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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Tassa telefonini: lite Asl-Fisco

BRINDISI - Il Fisco batte cassa e presenta un conto salato alla Asl di Brindisi: più di 70mila euro per il ritardato o omesso pagamento della tassa di concessione governativa alla Tim, importo dovuto dall’azienda in quanto titolare di abbonamenti di telefonia mobile, i cellulari aziendali.

BRINDISI - Il Fisco batte cassa e presenta un conto salato alla Asl di Brindisi: più di 70mila euro per il ritardato o omesso pagamento della tassa di concessione governativa alla Tim, importo dovuto dall’azienda in quanto titolare di abbonamenti di telefonia mobile, i cellulari aziendali.

Gli atti di accertamento dell’Agenzia delle entrate si riferiscono tutti all’anno 2010, l’Azienda sanitaria locale ritiene di non dover corrispondere neppure un cent e presenta ricorso, affidando la soluzione della controversia a un legale. Tassa governativa o meno, restano gli importi delle bollette che sono sicuramente degni di nota, sebbene si riferiscano a tempi andati.

Le fatture sono agli atti. Ce n’è una del 12 febbraio 2010 pari a 19.080 euro, scaduta il 30 aprile e pagata il 12 gennaio dell’anno successivo. Il 15 aprile ne viene emessa un’altra: 19.636 euro, scadenza il 30 giugno, pagata il 12 gennaio 2011, giorno in cui viene corrisposta anche la cifra di 19.640 euro, sempre alla Tim, per una fattura da 19.649 euro. Ne risultano non pagate due, una da 20.862 euro, l’altra da 19.403 euro.

Sono cifre che documentano il traffico telefonico dai cellulari di servizio, inclusa la tassa di concessione governativa le cui modalità di pagamento, le ha definite proprio l’Agenzia delle entrate all’inizio dell’anno: “La tassa sulle concessioni governative sui contratti di abbonamento per l’utilizzo della telefonia mobile è dovuta da tutti gli utenti, comprese le amministrazioni pubbliche non statali”.

“La qualifica di amministrazione pubblica – si legge - non esonera dall’obbligo del pagamento della tassa sulle concessioni governative per l’utilizzo della telefonia mobile. Anche questo principio trova conforto nella recente prassi e giurisprudenza. La risoluzione n.55 del 2005 chiarisce, infatti, che le amministrazioni statali, essendo diretta emanazione dello Stato ‘titolare di ogni diritto e facoltà’, come quest’ultimo non necessitano di apposite autorizzazioni per l’esercizio di determinate attività. Non necessitano, quindi, di alcuna licenza o documento sostitutivo neppure per l’impiego di apparecchiature terminali per il servizio radiomobile. Da questo regime di favore restano evidentemente escluse tutte le amministrazioni pubbliche diverse da quelle statali, in quanto non riconducibili allo Stato”.

La Asl, stando alla definizione, è un ente pubblico locale, non quindi statale come lo sono i ministeri, le scuole, le forze armate e le prefetture. Quanto all’Azienda sanitaria di Brindisi, per il ritardato pagamento, sono stati emessi dall’Agenzia delle entrate, nel luglio scorso, due “modelli F23”: uno per 73.404 euro, l’altro per soli 233 euro. Il secondo risulta pagato il 25 settembre. Per la somma più ingente, invece, la Asl ha proposto ricorso alla competente commissione tributaria “in quanto ricorrono i presupposti per non procedere al pagamento del tributo richiesto e delle relative sanzioni”.

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