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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Svolto il seminario introduttivo dedicato all’opera teatrale “Nniccu Furcedda”

Nella Sala Conferenze della Casa del Turista di Brindisi giovedì sera (5 ottobre) si è svolto il primo di una serie di seminari introduttivi alle presentazioni di libri che saranno organizzate dalla sezione di Brindisi della Società di Storia patria per la Puglia

BRINDISI - Nella Sala Conferenze della Casa del Turista di Brindisi giovedì sera (5 ottobre) si è svolto il primo di una serie di seminari introduttivi alle presentazioni di libri che saranno organizzate dalla sezione di Brindisi della Società di Storia patria per la Puglia. Ad aprire la serie di seminari introduttivi è stato un lavoro di ricerca svolto dal professor Tommaso Urgese su: “Il dialetto del XVIII secolo di Nniccu Furcedda, opera salentina del francavillese Girolamo Bax”.

Il volume sarà presentato tra pochi giorni, nell’ambito della manifestazione letteraria “In-Chiostri” che si terrà a Brindisi il 19-20 e 21 ottobre. A curare la presentazione del libro del professor Tommaso Urgese sarà il professore Marcello Aprile, studioso di linguistica dell’Università di Lecce.

Al seminario introduttivo dedicato all’opera teatrale “Nniccu Furcedda”, opera in tre atti che il francavillese Bax scrisse agli inizi del 1700, sono intervenuti Domenico Urgesi, presidente della Società Storica di Terra d’Otranto e Giacomo Carito, presidente della sezione brindisina della Società di Storia patria per la Puglia.

Introducendo la discussione, il professor Giacomo Carito ha ricordato le diverse edizioni dell’opera (quelle curate da Pietro Palumbo, l’edizione di Jurlaro, l’edizione di Ciro Santoro e quella del Marti), rilevando lo sguardo nuovo offerto dal professor Tommaso Urgese, il quale ha affrontato una questione importante: la lingua di “Nniccu Furcedda”, considerata in genere come la prima grande opera dialettale salentina.

La copertina del libro di Tommaso Urgese

Evidenziando la biografia di Girolamo Bax, che si formò e visse a Napoli per molti anni, il professore Carito ha rilevato che Bax , quando scrisse la sua opera, la scrisse non guardando a Lecce, ma guardando a Napoli, alle esperienze che si facevano verosimilmente nei teatri napoletani. Quindi, secondo il presidente della sezione locale della Società di Storia patria per la Puglia, il dialetto di Bax non è quello parlato, ma è un dialetto letterario.

Proseguendo il suo intervento ha ricordato inoltre che nel Settecento dominava la Commedia dell’arte e che si recitava a soggetto. Con la riforma goldoniana del teatro non si recitò più così, ma si recitò sulla base di un testo preciso che gli attori dovevano interpretare. E “Nniccu Furcedda” è un testo completo. Il professore conclude evidenziando che Urgese restituisce quest’opera alla letteratura italiana e che il lavoro fatto sul lessico è un lavoro fondamentale, perché molti dei termini utilizzati in “Nniccu Furcedda” non avevano una spiegazione.

Domenico Urgesi, presidente della Società Storica di Terra d’Otranto, ha parlato delle diverse edizioni dell’opera teatrale di Bax in ordine cronologico, ossia partendo da colui che se ne è occupato per primo e leggendo alcuni versi della versione del professor Urgese.  Domenico Urgesi ha quindi proseguito ricordando brevemente la trama dell’opera ed evidenziandone la versificazione.

Infine la parola è passata all’autore che ha raccontato come è nata la sua opera e la metodologia usata per trovare i significati di tanti vocaboli ed espressioni del “Nniccu Furcedda” che non riusciva a capire e che ha confrontato e trovato in altri dialetti. Appuntamento quindi con la manifestazione “In-Chiostri” e con la buona lettura. 

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