Tentato omicidio nel cortile: immagini cancellate prima della sparatoria
Raffaele Tanzarella, 46 anni, si avvale della facoltà di non rispondere. Il gip: “Sistema video manomesso per non essere identificato”. Rischia condanna superiore a tre anni
BRINDISI – “Molto plausibile l’ipotesi che Raffaele Tanzarella abbia artatamente manomesso il sistema di video sorveglianza che lui stesso aveva installato, al fine di rendere difficoltosa la propria identificazione la stessa ricostruzione della sparatoria”.
Il retroscena del tentato omicidio
Secondo il gip del Tribunale di Brindisi, l’indagato arrestato con l’accusa di tentato omicidio dell’amico – aggravato da futili motivi - nel cortile condominiale di via Caravaggio, avrebbe tentato di inquinare le prove dopo aver esploso sei colpi di pistola calibro 7,65 “ad altezza uomo”. Pioggia di fuoco arrivata all’improvviso, il pomeriggio del 31 gennaio 2018, attorno alle 14,20, quando Tanzarella piombò nell’atrio della palazzina in cui risiede l’uomo che, nel giro di poco, da amico è diventato nemico per motivi passionali, per lo meno stando a quanto raccolto dagli agenti della Squadra Mobile di Brindisi, diretti dal vice questore aggiunto Antonio Sfameni.
Il movente, infatti, sarebbe riconducibile allo scambio di messaggi su Messenger, applicazione di Facebook, con una donna. Circostanza che, una volta scoperta da Tanzarella, avrebbe alimentato l’astio.
Facoltà di non rispondere
L’indagato, ristretto nel carcere di via Appia, a Brindisi, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere in sede di interrogatorio di garanzia davanti allo stesso gip che ha firmato il provvedimento di custodia cautelare, Stefania de Angelis, in accoglimento della richiesta avanzata dal sostituto procuratore Francesco Carluccio.
Non c’è, quindi, al momento, la versione dei fatti di Tanzarella, assistito dall’avvocato Giacinto Epifani, né di fronte alla contestazione del tentato omicidio, né tanto meno di fronte al retroscena costituito dalla cancellazione del sistema video registrato dalle telecamere che lo stesso Tanzarella aveva montato nei giorni precedenti. Non è escluso che il penalista decida di presentare nei prossimi giorni istanza di attenuazione della misura, con il riconoscimento dei domiciliari, sebbene lo stesso giudice per le indagini preliminari, abbia evidenziato la “necessità di applicare nei suoi confronti, una misura coercitiva personale il più restrittiva possibile per evitare che possa continuare a perpetrare reati gravissimi”.
La pena in caso di condanna
“La gravità dei fatti contestati, le pene edittali per essi previste e la personalità negativa dell’indagato, consentono di ritenere che, in caso di condanna, sarà applicata la pena della reclusione superiore a tre anni e di escludere che possa essere riconosciuto il beneficio della sospensione condizionale”, ha scritto sempre il gip nell’ordinanza per ordinare la custodia in carcere.
Nel provvedimento sono stati riportati i messaggi raccolti dagli agenti della Mobile e riconducibili a Tanzarella, nonché le dichiarazioni rese da alcuni testimoni e quelle del ferito, anche se in quest’ultimo caso non c’è stato alcun riferimento all’autore della sparatoria.