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Cronaca

Tangenti a Cerano, dal gip l’ex dipendente Enel: licenziato dopo la denuncia

Sarà interrogato con la formula dell’incidente probatorio Domenico Iaboni, accusato di corruzione continuata per atti contrari ai doveri d’ufficio: stessa ipotesi di reato contestata a cinque impiegati e a due dirigenti della centrale, oltre all’imprenditore di Monteroni che per primo ha riferito di un “sistema di corruzione” per l’aggiudicazione degli appalti

BRINDISI – Dei cinque dipendenti della centrale di Cerano, Domenico Iaboni è l’unico a essere stato licenziato dall’Enel e questa mattina sarà interrogato con la formula dell’incidente probatorio, così come è stato fatto 21 gironi fa con l’imprenditore di Monteroni che ha denunciato l’esistenza di un sistema di corruzione dietro l’aggiudicazione degli appalti, facendo anche ascoltare, prima ai vertici romani della società e poi ai pm di Brindisi, la registrazione di colloqui con alcuni degli addetti alla compilazione dei Sal.

La procura di Brindisi

Iaboni era uno degli interlocutori delle conversazioni in cui il titolare della ditta si lamentava della situazione: “Non ci sei solo tu, ci sono tanti che mangiano qui”. Dopo aver detto: “Oggi ti porto quattro chili di patate”. Quando i vertici romani dell’Enel hanno avviato verifiche per risalire all’identità della voce, Iaboni è stato trasferito a Rossano Calabro, per poi essere licenziato una volta accertata la sua identità.

L’indagato era uno degli assistenti di cantiere assegnato all’imprenditore e in quanto tale era incaricato di svolgere i controlli necessari per i contratti del 24 giugno 2014 e del 30 novembre 2015 sottoscritti fra il privato ed Enel ed è accusato di corruzione continuata per atti contrari ai doveri d’ufficio, in relazione a tangenti per 14mila euro sino che avrebbe percepito sino al 16 giugno dello scorso anno. Secondo i pm Milto Stefano De Nozza e Vincenzo Francesco Carluccio, avrebbe “plasmato la propria attività agli interessi dell’imprenditore in vista di un ritorno in termini di denaro o altra utilità” e in particolare avrebbe “rilasciato Sal, stati di avanzamento dei lavori, in tutto o in parte non eseguiti, segnatamente quelli relativi al secondo contratto per un importo complessivo liquidato pari a 242.455 euro, a fronte di opere effettivamente seguite per 115.108,48, ricevendo in cambio dazioni di denaro”.

Di questi pagamenti qualificati come mazzette, ha parlato più volte davanti ai pm il titolare della ditta di Monteroni, dopo aver tentato il suicidio dal nastro trasportatore della centrale. Il contenuto di quei verbali è stato successivamente confermato, lo scorso 6 giugno, dinanzi al gip del Tribunale di Brindisi in sede di incidente probatorio ottenuto dai pubblici ministeri in vista del processo poiché intendono chiedere il rinvio al giudizio del Tribunale in tempi stretti.

Inchiesta appalti Enel-2

Di fronte al gip Stefania De Angelis erano presenti i difensori degli altri sette indagati, cinque dei quali sono stati arrestati il 5 maggio dai militari della Guardia di Finanza e poi rimessi in libertà il 10 giugno, all’esito dell’ascolto dell’imprenditore essendo cessato il pericolo di inquinamento delle prove: per Fabiano Attanasi, il penalista Massimo Manfreda; per Carlo De Punzio, Giovanni Brigante e Claudio Ruggiero; per Vito Gloria Gianvito Lillo e per Nicola Tamburrano Pasquale Angelini, per Iaboni Stefano Maranella e Giulia Iaboni del foro di Roma. Presenti anche i difensori dei dirigenti Fausto Bassi e Fabio De Filippo, inseriti nel registro dei pm in un secondo momento e per questo rimasti a piede libero.

Se i sostituti procuratori hanno chiesto l’ascolto di Iaboni, anche in questo caso in vista del processo, evidentemente l’indagato ha fatto ammissioni rispetto all’accusa mossa ed è su questa versione che sarà interrogato, alla presenza delle parti ritualmente avvisate. All’incidente probatorio non sarà presente il legale dell’Enel, società che ha sporto denuncia dopo l’imprenditore, chiedendo alla Procura di Brindisi di verificare il contenuto delle dichiarazioni rese da quest’ultimo. Quelle accuse che hanno portato agli arresti. Terremoto interno alla centrale di Cerano.

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