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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Terminal crociere Bari, vince l'Authority

BARI - La Corte d’Appello del capoluogo di regione, prima sezione civile, con sentenza depositata il 3 luglio 2013, ha condannato l’impresa appaltatrice dei lavori di realizzazione del Nuovo Terminal Crociere del Porto di Bari alla restituzione di oltre 5,5 milioni di euro.

BARI - La Corte d’Appello del capoluogo di regione, prima sezione civile, con sentenza depositata il 3 luglio 2013, ha condannato l’impresa appaltatrice dei lavori di realizzazione del Nuovo Terminal Crociere del Porto di Bari alla restituzione di oltre 5,5 milioni di euro in favore dell’Autorità portuale barese. La sentenza ribalta quella di primo grado, ma per l’Autorità Portuale del Levante recuperare i soldi versati a suo tempo alla ditta sarà un grosso problema, perché la stessa fallì poco dopo aver incassato la somma che un arbitrato, contestato dall’ente, le assegnò (la controparte in giudizio è infatti la curatela fallimentare).

L’Autorità portuale di Bari, agli inizi degli anni 2000, affidò l’appalto per la realizzazione del nuovo Terminal Traghetti e Crociere all’impresa Uniplant Srl, che poi divenne Società Costruzioni Srl. In corso d’opera sorsero controversie su presunti compensi, anche a titolo risarcitorio, vantati dall’impresa. Da qui, nel 2004, un arbitrato che contro la volontà dell’Autorità portuale si svolse a Bari e non a Roma, presso l’Autorità per la Vigilanza dei contratti pubblici. Il Il lodo conclusivo del novembre 2005 si rivelò pesante per l’Autorità Portuale, superando nella quantificazione anche alcune voci degli atti contabili.

Quindi la Società Costruzioni Srl avviò un’azione esecutiva che culminò nell’ordinanza emessa dal Tribunale di Bari il 27 febbraio 2006, con cui si imponeva all’Autorità portuale di versare alla stessa So.Co. la somma di oltre 5,5 milioni di euro, incassata qualche giorno dopo. Nonostante questa iniezione robusta di liquidità, la ditta fu dichiarata fallita con sentenza dell’agosto 2010. L’Autorità Portuale impugnò comunque sia il lodo arbitrale, attualmente all’esame della Corte di Cassazione, che l’azione esecutiva.

E proprio riformando integralmente la decisione del tribunale di primo grado, la Corte d’Appello di Bari ha sostanzialmente ritenuto illegittima l’azione esecutiva ed ha dichiarato la nullità dell’atto di precetto, nonché l’inefficacia del pignoramento e la nullità dell’ordinanza di assegnazione con i conseguenti effetti restitutori a vantaggio dell’Autorità portuale. I giudici di secondo grado hanno deciso “sulla base delle norme che per gli enti pubblici non economici, come le Autorità portuali, assoggettano le azioni esecutive al termine dilatorio di 120 giorni che nel caso di specie non è stato osservato”, sottolinea un comunicato dell’Autorità Portuale del Levante, difesa dall’avvocato Fulvio Mezzina, ribadendo appunto che le Autorità portuali debbono qualificarsi come enti pubblici non economici (questione notoriamente controversa).

“Il presidente Francesco Mariani, nel rendere noto che sono allo studio le azione da promuovere per il recupero delle somme, attività resa particolarmente complessa dal fallimento dell’Impresa appaltatrice, esprime viva soddisfazione per una decisione che, sia pure a distanza di tempo, ristabilisce il diritto – conclude la nota dell’Autorità del Levante - e l’equità in una vicenda relativa ad un importante investimento pubblico finalizzato al potenziamento dei traffici portuali, che unitamente ad altre iniziative strategiche attuate negli ultimi anni, hanno portato lo scalo di Bari ai vertici del traffico passeggeri e crocieristico nel Mediterraneo orientale”.

 

 

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