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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Tar conferma: salve le lepri delle Saline

BRINDISI - Caccia alle Lepri delle Saline: dopo la sospensiva, il Tar conferma: “Non appare compatibile col rispetto dell’ambiente, nel quale certamente si colloca anche il concetto di controllo demografico, la scelta comunale di un mezzo di contenimento quale la cattura individuato come alternativa agli specifici strumenti previsti dalla legge”. Così si legge nella sentenza “salva lepri” pronunciata dai giudici della prima sezione di Lecce del Tribunale amministrativo regionale per la Puglia.

BRINDISI - Caccia alle Lepri delle Saline: dopo la sospensiva, il Tar conferma: “Non appare compatibile col rispetto dell’ambiente, nel quale certamente si colloca anche il concetto di controllo demografico, la scelta comunale di un mezzo di contenimento quale la cattura individuato come alternativa agli specifici strumenti previsti dalla legge”. Così si legge nella sentenza “salva lepri” pronunciata dai giudici della prima sezione di Lecce del Tribunale amministrativo regionale per la Puglia. 

Il Tar è stato chiamato ad esprimersi sul ricorso proposto dalle associazioni ambientaliste (Associazione Lepa Lega Protezione Animali, Associazione Legambiente Circolo Tonino di Giulio, Associazione Wwf Brindisi, rappresentate e difese dall'avvocato Sergio Corbascio), con l'intervento di ad adiuvandum dell’associazione Lav (Lega Antivivisezione Onlus, rappresentata e difesa dall'avvocato Claudia Roma), avverso il provvedimento del Settore Ambiente del Comune di Brindisi (rappresentato e difeso dagli avvocati Francesco Trane ed Emanuela Guarino) con cui il 23 dicembre 2011 era stata autorizzata la cattura di 416 esemplari di lepre (lepus europaeus) nel Parco naturale regionale "Saline di Punta della Contessa".

Il Comune, gestore dell’area protetta del parco naturale “Saline di Punta della Contessa”, con provvedimento del 13 gennaio 2009, a seguito di un censimento operato sulla popolazione di lepri, aveva delegato l’Ambito Territoriale Caccia di Brindisi alla cattura e all’allontanamento dal Parco di 400 esemplari di lepre. Già quella autorizzazione era stata annullata dal Tar. Successivamente, il Comune aveva dato un nuovo incarico, sempre nell’Ambito Territoriale di Caccia di Brindisi, per un ulteriore censimento, tenutosi nei giorni 11, 13 e 17 ottobre 2011. Nella relazione poi depositata, si ipotizzava la presenza all’interno del Parco di 1042 lepri, con contestuale istanza di autorizzazione alla cattura di 416 esemplari.

Da qui il via libera alla cattura delle lepri rilasciato nel dicembre del 2011 dal Comune, ed impugnato dalle associazioni ambientaliste e animaliste.  A supporto del ricorso, diverse motivazioni, tra le quali: eccesso di potere per difetto di istruttoria, carenza dei presupposti dell’azione amministrativa, manifesta ingiustizia e illogicità, sviamento dalla causa tipica.

Le associazioni, in sede di ricorso, hanno dedotto che il censimento effettuato non è attendibile perché si è svolto su una superficie pari solo al 48% dell’estensione del Parco, perché si è incentrato solo nella tornata di ottobre 2011, e perché è stato effettuato con un solo automezzo. Per gli ambientalisti  il numero di lepri è in diminuzione e la soglia di guardia non è stata comunque raggiunta.

I giudici (Antonio Cavallari, Presidente, Patrizia Moro, Consigliere, Claudia Lattanzi, Referendario, Estensore), oltre a ritenere infondata l’eccezione di difetto di legittimazione attiva proposta dal Comune nei confronti di quelle associazioni operanti solo a livello locale e che non si inseriscono all’interno di associazioni ambientalistiche di livello nazionale, sono entrati nel merito del ricorso, accogliendolo: “Il provvedimento impugnato, in realtà, non contiene alcun riferimento, nemmeno in astratto, alla possibilità di adottare metodici ecologici che non richiedano il ricorso alla cattura della fauna interessata all’intervento, e questo a dimostrazione che l’amministrazione non ha preso proprio in considerazione la possibilità di effettuare il controllo mediante l’utilizzo di metodi alternativi a quello della cattura".

"Fondato è anche il motivo con cui si contesta il metodo di censimento, laddove questo è stato effettuato nella sola tornata di ottobre. Infatti, appare logico ritenere che il censimento debba essere cadenzato in due tornate annuali di cui la prima pre-riproduttiva tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, quando si può assumere che sia finito l’effetto della mortalità invernale e, la seconda, post-riproduttiva, non prima del mese di dicembre”. Così sì è espresso definitivamente  il Tar, a salvaguardia delle lepri delle Saline.

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