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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Tentata estorsione e aggressione a due baristi, chiesti 5 anni e mezzo per un ostunese

OSTUNI – Cinque anni e mezzo di carcere è la pena richiesta questa mattina dal sostituto procuratore itinerante (sta facendo pratica) Colucci, per Onofrio Fortunato, 46 anni, ostunese, già noto alle forze dell’ordine, detenuto dal 24 aprile scorso perché accusato di tentata estorsione e lesioni personali nei confronti dei fratelli Giuseppe e Luca Nigro, ostunesi, baristi.

OSTUNI – Cinque anni e mezzo di carcere è la pena richiesta questa mattina dal sostituto procuratore itinerante (sta facendo pratica) Colucci, per Onofrio Fortunato, 46 anni, ostunese, già noto alle forze dell’ordine, detenuto dal 24 aprile scorso perché accusato di tentata estorsione e lesioni personali nei confronti dei fratelli Giuseppe e Luca Nigro, ostunesi, baristi.

Colucci nel corso della requisitoria ha ricostruito le tappe del tentativo di Onofrio Fortunato di imporre il pizzo ai due fratelli, titolari del Bar Royal, situato in corso Mazzini, nei pressi di piazza della Libertà. Tre tentativi, l’ultimo culminato nell’aggressione ai danni di Luca Nigro. Aggressione che portò all’intervento dei carabinieri e all’arresto dell’uomo perché i fratelli Nigro, a quel punto, esasperati, denunciarono le minacce e le pressioni psicologiche subite.

Secondo l’accusa Onofrio Fortunato pretendeva 20 euro la settimana per far stare tranquilli i proprietari del negozio. Il primo approccio avvenne con Giuseppe Nigro. Gli chiese venti euro. Il barista rispose: “Ti posso offrire un caffè, ma denaro non ne ho”. E continuando nel botta e risposta Fortunato, secondo i due fratelli che si sono costituiti parte civile, avrebbe detto “io uccido anche i bambini”. Frasi senza senso, che potevano dire tutto e niente, ma che misero in agitazione Giuseppe Nigro, e che comunque il pubblico ministero ha riportato per inquadrare la vicenda, ma che non sono riportate nei capi di imputazioni.

Il primo episodio riportato dall’accusa è quando Onofrio Fortunato entra nel bar e passa dietro il bancone dove si trova il barista extracomunitario (un marocchino) che lavora nel locale. Il giovane gli dice di togliersi di lì. Fortunato si sposta ma mentre si allontana prende lo zucchero e glielo lancia addosso. Dopo qualche giorno (è il secondo episodio) l’imputato entra nel bar, avvicina Giuseppe Fortunato e lo prende in disparte. “mi devi dare ottanta euro al mese – gli dice – per poter lavorare tranquilli”. E se ne va.  “Mio fratello era cambiato – fa mettere a verbale successivamente Luca Nigro -, aveva paura di quell’uomo”.

Il 24 aprile Fortunato si ripresenta con un suo conoscente (denunciato per favoreggiamento e processato a parte) nel bar. In quel momento nel locale c’è Luca. Fortunato chiede un caffè. E mentre lo sorseggiava guardandosi intorno disse: “Sta messo bene questo locale”. Luca gli risponde: “Che problema hai?”. A quel punto Fortunato gli lancia in faccia il piattino su cui è posata la tazzina, e mentre Luca si gira gliene lancia un altro che lo colpisce alla nuca. Fortunato raggiunge Luca dietro il bancone e lo aggredisce. Arriva la polizia e Fortunato finisce in carcere mentre il guardaspalle viene denunciato a piede libero per favoreggiamento.

Prima di aggiornare il processo, che si sta svolgendo dinanzi alla sezione collegiale del tribunale presieduta da Gabriele Perna, il difensore, avvocatessa Giuseppina Locorotondo, ha chiesto che al suo assistito vengano concessi i domiciliari. “E’ una necessità – ha spiegato la penalista – in quanto Onofrio Fortunato vive con i genitori, anziani e ammalati. Il padre è invalido ed ha bisogno di assistenza continua, la madre è stata operata il 3 dicembre, gli altri fratelli sono sposati, hanno figli piccoli e non possono badare ai genitori, per cui si rende necessaria la concessione dei domiciliari”.

L’avvocatessa Locorotondo ha quindi depositato la documentazione medica che il tribunale ha acquisito, ma si è riservato di decidere in attesa del parere del pubblico ministero che oggi non si è espresso non essendo titolare del processo e, quindi, ha chiesto il tempo necessario per trasmettere la documentazione al magistrato titolare che è il sostituto procuratore Adele Ferraro. L’udienza è stata aggiornata all’11 gennaio, ore 12, per la discussione e la sentenza.

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