrivati alla conclusione che ora Brindisi deve “osare”.

Parola grossa, forse, per qualcuno, almeno. Ma quanto mai necessaria per spingere a fare meglio, a migliorare il target, a rendere il Negroamaro un evento di richiamo italiano perché il vino è patrimonio del Belpaese. “E allora per quale motivo non uscire dai confini strettamente locali?”, chiedono gli albergatori che hanno deciso di fare gruppo, convinti come sono che l’unione fa la forza.

“Il coraggio non manca, le idee neppure, certo i fondi potrebbero essere un fattore di rallentamento, ma il tutto sta ad avviare questo nuovo percorso”, sostengono. Facile a dirsi, in concreto da dove si parte? “Intanto dalla necessità di dare qualità al Festival che in mancanza di una spinta di reni in avanti, corre seriamente il rischio di piegarsi su se stesso e di scivolare nella sagra. Che non merita. Per questo offriamo tutta la nostra collaborazione per avviare un discorso assieme all’associazione Onlus, partendo dalla riorganizzazione delle aree della città e pensando a dare vita a zone che oggi sono state dimenticate, come per esempio la piazza antistante il Palazzo del prefetto”.

“L’ideale sarebbe immaginare un percorso a tema che sfoci nelle piazze in cui concentrare degustazioni di vini non solo della città: ci sono tanti marchi di ottima qualità che arrivano dalla provincia, per poi arrivare a quelli prodotti dalle regioni vicine e spingersi in Toscana. L’ideale sarebbe avviare partnership che se da un lato richiedono notevoli sforzi sul piano degli investimenti, dall’altro possono portare ricadute importante sul territorio, mettendo in modo quel settore turistico di cui tutti parlano ma che, allo stato, non ha dato il meglio di sé”.

A guardare i registri delle prenotazioni delle camere negli alberghi di Brindisi nelle giornate del Negroamaro Wine Festival, non c’è di che gioire. Questo è vero. La disponibilità di stanze è tale e tanta da richiedere una dimensione sicuramente più estesa. Diverso è il discorso sull’ospitalità dai b&b, bed and breakfast che hanno avuto un’impennata in città, stando ai cartelli che si leggono tra il Centro e la Commenda: “Non si può parlare di turismo solamente facendo riferimento a questo tipo di ricettività”, dicono gli albergatori. “Non sappiamo neppure quanti siano in regola e quanti no”. Questo è un altro capitolo.

“Per incrementare il turismo è possibile pensare anche ad eventi collaterali da abbinare al Festival, come l’organizzazione di convegni a tema oppure corsi per sommelier, in grado di spostare figure professionali ed appassionati, e muovere il cosiddetto turista di settore. Anche questo vuol dire fare economia e cultura: il viti-vinicolo è un mondo che va scoperto ben oltre Brindisi”.

Da ultimo non va sottovalutato un particolare che secondo gli albergatori non sarebbe un dettaglio: “Non è salutare per l’economia brindisina la coincidenza tra l’ultima sera del Negroamaro Wine Festival con la serata di benvenuto ai velisti della regata Brindisi Corfù”, dicono. Il motivo? “E’ come creare un imbuto soprattutto nella zona del lungomare, quando invece Brindisi avrebbe bisogno di respirare, ragione per la quale sarebbe necessario far slittare di un giorno la partenza della regata: in tal modo i partecipanti e i giornalisti accreditati avrebbero la possibilità di restare in città e il settore della ristorazione potrebbe averne giovamento. Bisogna svoltare”.

Ma dopo 30 anni perché fare slittare la partenza della regata, che i suoi esami li ha superati tutti, e non cambiare invece quella del Festival?

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Gli albergatori: "Il Wine Festival? O si cambia o si finisce nella sagra"

BrindisiReport è in caricamento