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Cronaca

Tangentopoli brindisina, la Corte d'Appello ribalta la sentenza di primo grado

LECCE – Condannati per corruzione Luigi De Michele e Carmine Dipietrangelo, assolti Marco Pezzuto e Giovanni Faggiano. Sono solo alcune delle posizioni modificate sostanzialmente dalla sentenza della Corte di appello di Lecce emessa attorno alle 22,30. Una camera di consiglio lunghissima. Luigi De Michele e Carmine Dipietrangelo, in primo grado erano stati riconosciuti colpevoli del reato di finanziamento illecito e condannati a otto mesi ciascuno, ed erano stati assolti dall’accusa di corruzione per la vendita delle case di Tuturano. La Corte ha capovolto il primo grado accogliendo la richiesta della pubblica accusa rappresentata dai sostituti procuratori Adele Ferraro e Giuseppe De Nozza di condannare i due politici non solo per il finanziamento illecito ma anche per corruzione. E li ha condannati a due anni e due mesi ciascuno per la corruzione, mentre ha dichiarato prescritto il reato di finanziamento illecito.

LECCE – Condannati per corruzione Luigi De Michele e Carmine Dipietrangelo, assolti Marco Pezzuto e Giovanni Faggiano. Sono solo alcune delle posizioni modificate sostanzialmente dalla sentenza della Corte di appello di Lecce emessa attorno alle 22,30. Una camera di consiglio lunghissima. Luigi De Michele e Carmine Dipietrangelo, in primo grado erano stati riconosciuti colpevoli del reato di finanziamento illecito e condannati a otto mesi ciascuno, ed erano stati assolti dall’accusa di corruzione per la vendita delle case di Tuturano. La Corte ha capovolto il primo grado accogliendo la richiesta della pubblica accusa rappresentata dai sostituti procuratori Adele Ferraro e Giuseppe De Nozza di condannare i due politici non solo per il finanziamento illecito ma anche per corruzione. E li ha condannati a due anni e due mesi ciascuno per la corruzione, mentre ha dichiarato prescritto il reato di finanziamento illecito. Ora la vicenda si trasferisce in Cassazione.

Carmine Dipietrangelo, ex vice presidente del Consiglio regionale (Pd) e Luigi De Michele, esponente del vecchio Psi, entrambi all’epoca dei fatti consiglieri comunali, in primo grado erano stati condannati  per  finanziamenti ricevuti dalla società Brindisi Due Srl (che stava realizzando case a Tuturano) a sostegno delle campagne elettorali dei rispettivi partiti. Ribaltata la sentenza anche per quanto riguarda l’ex consigliere regionale di Forza Italia, Marco Pezzuto. In primo grado era stato condannato a quattro anni e sei mesi di carcere, la Corte di appello lo ha assolto. Assolto anche l’avvocato Giovanni Faggiano che in primo grado era stato condannato a un anno e quattro mesi per favoreggiamento. Confermata l’assoluzione dell’allora consigliere comunale Nicola Siccardi.

Sono solo alcune delle decisioni della Corte per quanto riguarda l’appello del processo per la tangentopoli brindisina che ruotava attorno alla figura dell’allora sindaco Giovanni Antonino. A scatenare la tangentopoli era stato l’imprenditore di Prato, Mario Salucci. Accusò il sindaco di avergli chiesto tangenti. Si scatenò un putiferio. Dal processo di primo grado erano già usciti Antonino che aveva patteggiato la pena a tre anni e sei mesi ed altri due imputati (il presidente del Consiglio comunale Ermanno Pierri, condannato a due anni e l’intermediario Massimo Ercolani condannato a un anno e sei mesi) il cui iter processuale si era concluso dinanzi al giudice per l’udienza preliminare beneficiando degli sconti previsti per il patteggiamento.

Le condanne di primo grado avevano riguardato l’ex sindaco socialista Giuseppe Marchionna (otto mesi, pena sospesa), l’ex braccio destro di Antonino, Luca Scagliarini, agente marittimo e imprenditore, condannato a cinque anni di carcere con l’attenuante di avere restituito 500mila euro incassati dalla compagnia che forniva il carbone alla centrale di Costa Morena, attraverso l’intermediazione di Massimo Ercolani. Sei anni a Biagio Pascali, imprenditore, che aveva distribuito trecento milioni per vendere al Comune un lotto di appartamenti. Tre anni a Franco Leoci, il politico che distribuì i soldi messi a disposizione da Pascali; cinque anni a Rocco Errico, socio di Pascali; quattro anni e sei mesi all’ex consigliere regionale di Forza Italia Marco Pezzuto, che secondo l’accusa era uno dei vertici del disegno corruttivo;  un anno per Fabrizio Criscuolo, Antonio Rizzo e Fabrizio Vezzani; un anno e due mesi all’imprenditore Antonio D’Oriano; due anni al costruttore Gerardo Vero; un anno e quattro mesi, per favoreggiamento, a Giovanni Faggiano.

Erano stati assolti  i dipendenti comunali Teodoro Marinelli, Carlo Cioffi, Luana Cosmai, Fabio Lacinio e Mario Scioscioli. Assolti anche il consigliere comunale e imprenditore Giovanni Di Bella e l’imprenditore Giuseppe Roma. I fatti contestati risalgono agli anni tra il 1997 e il 2003. Antonino era stato rieletto da poco sindaco di Brindisi con una percentuale stratosferica. Il primo mandato di sindaco lo aveva ricevuto con una maggioranza di destra. Poi nel mezzo del cammino era passato con la sinistra. E alle elezioni successive di era ripresentato con la sinistra. Fu arrestato nell’ottobre del 2003 in una stanza di albergo, a Roma, dove si trovava per impegni istituzionali. Furono arrestati anche Pezzuto, Siccardi, Pierri, Pascali, Errico, Scagliarini. Domani pubblicheremo nei dettagli le decisioni della Corte di appello.

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